uno

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La luce del sole che filtrava dalle finestre mi svegliò di soprassalto. Non era forte, era lieve, leggere, proprio come la mano stesa sul mio petto.

Non sapevo bene che giorno era, ma fu proprio la secchezza della mia gola che mi fece capire quanto avevo bevuto la sera prima.

Aprendo piano gli occhi, girai il volto verso sinistra, cercando di trovavare un orologio.

Erano a mala pena le 7 di mattina.

Sembrava di aver dormito massimo due ore, sentivo ogni mio muscolo gridare dal dolore, ma qualcos'altro aveva attirato la mia attenzione.

Un ragazzo steso di fianco a me che non riuscivo a riconoscere. Aveva un ciuffo assai disordinato color castano. Chi era lui? Cosa ci faceva di fianco a me?

Cercai di alzarmi, ma qualcosa mi fermò.

Mi sentivo spoglio, nudo.

Anzi, ero veramente nudo. Ero confuso. Che ci facevo nel letto con uno sconosciuto ragazzo? Soprattutto, perché ero nudo?

Il mio treno dei pensieri fu interrotto da un suo piccolo mugolio che era uscito dalle sue labbra.

Vidi che si stiracchió, e si stese sulla schiena, continuando ad avere gli occhi chiusi. Notai solo allora, che anche lo sconosciuto era nudo.

Aveva due piercing sotto il labbro e gli addominali ben lavorati. No, definitivamente non conoscevo questo ragazzo.

"Merda," lo sentì sussurrare. Non volendo incontrare il suo sguardo e una possibile situazione imbarazzante, finsi di essere addormentato.

Lui si alzò da letto, ancora nudo, e proprio mentre aprì un occhio vidi che aveva una schiena ben fatta. Chi diavolo poteva essere?

Si mise un paio di boxer e una canotta leggera, e aprì le veneziane, facendo entrare definitivamente la luce solare dentro la stanza.

"Senti, ragazzo, non ricordo il tuo nome, ma ora te ne devi andare, va bene?" mi avvisò, lanciando via le coperte dal mio corpo.

Subito, mi coprì il basso ventre, imbarazzato. "Scusa, chi sei tu?" gli domandai, cercando di sembrare il più irritato possibile dal suo comportamento.

"Non importa," replicò lui, guardandomi da cima a fondo. Afferrò una maglietta e un altro paio di boxer e me li lanciò verso la mia direzione.

"Vattene," affermò secco.

Colto di sorpresa, alzai le sopracciglia. "Che è successo ieri sera?" chiesi, cambiando argomento. Mi guardai attorno, e quella stanza non era altro che non familiare. Dove diavolo ero finito?

"Senti, ragazzo, non ha importanza, ora devi andartene da casa mia," rispose, con un tono seccato e annoiato.

Io annuì, mi alzai e mi infilai velocemente i miei vestiti. Sentì che la stanza odorava di dopobarba, e notai che sul comodino di fianco a me c'erano qualche foto dello sconosciuto con altre persone.

Lui, notando che fissavo le sue foto da troppo tempo, mi chiamò di nuovo. "Senti," disse, avvicinandosi a me. "Te lo chiedo per l'ultima volta, puoi andartene?"

"Voglio solo sapere cos'è successo ieri sera," risposi, facendo i miei occhi da cucciolo.

Lui mi sorrise maliziosamente e scosse la testa, sembrando incredulo. "È inutile che mi fai gli occhi dolci, bello. È successo che ci siamo ubriacati, e tu ed io siamo andati a letto. Contento?" disse.

Aprì leggermente la bocca. Ero andato veramente a letto con questo ragazzo che nemmeno conoscevo il nome? "Ora vai," mi disse, indicandomi la porta.

Annuì deglutendo, sentendomi piccolo davanti a lui.

Aprendo la porta, mi girai un'ultima volta verso di lui. "Um...ciao-- come ti chiami?" gli chiesi, porgendogli la mano.

Lui la guardò come se fosse disgustato. "Che ti importa?" mi chiese con tono accusatorio.

"Voglio solo sapere come ti chiami, niente di più e niente di meno," replicai, cercando di assumere l'aria di un cattivo ragazzo.

Lui strinse i pugni e serrò le labbra. Prendendo e scossando la mia mano, tra denti stretti disse, "Benjamin,"

Gli sorrisi. "Piacere. Io sono Federico,"

owner of a lonely heart→cuori solitari; fenji {completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora