Mi spogliai e appoggiai i miei vestiti sopra alla lavatrice, togliendomi infine, il mio intimo. Entrai dentro la doccia, aspettando che l'acqua diventasse più calda. Passai una mano fra i miei capelli sporchi, ormai bagnati, e mi persi nei miei pensieri, consumati da Benjamin e Taylor.
Io e il ragazzo non ci parlevamo da circa due giorni, ma dato che in precedenza non avevamo parlato per un paio di settimane, penso sia normale. L'unica cosa che mi preoccupava era, perché si era arrabbiato quando gli ho detto che avevo una persona nella mia vita? Quello che avevamo io e lui non era una relazione. Certo, non era stata solo una notte, ma, come si dice, noi eravamo solo amici che facevano sesso, dopo tutto. Sentivo che lui mi voleva dare mille ragioni per sentirmi in colpa, e ci stava riuscendo.
Avevo paura che questa mia nuova relazione potesse rovinare il nostro amicizia-rapporto. Anche se non era una vera e propria amicizia tra due ragazzi normale, mi piaceva il nostro rapporto. Era una persona che avrei chiamato se volevo uscire per un cinema, o per una cena fuori. O semplicemente per farmi due risate e raccontare la mia giornata.
Ma ora, l'unica persona con cui parlavo, era la mia ragazza e qualche volta la mia famiglia. A Taylor non avevo mai raccontato delle mie notti passate a casa di Benjamin, non le avevo detto che lui era geloso quando mi aveva dato un bacio sulla mia guancia quella sera. Lei era all'oscuro di tutto questo. Non glielo avrei mai detto, nemmeno per sogno. Avevo paura che l'avrei ferita in qualche modo, anche se era successo prima di noi. Avevo paura che la sua fiducia in me sarebbe calata drasticamente, che la sua fiducia in me sparisse. Non volevo che lei dubitasse della nostra relazione quando io sarei stato in compagnia del ragazzo - se mai ci saremmo più rivisti, dato la nostra situazione.
Dopo aver passato un buon quarto d'ora sotto all'acqua calda a pensare alla mia situazione, spensi l'acqua e uscì dalla doccia, passando un asciugamano su tutto il mio corpo. Mi misi una maglietta rossa maniche corte e dei jeans strappati, e uscì dal bagno.
Andai di sotto in salotto, e notando che si stava facendo ora di cena, decisi di invitare la mia ragazza a casa mia. "Pronto?" rispose la sua voce cristallina e dolce.
"Hey, piccola, ti andrebbe di venire a casa mia? Sono da solo e ti volevo qui con me sta sera, ti va?" le chiesi, giocando con un piccolo ciondolo che avevo appena trovato sul tavolino vicino al divano.
"Certo. Arrivo, dammi una ventina di minuti e sono da te," rispose. Ci scambiammo piccoli saluti e poi chiusi la telefonata, appoggiando il cellulare sul divano.
Mi alzai per andare verso la cucina, ma qualcuno bussò alla mia porta. È già qua? Aveva detto che ci metteva venti minuti.
Confuso, mi avviai verso la porta, pensando a chi potesse essere. Aprendo la porta però, restai immobile, vedendo che la persona di fronte a me era colui che mi stava rempiendo i pensieri.
"Ciao," mi salutò, distogliendo subito lo sguardo non appena vide la mia sorpresa di vederlo. Guardando le sue mani, vidi che aveva portato due sacchetti di cibo cinese e un paio di film. Che cosa ci fa lui qui?
"Pensavo che il mio comportamento è stato...ingiusto nei tuoi confronti, così volevo farmi perdonare -- ho pensato che potevamo mangiare cinese insieme e guardare qualche film," continuò, muovendo le cose nelle sue mani.
"Benjamin..." borbottai, cercando di rispondergli qualcosa.
"Capisco se non vuoi vedermi ma io--"
"No! No...non intendevo questo. Veramente, stavo iniziando a pensare che tu non volevi più essere mio amico...però ora sei qui," risposi, cercando di fare senso a quello che dicevo. "Ma c'è un problema," aggiunsi esitando.
Lui sembrò turbato da questo 'problema' di cui non ne sapeva ancora l'origine, e premette le sue labbra l'una contro l'altra, formando una linea sottile. "Quale?" chiese.
"Taylor verrà a mangiare. Fra pochi minuti," risposi lentamente, cercando di vedere ogni sua singola reazione.
Lui sembrò non reagire affatto, quando chiese, "Qual'è il problema?"
Io lo guardai un attimo.
"Mi stai dicendo di andare a casa?" chiese, indicando il paesaggio alle sue spalle.
Spalancai gli occhi e scossai freneticamente la testa, ed esclamai, "No! No, anzi, ti va di restare? Mangia con noi, ti giuro che non sarai il terzo incomodo,"
Lui sembrò esitare, e passarono qualche minuti di silenzio. "Va bene."
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owner of a lonely heart→cuori solitari; fenji {completa}
FanficSembrava un cattivo ragazzo, ma dentro aveva solo un cuore solitario, proprio come me. [Dalla storia:] "Voglio solo sapere come ti chiami, niente di più e niente di meno," replicai, cercando di assumere l'aria di un cattivo ragazzo. Lui strinse i...