Capitolo 8

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Rimango in silenzio per qualche secondo di troppo, sono venuta qui senza pensare di poterlo incontrare e da come mi sta guardando non mi sembra affatto contento di vedermi qui. Non so bene come giustificarmi, mi aveva detto che potevo venirci tutte le volte che volevo ma d'altronde questo è il suo posto. << Io... Scusa ma volevo rimanere da sola e questo mi sembrava il luogo più adatto, visto che non ne conosco molti altri >> dico. Mi avvicino un po' di qualche passo ma sembra pronta andarmene se dovesse cacciarmi. Abbasso lo sguardo non riuscendo a sostenere il suo in questo silenzio imbarazzante. Non mi piace essere guardata con disprezzo e insistenza. Rabbrividisco per una piccola ventata di freddo, le temperature si stanno abbassando e fra un mesetto arriverà l'inverno probabilmente con la neve. Ride amaramente e incrocia le braccia il petto appoggiandosi alla ringhiera. Stufa di stare qui ferma in silenzio aspettando una sua reazione, prendo io una decisione. << Okay, me ne vado >> dico. Mi volto verso l'ascensore pronta ad andarmene, magari posso farmi una lunga passeggiata tra le strade ancora affollate. Senza pensare ad una meta, comminerò finché non sarò stanca e pronta a tornare in dormitorio. << No non serve me ne vado io!>> afferma duro. Stufa di questo atteggiamento instabile mi piazzo davanti a lui per fermalo << Senti io non capisco quale sia il tuo problema, un giorno fai il gentile e il giorno dopo mi tratti malissimo. Prendi una dannata decisione o sei mio amico oppure puoi anche andartene e non parlarmi, ma non accetto di farmi trattare male da te>> con lui devo mettere subito le cose in chiaro. Ho imparato a non farmi mettere più i piedi in testa, me ne sono andata dalla mia città anche perché sono sempre stata quella che subita e lasciava correre, ma sono stufa di essere quella persona. Sono stufa di far parte della vita delle persone quando e come decidono loro. Non sono io che devo far parte delle loro vite, sono loro che devono far parte della mia, devono essere miei amici e trattarmi con rispetto. Non voglio che qui il mio passato torni in altre sfaccettature. Ho chiuso una porta dietro di me e ne ho aperta un'altra. Non posso decidere totalmente il mio destino non so cosa riservi il mio futuro ma un po' posso contrare degli eventi decidendo come reagire. << Non sono tuo amico>> sussurra avvicinandosi ancora di più. Le sue parole sono un colpo basso ma reprimo con una risata amare le mie vere emozioni. << No non lo sei ma sei il migliore amico di mio fratello e credo che almeno un rapporto civile davanti agli altri possiamo averlo. Non ci parleremo se non lo stretto necessario e ci trattiamo bene, poi ognuno per la sua strada>> Non mi farò umiliare da lui- No conta quello che c'è stato tra di noi, può essere considerato come un bacio dato in discoteca ad uno sconosciuto, nessuno dovrà saperlo e noi con il tempo lo dimenticheremo << Cosa sei venuta a fare qui, e?! A impartire ordine alla gente, ma io non prendo ordire da nessuno figurati da te. Io tratto la gente come mi pare non mi importa di quello che vuoi tu>> mi urla contro prima di entrare dentro l'ascensore. Cerco di raggiungerlo visto che mi ero allontanata da lui << Christian!>> lo chiamo ma ormai le porte si sono chiuse. Perché mi deve trattare così? Stronzo. Gli occhi iniziano a pizzicarmi ma non posso piangere per quel deficiente. Non gli permetterò di condizionarmi e farmi piegare. Così concentro il mio sguardo su un punto fisso, un grattacelo con le luci accese che risplendono nel cielo nero privo di stelle. Mi mordo il labbro scaricando il dolore emotivo su quello fisico e quando sento che le emozioni si sono di nuovo calmate torno a respirare. Adesso posso rilassarmi. Non gli permetterò di rovinarmi il mio sogno, ero consapevole che non avrei mai incontrato tutte persone carine e socievoli con me, l'antipatia reciproca nel mondo esiste ovunque tu vada, ma questo non vuol dire distruggersi a vicenda. Mi sto costruendo delle amicizie e sfortunatamente la maggior parte sono sue ma non può allontanarmi, non posso permetterglielo. Non posso ritrovarmi già sola dopo un mese. Tutto si muove ma è come se fosse immobile, è così che mi sono sentita nei miei primi anni di liceo. La mia vita andava avanti, crescevo e le giornate si susseguivano velocemente ma io rimanevo immutabile, immobile. Mi ridesto dai miei pensieri dopo un altro brivido di freddo, sto congelando è meglio che vada. Quando rientro in ascensore il calore del palazzo mi riscalda, Quando esco mi guardo intorno alla ricerca di un taxi ma non vedendone nessuno nei paraggi inizio ad incamminarmi nella direzione del campus. Non faccio molti passi prime di accorgermi di Christian appoggiato ad una macchina intento a fumare la sua sigaretta. Non si accorge di me e continua a fumare indisturbato, così gli vado incontro volendolo superare senza degnarlo di uno sguardo, credo che sul tetto ci siamo detti tutto quanto. Mi comporterò come un'estranea nei suoi confronti. Mi chiedo però cosa ci facesse ancora sotto il grattacielo. Dopo l'ultimo diro di sigaretta, il suo viso viene totalmente avvolto dal fumo. Schiaccia il mozzicone per terra prima di darmi le spalle e incamminarsi nella mia stessa direzione. Fortunatamente non mi ha vista. Rimango a qualche passo di distanza da lui nascosta dalle persone. Quando noto ce però svolta per una strada che non conosco decido di seguirlo. Non so perché lo faccio ma sono sicura che non si sta dirigendo verso il campus. Dopo qualche minuto, svolta in un vicolo. Qui non mi sembra affatto una zona sicura e di starmene qui da sola non mi va proprio, tra l'altro non mi ricordo neanche la strada, sono totalmente disorientata. Decido di avvicinarmi a lui, gli tocco il braccio per farlo voltare ma non faccio neanche in tempo a sfiorarlo che in due secondi mi ritrovo bruscamente con le spalle a muro. << Abby !!>> dice allarmato quando finalmente mi riconosce. Lo guardo e i lineamenti del suo viso sono tirati, sembra preoccupato. Ho preso proprio una bella botta alla schiena! Quado mi lascia un po' di spazio mi stacco dal muro massaggiandomi una spalla, dove ho preso maggior mente la botta. << Cosa diavolo ci fai qui? Mi stavi seguendo? Forse non ti è chiaro Abby devi sparire dalla mia vita! Hai capto?>> mi urla contro. Sobbalzo presa incontro piede dal suo tono duro. Lo so che non dovevo seguirlo. Mi allontano da lui senza proferire una parola e lui non mi ferma. Quando svolto l'angolo e lui non può più vedermi inizio a correre non so dove sto andando, faccio affidamento sul mio orientamento. Fortunatamente in poco tempo mi ritrovo sulla strada del grattacielo. Senza fiato mi appoggio sulla vetrina di un negozio. Quando mi sono tranquillizzata mi incammino. Mille domande però assillano la mia mente, tutte su Chris sul perché si trovasse in quel vicolo buio e perché era così teso. Ho capito che non voleva lì ma non era teso solo per me, lo era anche prima che si accorgesse della mia presenza. Nessuno attacca le persone al muro in quel modo se vengono spaventati, non se non stai facendo niente di male o non ti trovi in una brutta zona. È quasi mezzanotte ma mi sembrano passate molto più ore da quando sono uscita dalla mia stanza. È tardi ed io domani ho anche il mio primo esame. Quando entro non c'è nessuno come sempre. Decido di chiamare Sam per vedere se è rientrata e magari farmi raccontare un po' di cose, ma parte subito la segreteria telefonica.

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