Capitolo 20

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Il mio cuore smise di battere mentre il fumo provocato dall'esplosione si diradava. Lentamente la figura di Satan tornò visibile, era ancora in piedi e vivo, ma la sua ala sinistra aveva un enorme buco, come se qualcuno l'avesse addentata, staccandogliene un pezzo.

Era vivo!

«Non hai mirato a Milo.» disse Satan guardando Michele. «Lo hai fatto di proposito, non avresti mai il coraggio di colpirlo, vero?»

L'arcangelo tese la sua lancia verso destra, in un punto vuoto, e un grande buco forò le nuvole candide.

«Ho aperto uno squarcio nel regno dei cieli,» disse Michele, «conduce direttamente nel mondo delle tenebre... Andatevene da lì...»

Osservai l'angelo biondo digrignare i denti dalla disperazione, non mi guardava in volto e sembrava non riuscire a farlo. Ci stava lasciano scappare e io volevo solo ringraziarlo.

«Michele...» ma lui mi interruppe subito.

«Andate! Prima che arrivino qui altri demoni!»

Gli lanciai un'ultima occhiata, poi corsi verso Satan, il mio Satan, e mi gettai tra le sue braccia, lasciando stringere più forte del solito. Avevo bisogno di sentirlo vivo e vicino a me.

«Giuro che ti farò felice.» mi sussurrò nell'orecchio con quella sua voce deliziosamente roca ed eccitante. «Più di quanto tu possa mai esserlo nel mondo umano o nel regno dei cieli.» mi promise.

E i gli credevo con tutto il mio cuore.

Mentre camminavamo verso lo squarcio nella nuvola, provai a guardare ancora verso Michele, ma lui mi dava le spalle, come se non riuscisse a dirmi addio.

All'ultimo istante, prima di gettarmi nel vuoto con il mio adorato diavolo, lo sentii chiamare il mio nome.

«Milo!» la sua voce era incrinata dal pianto. «Tu sei sempre stato il mio angelo.»

«Addio.»

Ci ritrovammo nel palazzo di Satan, nel regno delle tenebre. Il passaggio che Michele aveva aperto per noi aveva funzionato ed ora, eravamo a casa, la mia nuova casa.

I diavoli ci accolsero con devozione e rispetto, salutandoci e inchinandosi al nostro passaggio.

«Bentornato, Sire Satan.»

«Bentornato, Milord Milo.»

Milord? Ora mi avrebbero chiamato così? Beh, non era poi così male.

Seguii Satan lungo i corridoio sino a raggiungere la sua camera da letto e, una volta entrati, richiuse la porta alle nostre spalle.

«Sono felice di essere qui.» ammisi sincero.

«Non... ti pentirai di aver abbandonato tutto... ?» domandò, quasi con paura. «Siamo ancora in tempo per riportarti nel mondo degli umani come nulla fosse successo... Ma se rimarrai qui con me, in eterno... ora ti porterò a letto.»

I suoi profondi occhi neri mi scrutarono, pieni di ansia per la mia risposta e desiderio di farmi suo.

Mi avvicinai a lui e, dopo aver poggiato le mani sul suo petto, legai i suoi occhi ai miei per dirgli la mia decisione.

«Il mio cuore ha già scelto. Desidero il tuo amore più di ogni altra cosa.»

Le sue pupille si accesero di un fuoco incontrollato, mi inghiottirono, facendo sparire ogni cosa ci circondasse e facendomi vedere lui e soltanto lui.

Le sue labbra presero possesso delle mie con un'infinita dolcezza, saggiando lentamente la morbidezza della mia pelle. La sua lingua mi chiese il permesso di entrare, di esplorarmi, e io la lasciai fare, felice di potermi di nuovo beare del suo sapore, del suo calore.

Un Patto col DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora