Capitolo 10

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POV Armin
Io dovevo aiutarlo? A fare cosa? E perché mi ha dovuto ridurre così? Sono un mostro!
"In che senso?" chiedo rabbrividendo
"Devo portare a termine la mia vendetta..."
Non capisco. "Di che vendetta parli?"
"Tu pensi che io sia solo uno stupido robot, non è così? Be', ti dirò come stanno le cose: io sono l'anima del figlio dell'inventore degli animatronici!"
"Spiegati meglio"
"Hai presente i 'robot' del Fredbear's Family Dinner? Si chiamano 'animatronici' e mio padre è il loro inventore. Ora è chiaro? Bene. Io sono l'anima di suo figlio; sono stato rinchiuso nel corpo di Fredbear dopo essere stato ucciso da Vincent 'The Purple Guy', ossia la vecchia guardia della pizzeria."
Tutto questo è assurdo e allo stesso tempo macabro. Quindi lui è un fantasma? Posso vederlo e sentirlo solo io? Interrompe i miei pensieri riprendendo a parlare
"Qualche anno prima che tu venissi chiuso in stanza con me, il figlioletto del Purple Guy venne nella pizzeria. Dei bulli lo infilarono nella bocca di Fredbear e l'animatronico,non potendo cantare, chiuse le fauci strappando il lobo frontale del viso del piccoletto, che morì dopo sette notti di coma." Fa una breve pausa mentre io rabbrividisco ascoltando questa storia, poi riprende "Il Purple Guy era infuriato per la morte del figlio e ne parlò con mio padre dandogli la colpa dell'accaduto, poi abbandonò la pizzeria giurando vendetta. Uccise me e i miei fratelli e poi ci rinchiuse nei corpi dei vari animatronici. Lui non sapeva però che il figlio si era reincarnato in Puppet, un nuovo animatronic piuttosto sinistro; Puppet ci restituì la vita, dunque ognuno di noi impersona ora un animatronico. Io ho assunto l'identità di Fredbear. Però, a differenza dei miei fratelli, ero stato messo a marcire in quella stanza -dove mi hai incontrato- per il resto della mia lurida vita." si ferma sospirando, poi riprende "Scommetto che ti stai domandando perché ti abbia ridotto così" come fa a saperlo? Può leggere i miei pensieri? "Bene, ti spiego: quando ti ho morso il braccio, parte della mia anima si è legata a te. Il mio corpo robotico, Fredbear, è stato distrutto dal Purple Guy, che probabilmente ha voluto porre fine alla 'vita' di noi robot. Dato che non avevo più un corpo, dunque, mi sono manifestato in te. Sei per metà umano e per metà robot" Be, di questo me ne ero accorto "Comunque, una volta che la mia vendetta sarà compiuta, la mia anima si staccherà dal tuo corpo e potrà finalmente riposare in pace. Inoltre il tuo corpo tornerà normale." Bene, quindi dovrei aiutarlo a fare non so cosa per tornare quello di un tempo? "Cosa dovrei fare io?" chiedo
"Dovrai accettarmi affinché possa prendere il controllo del tuo corpo e uccidere i familiari del Purple Guy."
Se lo scorda. Non voglio diventare un assassino.
"Ma tu hai già ucciso una volta; sei già un assassino." deve aver letto i miei pensieri di nuovo, dannazione!
"Di che ti preoccupi?"
"Come fai a saperlo?" chiedo
"L'ho visto con i tuoi occhi!" i suoi occhi si spalancano e si illuminano di un rosso acceso, poi esce dallo specchio e il mio occhio robotico emette la stessa luce rossa degli occhi di Fredbear. Balbetto "I-Io...Io non l'ho fatto di mia volontà. Non volevo uccidere!" cado sulle mie ginocchia mentre lui, ridendo rumorosamente, dice: "Ma lo hai fatto"
Il mio occhio umano è lucido; odio ricordare quella vicenda.

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Flashback

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Armin e Eren avevano 10 anni e stavano camminando tranquillamente per i corridoi della scuola

Stiamo ridendo e scherzando quando davanti a noi compaiono Gunter e Erd i bulli che ci tormentano dall'inizio delle elementari. Iniziano a prenderci in giro facendo battutine stupide , chiamandoci femminucce ridendo come degli idioti. Erd si avvicina a Eren mentre Gunter mi tiene fermo. Erd afferra Eren per i capelli spingendolo contro il muro buttandolo a terra facendogli sbattere la testa poi si china su di lui afferrandolo per il collo sollevandolo in aria stringendo la presa tanto che il suo volto diventa rosso mentre si agita cercando di liberarsi. Io allora non resisto comincio a muovermi e scalciare liberandomi dalla presa di Gunter correndo verso il mio amico per aiutarlo ma non riesco a fare un passo che il bullo mi tira i capelli facendomi cadere a terra, provo ad alzarmi ma lui si siede a cavalcioni su di me iniziando a colpirmi il volto con schiaffi e pugni. A ogni colpo mi sento sempre più svuotato da ogni energia e poi dopo un altro colpo sento il sapore ferroso del sangue nella mia bocca, le lacrime scendono copiose dai miei occhi mentre tento di difendermi inutilmente. La vista si fa sfocata e non solo per le lacrime credo di stare per perdere i sensi ma non posso arrendermi, non posso farmi sottomettere così, non posso lasciarmi sopraffare, non posso smettere di lottare. Raccolgo le ultime forze che mi sono rimaste e lo spingo via ma non mi accorgo che eravamo in billico sulle scale; lo vedo cadere giù dalle scale e atterrare malamente sul pianerottolo in una pozzanghera di sangue. Subito Erd molla Eren e mi guarda furioso e spaventato allo stesso tempo poi guarda il corpo di Gunter immobile sul pianerottolo in quel lago cremisi che via via si allarga e allora urla attirando l'attenzione di alunni e professori che corrono da noi fermandosi a guardare la scena, poi un professore si avvicina a Gunter mentre un altro chiama i soccorsi e la polizia. Ed ecco che arriva la frase che mi fa crollare il mondo addosso
"Non respira e non c'è battito. È morto"
Gunter è morto e sono io il colpevole, sono io che l'ho ucciso, sono un assassino, un mostro. Io non posso crederci adesso le mie mani sono sporche di sangue e la mia anima resterà macchiata per sempre.

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I miei pensieri vengono interrotti dalla fastidiosa risata di Fredbear "Se ti fa così male ricordare quella vicenda, perché lo fai? Certo che voi umani siete complicati!" dice ghignando. A dir la verità non ne ho la minima idea. Mi alzo di scatto, mi asciugo la lacrima dall'occhio destro, sospiro e dico:" Ti aiuterò"
Lui spalanca la sua bocca mostrando i suoi numerosi denti aguzzi "Perfetto!" dice "Cominceremo con la vendetta domani sera, essendo sabato..."
"Ma io devo ugualmente andare a scuola domani mattina! Come faccio con le parti robotiche!?"
Risponde seccato:" Le farò sparire temporaneamente in modo tale da poterle usare la notte. Ah un'ultima cosa: non dire a nessuno della mia storia nè tantomeno della mia esistenza"
"Ma la mia ragazza..."
"Neanche lei" mi interrompe "Non fidarti di nessuno a parte me, chiaro?"
Annuisco amaramente mentre le mie parti robotiche vengono sostituite dai miei vecchi arti umani senza farmi provare alcun dolore. Fredbear si gira verso me dicendo:" A presto, Fredbear Arlert!" e sparisce nel nulla. Fredbear Arlert? Mi chiedo cosa voglia dire...
Esco dal bagno dirigendomi verso la camera da letto e cercando allo stesso tempo di inventare una scusa decente per non dire ad Annie cosa è successo. Arrivato in camera, vedo Annie seduta sulla sedia accanto al letto: sta dormendo. La prendo in braccio tentando di non svegliarla e la stendo sul letto, poi mi sdraio accanto a lei stringendola a me. Noto che sta sorridendo; cavolo quanto amo il suo sorriso! Solleva la testa aprendo piano piano gli occhi:" Armin? Che è successo? Come stai? E le parti robotiche?!"
Le sussurro "Tranquilla, deve essere stato solo un sogno" Più che un sogno direi un incubo, il mio incubo, e aveva un nome, ossia Fredbear. Penso non abbia senso provare a scappare. Se non si può sconfiggere la propria paura, bisogna trasformarsi in essa! Sarò più forte, ma allo stesso tempo un mostro...Dannazione, non ci capisco più nulla! Mi scoppia la testa...
"Armin, qualcosa non va?" Annie deve aver notato la mia preoccupazione. La stringo ancora più forte "No, sto bene, tranquilla!" le stampo un bacio in fronte e le auguro la buona notte.
Il mio incubo si avvicina e ho paura di perdere la mia Annie.

Una Cotta Scolastica (Armin x Annie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora