Capitolo 5

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Milo

Stavo ancora cercando Rex, quando un gruppo di ragazze mi si avvicinò. Erano in tre, belle e arroganti, tanto da farmi accapponare la pelle.

«Noi abbiamo qualcosa da dirti...» affermò quella con i capelli biondi, che sembrava comandare sulle altre.

«Ok.»

Uscimmo fuori, in cortile, ma anche se il mio corpo le seguiva, la mia mente era altrove.

Perché Rex mi aveva mentito? Era davvero Kai che mi aveva tenuto la mano?

«Tu ti sei appiccicato un po' troppo a Rex.» disse la bionda, una volta che ci fummo fermati.

Non aveva senso... che lo avesse costretto Kai a mentire?

«Ehi! Ma mi stai ascoltando?» urlò la tizia, richiamando finalmente la mia attenzione.

«Ah, sì! Scusa, ma ora non ho tempo per voi.» sbottai cercando di andarmene, ma quella mi afferrò per un braccio e mi spinse contro il muro dell'edificio.

«Mi prendi per il culo? Abbassa la cresta, frocio!»

Ahia! La spalla cazzo!

«Ma che volete da me?» domandai irritato.

«Sei cocciuto! Se non lo capisci con le buone, lo capirai con le cattive...»

Malpass

Andai a posarmi sul canestro per osservare meglio la scena, cercando di capire che cosa volesse quel Rex dal mio signore.

«Di che si tratta?» domandò Satan.

«Di Milo...» prese a dire il ragazzo camminando per la palestra «Ultimamente non è un po'... strano?»

«In che senso strano?» domandò il mio signore, incrociando le braccia sul petto.

«Non vorrei sembrarti ridicolo, ma...» fece una pausa, come se fossi insicuro sul proseguire o meno «è come se fosse posseduto da uno spirito maligno.»

Davvero strano quel Rex!

«Tu hai visto troppi film horror...» lo liquidò Satan.

«Dico sul serio! Credevo che tu, suo fratello, ti fossi accorto di qualcosa!»

«Come fai ad affermare una cosa del genere?» chiese il mio signore, affilando lo sguardo.

«Non mi è molto chiaro... ma ho questa sensazione... è che lui... mi fa un certo effetto.»

Satan lo fissò come se avesse voluto incenerirlo solo con gli occhi e, per un momento, temetti che lo facesse davvero.

«Senti, senti... ma davvero? E che effetto ti fa?» lo canzonò il mio signore «Ti eccita? E' per questo che gli ronzi intorno?»

«Kai! Ma che dici?» rispose stizzito il ragazzo.

«Ti piace! Ammettilo! Sappi che è ancora vergine... il suo corpo non ha mai conosciuto il tocco di nessuno. Che ne dici? Ti stuzzica, eh?»

«Basta!» urlò Rex, tappandosi le orecchie.

«Che effetto ti ha fatto quando lo hai preso in braccio? Non ti è venuta voglia di scoparlo quando eravate soli in infermeria?»

«Basta! Finiscila!» sbraitò il ragazzo «Non ti permetto di umiliare Milo e me con queste parole immonde! Sei suo fratello, come puoi dire cose simili?»

Il volto del mio signore divenne una maschera di rabbia. Si avvicinò a Rex e gli mise le mani intorno al collo, come se volesse strozzarlo.

«Uno come te...» ringhiò in preda all'ira.

Un Patto col DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora