Capitolo 1

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Ecco questo è uno di quei momenti della propria vita dove non si sa come definirsi. Sono triste? Sono felice? Eccitata? Impaurita? Si, si e ancora sì. Vi starete chiedendo perché provo tutto questo. Non prendetemi per una pazza, o meglio non ancora. Vorrei iniziare a correre e a urlare lungo la strada, per sfogare tutte le mie emozioni, ma è meglio se rimango seduta al mio posto, muovendo continuamente e in modo fastidioso le gambe. Non riesco a stare ferma. Sono troppo agitata. Mi alzo, cammino, mi siedo e dondolo le gambe. Oggi, è un giorno molto importante per me. Un nuovo e forse bellissimo inizio. Cosa sta succedendo? Bene, siamo a settembre, e sono una ragazza che sta per realizzare il suo sogno di sempre. Mi trovo in aereo porto diretta verso New York, per continuare lì i miei studi e realizzare i miei sogni. Penso sia una ottima ragione per avere il cuore che batte fortissimo contro la gabbia toracica, il fatto di cercare di regolare il respiro e far sparire il sorriso immenso sulla propria faccia, per smettere di sembrare una deficiente ( impresa per il momento impossibile). Ecco il motivo per cui sono felicissima (anche troppo forse) ed eccitata. Dentro di me, una piccola parte di me, è triste ed impaurita. Perché? Qui ho tutta la mia famiglia, i miei amici. Qui è dove la mia storia è iniziata, e ho un po' paura di continuarla in un altro posto, ma questa è la vita! E poi qualche volta i cambiamenti fanno bene, giusto? Abito a Roma e nelle vie di quest'immensa e magnifica città ho provato gioie e dolori, ho raggiunto traguardi che mai avrei pensato di raggiungere, ho avuto anche dei fallimenti che mi hanno aiutata a crescere. Finalmente posso studiare medicina all'estero, nell'università di New York, insieme a mio fratello. Si chiama Jack ed ha 21 anni, è' sempre stato un ragazzo molto protettivo e affettuoso nei miei confronti, a volte anche troppo. Si è trasferito a New York due anni fa, anche lui con il mio stesso sogno. A differenza mia però lui è partito in un periodo un po' difficile per la nostra famiglia. I nostri genitori stavano divorziando, ma questo non ci ha mai fermati. Mia madre si risiede al mio fianco, su queste scomodissime sedie dell'aereo porto. Mi porge il mio cappuccino e inizia a fissarmi. << A cosa pensi?>> chiedo a mia madre. Oggi è troppo silenziosa. << Stavo pensando a come il tempo vola, mi sembra ieri che correvi per i corridoi di casa insieme a tuo fratello. Siete diventati grandi troppo presto>> mi risponde spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Le rivolgo un sorriso dolce prima di bere un altro sorso. Già il tempo è volato. << Mi mancherà vivere qui!>> confesso. Mia madre non mi risponde ma continua a giocare con i miei capelli. Ha una fissa per loro, molto spesso li usa come antistress. Il mio volo viene chiamato, così entrambe, insieme a papà, ci alziamo. Mamma subito mi abbraccia fortissimo. << Mi mancherai tanto Abby!>>

<< Anche tu mamma>> la stringo ancora più forte prima di fare lo stesso con mio padre.<< Avvisa come atterri >> Prendo le mie valigie e inizio ad incamminarmi verso il mio volo. Mi volto un'ultima volta verso di loro e gli faccio un piccolo saluto con la mano.

Dopo tutti i vari controlli finalmente sono seduta al mio posto vicino al finestrino. Mentre aspetto che il resto dei passeggeri salga e posi i propri bagagli guardo fuori dal finestrino. Sono le sette di sera ed oggi il tramonto è stupendo. Sarebbe da fare una foto per inquadrare la pista illuminata dai colori caldi del tramonto. Qualcuno si siede accanto a me ma non mi giro a vedere chi sia, troppo occupata ad osservare il tramonto.

<< Bello vero? Quando saremo in volo sarà stupendo!>> dice la voce dietro di me. Mi giro per vedere chi ha interrotto le mie piccole fantasie. È una signora di mezza età, porta i capelli corti biondi ma sull'attaccatura si nota un po' di ricrescita bianca. Ha gli occhi marroni incorniciati da un po' di rughe e mi sta sorridendo in modo dolce. << Già. Sarà bellissimo, non vedo l'ora >> rispondo sorridendogli. Le hostess si dispongono lungo il corridoio e mostrano come comportarsi in caso di pericolo, ma non le seguo più di tanto. << Come mai vai a New York, ragazza?>> mi chiede la signora. << Inizio il mio primo anno di università. >>

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