3 ovvero Cao

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La mattina dopo, neanche se l'avessi evocata con un incantesimo riuscito male, Antonietta si materializzò davanti ai nostri occhi mentre Trupp provava a cercare scampo in qualche vetrina dove si sarebbe diretto senza esitazione alla ricerca improvvisa di un oggetto X.
"Uuuuhhh, ma guarda chi si vede!!" Esclamò come se non fosse noto che il solo vederla non ci faceva sobbalzare il cuore. " Pensa che proprio ieri vi ho nominati!"
Trupp pensó, e io riuscivo a sentire i suoi pensieri chiaramente, " Che fortuna! Pensa un po' su che notiziario siamo finiti!" Poi mi guardò, folgorato da improvvisa voglia di autolesionismo, e mi annunciò: "Meo, io vado avanti e ti aspetto al mercato!!  Sennò facciamo ANCORA più tardi!" Quell'ANCORA così sottolineato era un monito per me e per Antonietta: significava " vedi di non farti fregare dalle chiacchiere" e " smonta le tende, cara, prima di subito! Grazie!" .
Tanto era tutto inutile: Antonietta era capace di seguirti pure al cesso, se questo poteva essere utile a soddisfare il suo bisogno di sparlare e di impicciarsi. E infatti Antonietta riuscì a sapere esattamente cosa ci serviva per il pranzo nei giorni seguenti, quanto avevamo nel portafoglio (riusciva a sbirciare con velocità felina) e che medicine aveva prescritto il medico a mia nipote, grazie ad una telefonata intempestiva, e intercettata, di mia cognata.
Per concludere, ammise che era capitato, nel mezzo di una discussione con Salim, di fare il mio nome. A questo punto commisi l'errore di chiedere quale fosse il tema del convegno all'accademia del fatto altrui e, per inciso, mi informò che il pomeriggio precedente avevano ammazzato Cao.
Menomale che ci aveva messo solo due ore per decidere di dirmelo.... Vabbè!
Ora dovevo scegliere se suicidarmi chiedendole come era accaduto o rimanendo, tanto sarebbe durato poco, all'oscuro dei dettagli

Le pile all'uranioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora