Lo scarabeo d'oro pt. 2

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A dire il vero, tali passatempi non sono mai stati di mio gusto


e, in quel particolare momento, avrei più che volentieri opposto


un rifiuto; calava infatti la notte, e la camminata di prima mi


aveva non poco affaticato; ma non vedevo come svicolare e


d'altra parte temevo di turbare con un diniego l'equilibrio


mentale del mio sventurato amico. Certo, se avessi potuto


contare sull'aiuto di Jupiter, non avrei esitato a ricorrere alla forza, per riportare a casa quel povero folle, ma conoscevo


troppo bene i sentimenti del vecchio negro per sperare che, in


qualsiasi circostanza, avrebbe preso le mie parti nel caso di una


colluttazione col suo padrone. Quest'ultimo, ormai ne ero


sicuro, si era lasciato contagiare da qualcuna delle


innumerevoli superstizioni del Sud relative a tesori sepolti, e


questa sua fantasticheria aveva trovato conferma nel


ritrovamento dello scarabaeus o, forse, nell'ostinazione di


Jupiter, in quel suo ripetere che si trattava di uno «sgarabeo di


oro vero». Una mente già incline alla follia sarebbe stata


facilmente sedotta da simili suggestioni, specie se consone alle


sue idee preconcette - e allora mi tornò alla mente il discorso


del poveretto a proposito dello scarabeo che gli avrebbe


«additato» la sua fortuna. Tutto considerato, ero profondamente


turbato e perplesso ma, alla fine, decisi di fare di necessità


virtù: scavare di lena e così convincere al più presto il


visionario, con una prova concreta, della fallacia delle sue


convinzioni.


Accese le lanterne, ci mettemmo tutti al lavoro con uno zelo


degno di più ragionevole causa, e mentre la loro luce cadeva


sulle nostre persone, e sugli attrezzi, non potei fare a meno di


pensare che formavamo un gruppo davvero pittoresco, e che a


un intruso che per caso si fosse trovato a passare di lì il nostro


lavoro sarebbe certo parso strano e sospetto.


Per due ore scavammo senza tregua, scambiando rare parole,


disturbati solo dall'abbaiare del cane, smodatamente interessato


a quel che facevamo. Alla fine, divenne così turbolento da farci


temere che richiamasse qualche vagabondo lì attorno: o,


piuttosto, questo temeva Legrand; quanto a me, avrei accolto


con piacere qualsiasi interruzione che mi avesse dato modo di


ricondurre a casa quell'esaltato. Alla fine, la cagnara venne


ridotta al silenzio molto efficacemente da Jupiter che, balzato


fuori dalla buca con aria quanto mai risoluta, legò la bocca

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