Capitolo 18

3.7K 316 23
                                    

Rex   

Non potevo crederci, Milo era morto.

«La vita umana è così fragile.» disse Seera, poco distante da me. «L'anima di Milo verrà portata agli inferi della Morte e quando lui sarà là, nessuno demone o angelo potrà riprenderselo!» affermò con pura malvagità.

Mi voltai a guardare il corpo senza vita di Milo, con il cuore che si rifiutava di battere dal dolore che stava provando. Alle spalle del suo cadavere apparve la morte in persona. Uno scheletro coperto da una lunga tunica nera e una falce stretta tra le dita.

Ora avrebbe portato via l'anima pura e candida del povero Milo, sottraendolo a me per sempre.

«No» bisbigliai appena. «Non lascerò mai Milo nelle mani della Morte!» urlai, sprigionando il mio potere.

La Morte, colpita dalla mia luce divina, prese a dissolversi, a sgretolarsi, finché non scomparve del tutto, lasciando andare l'anima del ragazzo.

Prontamente feci apparire le mie ali e corsi a prenderlo, stringendolo tra le mie braccia.

«Signore mio, ti prego, salva l'anima di questo ragazzo.» iniziai a pregare. «Abbi pietà di lui, rimetti i suoi peccati...»

Aumentai la stretta intorno al suo fragile corpo evanescente e dispiegai le ali, pronto a prendere quota.

«Michele!» gridò Seera alle mie spalle. «Dove pensi di portare la sua anima?»

«Nel regno dei cieli, con me, per sempre. Sotto l'ala di Dio.» mi girai per incontrare gli occhi di quella ragazza un'ultima volta prima di andarmene. «Seera, hai commesso un grosso errore e un giorno il Signore ti giudicherà.»

Senza al ascoltare altro, mi sollevai in aria e presi a volare verso il regno dei cieli con Milo accostato al mio petto.

Malpass

La lezione era tremendamente noiosa. Il mio signore stava spiegando l'ennesima formula di chimica, quando una strana sensazione mi fece accapponare la pelle.

Anche Satan sembrò avvertirla, dato che si bloccò a mezz'aria con il gessetto bianco con il quale stava scrivendo alla lavagna.

«La lezione è finita.» ringhiò, lasciando l'aula con passo spedito.

Subito gli andai dietro, doveva essere successo qualcosa se il mio signore interrompeva così la lezione e quella sensazione non mi presagiva nulla di buono.

Stavo per chiedere a Satan che cosa stesse succedendo, quando lui fermò due ragazze della sua classe.

«Avete visto Milo?» gli domandò.

«Chi è Milo?» rispose una delle due.

«E Rex?» insistette Satan.

«Ma professore, non c'è nessuno nella nostra scuola che si chiama così.»

Merda! Questa era una pessima notizia!

Kai uscì subito all'aperto e prese le sembianze del signore degli inferi. Le sue ali si librarono nell'aria e i suoi capelli lunghi vennero scompigliati dal vento. Per riuscire a seguirlo, ripresi la forma di corvo e gli volai dietro.

Discese in mezzo alla città, dove sembrava essere capitato un grave incidente.

Mi appollaiai su un albero e rimasi a guardare la scena. Kai raccolse da terra una piuma bianca, luminosa, sicuramente appartenente a un angelo.

A qualche metro di distanza notai Seera e il mio signore le si avvicinò, arrabbiato come non lo avevo mai visto prima.

«Seera!» tuonò Satan. «Che cosa significa questo? Quel Michele... dove ha portato Milo?»

«Milo è morto, non esiste più in questo mondo.» rispose la ragazza.

«Non ti ho chiesto questo!» urlò Kai.

«Doveva essere portata via dalla morte! Così la sua anima avrebbe vagato per sempre negli inferi! Ma Michele l'ha impedito...» spiegò lei, come se fosse tutto pianificato.

Satan le afferrò la nuca con una mano, stringendola forte e facendole dipingere un'espressione di terrore sul viso.

«Hai chiamato la morte per uccidere Milo.» disse Satan con una strana calma. «Ottima mossa, in futuro saresti potuta diventare un'eccellente demone, ma per te non c'è futuro.»

I suoi occhi divennero affilati come coltelli e il suo potere prese a propagarsi attorno alla sua persona, facendo addirittura sfrigolare l'aria.

«No, Satan...» balbettò Seera. «Non sono stata io...»

«E' troppo tardi per fare la faccia d'angelo, dovevo eliminarti prima.»

La sua mano si strinse, la sua magia fece il resto e di Seera non rimase che una grande pozza di sangue e carne senza vita.

«Stupida donna.» sbuffò il mio signore, asciugandosi la mano cremisi sui pantaloni.

Scesi dal ramo sul quale ero appoggiato e, prima di toccare terra, ripresi la forma di un ragazzo delle superiori.

Quando vidi che Satan stava per prendere il volo, lo afferrai giusto in tempo per un ala.

«Malpass?» fece lui, guardandomi negli occhi come se volesse chiedermi che cosa volevo.

«Signore... Dove ha intenzione di andare?» gli domandai.

«E' chiaro, nel regno dei cieli. A riprendermi l'anima di Milo.» rispose sicuro.

«Non lo faccia!» ribattei preoccupato. «Quello è territorio nemico! Sa cosa dovrà pagare per questo?»

Lui mi rivolse uno strano sorriso, un misto tra il sereno e il rassegnato.

«Potrei scomparire.» ammise infine.

«Non lo sopporterei! Che ne sarà del regno degli inferi senza il suo sovrano?»

«Beezebù e Astaroth saranno più che capaci di sostituirmi, penseranno loro a regnare...»

«Non voglio!» gridai con enfasi, stringendo le sue piume nere ancora più forte. «Non pensa a me? Io cosa farò? Il mio padrone è lei, signor Satan, non voglio servire altri demoni!»

Le sue mani mi accarezzarono il viso e asciugarono le lacrime che, sfuggite al mio controllo, mi avevano bagnavano le guance.

«Malpass... Non essere triste. Non vuoi diventare un demone come me? Allora dovresti essere contento che sparisca un rivale...»

Con le sue ultime parole, mi fece un ultima carezza e prese il volo. La preoccupazione mi fece urlare con tutti il fiato che avevo i corpo.

«Signore!!! Aspetti, vengo con lei!!!»

Provai e riprovai a riprendere le sembianze da corvo, ma sembrava che qualcosa me lo stesse impedendo e, l'unica cosa che potei fare, fu rimanere a guardare il mio signore allontanarsi da me, sperando di poterlo rivedere.

Un Patto col DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora