Corsi su per le scale, chiusi la porta a chiave e scivolai per terra: la stanza girava e la mia vista era offuscata dalle lacrime.
Odiavo tutti: la scuola, i compagni, mia madre, mio padre, anche Dan. Sopratutto Dan!Stavo camminando tranquillamente nel corridoio della mia scuola quando sentii delle risatine arrivare da dietro di me. Sentii lo stomaco fare una capriola e quella stupida sensazione che le risate fossero rivolte a me si fece capolino nella mente.
Mi girai: tre ragazze molto belle mi venivano incontro, continuando a ridere indicandomi.
Non capivo.
Asciugai le mani sudate sul jeans bianco che avevo deciso di mettere quella mattina e respirai a fondo, calmandomi.
"Che stupida! " sentii dire in lontananza.
"Forse dovremmo dirglielo " disse la prima ragazza da destra.
"Si, penso che dovremmo " le tre ragazze si avvicinarono, con dei sorrisi strani sui volti angelici.
"Sei Cat, giusto? " annuii.
"Che bei capelli, non sono naturali, vero?" la ragazza al centro mi rivolse la parola, fece come per toccarmi i capelli ma strinsi la mia mano attorno al suo polso.
"Cosa vuoi? " chiesi alla bionda con il polso bloccato.
"Solo avvisarti " disse, sottraendosi dalla mia stretta.
"Avvisarmi di cosa? " chiesi nuovamente.
"Di quella macchia rossa sul tuo piccolo sedere flaccido" sussurrò nel mio orecchio, in un secondo la mia mano entró in collisione con la sua guancia, lasciandoci tutte le cinque dita sopra.
"Brutta troia " mi prese per i capelli e io le strinsi il polso, cercando di fermarla.
Continuava a tirare, ormai non mi sentivo più la cute quando reagii e le sferrai un pugno nello stomaco.
Mi lasció all'istante indietreggiando ma ormai il danno era fatto: tra le sue mani riconobbi dei filamenti rossi: aveva tirato così forte da spezzarmi i capelli.
Le arrivai davanti con una sola falcata e le presi i capelli, facendole alzare il volto verso il soffitto, chiusi il pugno, pronta a rifilarle un altro segno sulla faccia quando due braccia mi tirarono indetro, facendomi male.
"Che cazzo fai, Cat? " Dan.
"Lasciami stare" sussurrai tra i denti, continuando ad incenerire la bionda con lo sguardo.
Mi sentii trascinare, Alberico aprì una porta e mi spinse dentro.
"Cosa cazzo é successo, Cat? " mi chiese, lascandomi finalmente.
"Niente" risposi, poggiando lo sguardo dappertutto tranne che su di lui.
"Dimmi cosa cazzo é successo!" Urló, facendomi sobbalzare.
"Niente! Ho il ciclo, sono incazzata, quella ha fatto un commento da puttana e le ho dato uno schiaffo, lei ha risposto e io stavo per finirla quando sei arrivato tu, Ok? Lasciami in pace, non sei mia madre! "
Aprii velocemente la porta per trovarmi davanti il preside.
"Catherine, nel mio ufficio. Ora."E quindi mi trovavo a casa con una sospensione di tre giorni e un'incazzatura immane.
Sapevo che mi ero andata a cacciare nei casini per una cazzata ma il ciclo non mi faceva bene. Mi alzai per andare in bagno, mi levai i pantaloni buttandoli nel lavandino e mi cambiai.
Vaffanculo alla vita.
Mai una gioia.
Voglio solo le band.
Odio tutti.
Sopratutto quel testa di cazzo di Dan che dopo una settimana ancora non aveva avuto le palle di parlarmi di quel che era successo al matrimonio. Personalità protettiva un cazzo, quello era bipolare.#SpazioMe
Spero vi piaccia.
Vi amo
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Eravamo Le Persone Giuste Al Momento Sbagliato.
Teen FictionLei stronza, ma distrutta. Lui dolce, ma distrutto. Ognuno di noi reagisce diversamente al dolore, alcuni vanno avanti, alcuni fanno passare i giorni. La mancanza di un padre, la perdita di una madre. E un sentimento sbagliato.