Capitolo 4

6.1K 444 43
                                    

«La tua ferita sembra guarita.» disse Rex, fissando il mio viso.

«E' grazie a te... che mi sei stato accanto...» risposi con coraggio arrossendo.

Era così bello e si era preso cura di me, non potevo essere più felice.

«Bene, allora ti accompagno a casa.»

«Non ce n'è bisogno...» sussurrai poco convinto.

«E' il minimo che possa fare.» affermò alzandosi «Devo farmi perdonare per quella pallonata.»

Giusto, lui si sentiva solo in obbligo nei miei confronti... non mi dovevo aspettare niente di più...

«Va bene.» assentii con un sorriso.

Mi alzai dal lettino e uscimmo dall'infermeria, dirigendoci verso l'uscita.

Il ragazzo che avevo ammirato e guardato da lontano, ora stava camminando accanto a me. Questo mi bastava. Se i poteri magici di Satan non avevano effetto su di lui, almeno potevo godermi questi momenti insieme.

Il corvo

Ero nascosto sul ramo più alto di un albero con il mio signore e stavamo spiando l'andamento della situazione.

Abbassai lo sguardo, Milo stava attraversando il cortile con Rex. Si sorridevano con fare complice e chiacchieravano come se fossero vecchi amici.

«Sembra stia andando bene...» affermai rivolto a Satan «Anche se in ritardo rispetto alla norma, il desiderio del ragazzo si sta avverando...»

Lui rimase a fissarli in silenzio, sul suo viso apparve per un istante un'espressione di tristezza.

«Vero signore?» domandai davanti al suo silenzio.

I suoi occhi da caldi e tristi, diventarono freddi e distaccati e si voltò verso di me.

«Andiamo Malpass...» mi chiamò lui, mentre spiccava il volo.

«Sì, signore.» risposi, cercando di volargli accanto.

Milo

Entrai in casa felice come non mai e con un sorriso stupido stampato sulla faccia.

«Sono tornato!» urlai, richiudendomi la porta alle spalle.

«Sembri sereno e soddisfatto!» disse una voce alla mia sinistra.

Mi voltai, incontrando due occhi neri come la notte, che mi scrutavano quasi arrabbiati.

Satan se ne stava appoggiato al muro con le braccia incrociate sul petto. Aveva l'aspetto di un ragazzo normale, con i capelli corti leggermente spettinati, lo stesso che aveva usato quando si era presentato a scuola.

Un momento! Che cavolo ci faceva a casa mia? Poi un'idea paurosa si fece largo nella mia mente.

«Non avrai alterato anche la memoria di mia madre e mio padre?» sbottai stizzito.

«Ovvio, che ti aspettavi?» rispose lui tranquillo.

«Ma che cavolo...» stavo dicendo, quando venni interrotto dall'arrivo di un bambino di circa quattro o cinque anni.

«Fratellone!!! Bentornato!!!» urlò il piccoletto, buttandomi le braccia al collo.

«E lui chi diavolo è?» domandai senza più capirci nulla.

«E' il tuo fratellino Guy.» affermò Satan.

Il mio fratellino? Ma quanto era diventata grande la mia famiglia?

Lo guardai meglio. Era piccolino, i suoi capelli neri erano morbidi e lucidi e i suoi occhi erano grandi e d'orati.

«Accidenti come sei carino e dolce!» esultai stringendo Guy tra le mie braccia «Ho sempre desiderato un fratellino più piccolo! Grazie Sa.. Kai!»

Un Patto col DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora