Capitolo 9

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POV Annie
"Armin!" urlo vedendolo accasciarsi al suolo. Gli corro incontro e mi inginocchio di fianco a lui chiedendogli cosa avesse:" Annie" dice sottovoce "La tua risata era agghiacciante, ma anche bellissima" mi sorride, poi sviene all'improvviso. Ho gli occhi lucidi e, non curante del cadavere di Gaia, mi mordo la mano trasformandomi in gigante. Sollevo lentamente Armin cercando di non fargli del male, poi corro verso casa mia. Questo bosco è lontanissimo dalla città e da casa mia, dunque nessuno avrebbe notato nulla di strano. Arriviamo a casa mia; appoggio Armin per terra ed esco dal corpo del gigante, poi lo prendo in braccio portandolo nel laboratorio di mio padre. Lo appoggio su uno dei lettini che mio padre usava per gli esperimenti, prendo una siringa con del liquido verd'acqua e glielo inietto nel braccio; questo liquido permette alle ferite di riemarginarsi, infatti dopo pochi minuti la ferita si sta chiudendo, nonostante il fatto che Armin sia ancora molto pallido per via della perdita di sangue. Gli fascio la ferita con delle bende, lo prendo in braccio, lo porto nella mia stanza e lo appoggio sotto le coperte del mio letto. Mi siedo su una sedia accanto a lui e gli stringo la mano aspettando che si svegli.

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POV Armin
Apro lentamente e faticosamente le palpebre sentendo un peso sulle gambe, mi sposto leggermente spostando lo sguardo sulle mie gambe e noto Annie addormentata con la testa poggiata su di esse. Provo ad alzarmi ma una fitta dolorosa allo stomaco mi costringe a sdraiarmi di nuovo, tento ancora e con un po' di sforzo in più riesco a mettermi seduto E sorrido vedendo l'espressione serena di Annie , non resisto e le accarezzo i morbidi capelli biondi e subito apre gli occhi che mi fissano felici e ancora un po' assonnati. Si solleva stropicciandosi gli occhi con un espressione serena e le guance leggermente rosse, io mi lascio scappare una risatina alla vista di tanta tenerezza e le si volta abbracciandomi forte.

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Sono passati alcuni giorni e io sto guarendo lentamente anche se mi sento ancora piuttosto debole e stanco. Per tutto questo tempo Annie si é presa cura di me infatti proprio adesso sta entrando in camera con una tazza di té caldo in mano; si avvicina e mi lascia un piccolo bacio sulla fronte, ma si stacca subito preoccupata
"Tu scotti! Aspetta qui vado a prendere il termometro"
Io annuisco e lei posa la tazza sul comodino ed esce in tutta fretta. Pochi secondi dopo lei ritorna con il termometro e me lo mette in bocca. Poco dopo lo toglie e guarda la temperatura
"Accidenti hai la febbre a 39. Aspetta qui che ti prendo delle medicine"
Esce ancora e ritorna con un bicchiere di acqua e delle pillole. Io prendo le pillole e mi sdraio sul letto stanco e poco dopo mi addormento.

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Passano un paio di giorni e la febbre mi passa, ma nonostante tutto continuo ad avvertire dolori alle ossa.
Annie è qui, accanto a me.
Dopo qualche minuto passato ad osservare il soffitto, Annie si sveglia.
"Buon giorno, mia cara" le dico dandole un bacio sulla fronte. "Oggi non penso di andare a scuola, mi fanno male le ossa..."
"Oh, povero, mi dispiace. Resterò a casa con te..."
"No, è meglio che tu vada a scuola dato che abbiamo compito in classe. Stai tranquilla me la caverò da solo!"
Lei annuisce e va in bagno. Nel frattempo avverto un dolore lancinante alla gamba sinistra. Mi tolgo le coperte di dosso vedendo una cosa agghiacciante: la pelle della mia gamba si stava sciogliendo come se vi fosse stato buttato sopra dell'acido. Urlo a causa del bruciore e del dolore; Annie mi sente e corre subito da me e non appena assiste a quello spettacolo orrendo, dice "Vado a prendere la siringa, torno subito. Resisti!" Nel frattempo la pelle continuava a sciogliersi e con essa anche parte del tessuto muscolare. Annie arriva con una siringa contenente un liquido verd'acqua, il quale aveva capacità rigenerative, e me la inietta nel braccio. Purtroppo però, il liquido non ha effetto, anzi, la pelle e il tessuto muscolare se ne stavano andando più velocemente di prima. Svengo a causa del dolore.
Dopo qualche ora mi risveglio notando che tutta la mia gamba è ormai priva di pelle; si vedono le ossa sulle quali è ancora attaccata della carne. Vomito alla vista di quello scempio. Annie è seduta accanto a me: non l'ho mai vista piangere così tanto. Do uno sguardo veloce alla mia gamba notando che le ossa si stavano colorando di grigio scuro. Anche il mio piede stava subendo la stessa cosa. Non riesco a capire però cosa mi stia succedendo. So solo che quella notte avevo avuto un incubo: mi trovavo in una stanza buia con uno strano robot dalle sembianze di un orso che riconosco subito: era Fredbear, la mascotte del Fredbear Family Dinner, la pizzeria nella quale sono stato chiuso da bambino. Il suo corpo era rovinato ed era stato disattivato. Ad un tratto sentii una strana voce dire "Sto venendo a prenderti!" e in quel momento gli occhi di Fredbear si illuminarono. Si avvicinò a me spalancando la sua bocca e mostrando i suoi denti appuntiti, ma proprio quando stava per mordermi, la sveglia ha suonato svegliandomi.
Cosa intendeva con "Sto venendo a prenderti"? Sinceramente non lo so...so solo che quando ero piccolo, dei ragazzi più grandi di me mi avevano chiuso in una stanza del Fredbear Family Dinner con Fredbear. Lui sembrava piuttosto amichevole, ma quando quella notte la guardia mi trovò lì e cercò di prendermi, Fredbear mi aveva quasi staccato un braccio. Ho ancora la cicatrice del suo morso sul mio braccio, quello stesso braccio che ora stava perdendo carne come la gamba e il piede. Cosa diavolo mi sta succedendo? Tutto questo ha a che fare con quello strano sogno? Ha a che fare con quel "Sto venendo a prenderti"? Ho paura. Ormai mi sono abituato a quel maledetto bruciore, dunque evito di urlare per non far preoccupare Annie, che è seduta accanto a me. Le tengo stretta la mano con l'altro braccio il quale miracolosamente è ancora tutto intero. Abbasso lo sguardo verso la gamba: le ossa sono completamente nere e degli strani fili elettrici stanno spuntando da quei pochi pezzi di tessuto muscolare che erano rimasti attaccati ad esse. Stessa cosa stava accadendo al mio braccio.
Per qualche ora non è successo più nulla. Annie, con gli occhi pieni di lacrime, mi chiede:" Armin, si può sapere cosa ti sta succedendo?"
"Non ne ho idea" rispondo. Le racconto del sogno e della vicenda di Fredbear e, subito dopo aver finito di raccontarle tutto, il mio occhio sinistro inizia a lacrimare:" Armin, perché stai piangendo?" mi dice Annie notando la lacrima. Rispondo:" N-non sto piangendo di mia volontà..." vengo interrotto da un dolore atroce alla mano "Oh cazzo" noto che si stava deformando. All'improvviso le ossa delle dita fuoriescono violentemente dalla mano facendomi scappare un urlo di terrore. Annie nel frattempo mi stringe l'altra mano spaventata; sentii un bruciore all'occhio che prima lacrimava:" Armin, il tuo occhio!" Annie mi guardava terrorizzata:" Passami uno specchio, veloce!" prende uno specchietto portatile e me lo avvicina al volto, facendomi notare una cosa veramente oscena: era tutto rosso e dei pezzi di carne si stavano staccando dalla mia faccia. Che cosa mi sta succedendo? Non lo so, so solo che ho paura.
Sono ormai le quattro del pomeriggio. Provo a dormire, ma il dolore me lo impedisce. Annie mi ha preparato della cioccolata calda, ma non ho la forza di berla nè tanto meno di mangiare qualcosa. La pelle intorno all'occhio sinistro si era sciolta ed era possibile vedere la carne, la quale aveva assunto una colorazione grigio-metallo. Il sangue, che prima riempiva il mio occhio, aveva convertito l'azzurro dell'iride in un rosso acceso. La pupilla invece stava assumendo una colorazione arancione ai bordi, mentre la parte centrale di essa stava diventando completamente bianca, causandomi un fastidioso dolore all'occhio. Sposto lo sguardo nuovamente sul mio piede, il quale si stava deformando come la mia mano. Le ossa della gamba, completamente nere, sono circondate perlopiù di fili elettrici. Cerco di sollevare il braccio destro: emette strani rumori metallici. Osservo la mia mano: la carne si è totalmente sciolta, le ossa nere, coperte di fili elettrici anch'esse, non sembrano essere umane, bensì un endoscheletro robotico. Riprendo lo specchio e noto che la parte bianca dell'occhio aveva assunto un colore grigio metallo, così come la carne che è rimasta scoperta attorno all'occhio. All'improvviso sento una risata agghiacciante; mi giro verso Annie dicendo:" Cos'era quella risata?!"
"Che risata?" risponde "Non ho sentito nulla..."
"Ti giuro, ho sentito una risata spaventosa!" inizio a tremare mentre lei mi stringe la mano sussurrando:" Hey, stai tranquillo, ci sono io qui con te." La guardo sorridendo e dimenticando per qualche minuto tutti i miei problemi, ma quel bel momento viene interrotto da un dolore tremendo alla mano destra e al piede: dalla punta della mano fuoriuscivano degli strani artigli metallici, stessa cosa per il piede.
Intanto, la maggior parte del braccio e della gamba hanno iniziato a rivestirsi di uno strano tessuto color giallo ocra, e il mio occhio emetteva una strana luce rossastra. Dopo qualche ora, il piede e la mano si sono rivestiti anch'essi di quel tessuto, lasciando scoperti gli artigli metallici. Le poche parti rimaste scoperte mostravano le ossa nere circondate    dai fili elettrici, alcuni dei quali fuoriuscivano dai buchetti del tessuto.

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Sono le nove di sera. Bevo la cioccolata, non più calda, che mi aveva preparato Annie, poi do uno sguardo al braccio e alla gamba: posso benissimo dire che sembrano delle parti robotiche che mi sono familiari...ma certo: sono come quelle di Fredbear! Ma quindi il sogno e lui centrano qualcosa con tutto questo? Mi alzo per andare in bagno: riesco a muovere la gamba robotica come se fosse la gamba di una volta, anche se questa emette dei cigolii e suoni metallici che mi mettono i brividi. Arrivato in bagno, mi guardo allo specchio per vedere i miei orrendi cambiamenti, ma non appena mi metto davanti ad esso, noto una figura che mi fa gelare il sangue nelle vene: è Fredbear! Spalanco gli occhi incredulo mentre lui comincia a fare quella risata che avevo udito prima:" Cosa vuoi da me?!" chiedo. Mi sento un idiota a parlare con uno specchio
"Voglio spaventarti!" risponde continuando a ridere
"

Smettila! Mi hai trasformato tu in questo modo, vero? Perché?"
"Perché tu mi devi aiutare"

Una Cotta Scolastica (Armin x Annie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora