Capitolo 5.

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È di nuovo sotto le mie coperte,sento di nuovo il suo respiro vicino al mio corpo e questa volta mi faccio stringere dalle sue braccia.
Mi stringe forte come se volesse proteggere me..o come se volesse proteggere lui stesso da non so che cosa.
Percepisco il sudore della sua pelle sulla mia,vorrei chiedergli se ha bisogno di qualcosa,ma ho paura. Non voglio rompere questo silenzio. È strano come lui stia fermo attaccato a me,senza provare a fare qualcosa e senza dire nulla.
Sento qualcosa che mi bagna la spalla e girandomi di scatto vedo il suo viso rigato dalle lacrime: lo prendo tra le mani e con i pollici lo asciugo. Si allontana improvvisamente e resto impietrita dai suoi gesti.
Vedere quegli occhioni verdi lucidi mi distrugge,ma non so cosa fare. Resto immobile seduta sul letto e lo guardo mentre mi dà le spalle. Appena vedo che si sta girando distolgo lo sguardo e mi concentro sul ginocchio,dove incomincio a disegnare distrattamente piccoli cerchi con le dita.
Sento la sua mano intorno alla mia vita che mi trascina sopra di lui,stringendomi forte. Ho la mente in subbuglio e non mi interessa neanche in quale posizione siamo finiti.
Affondo le mani tra i suoi capelli e nel silenzio che c'è nella stanza si può persino udire il battito del suo cuore accelerato. Passo delicatamente le dita sulla sua schiena per cercare di rilassarlo,tenendo la testa appoggiata sul suo petto.
Vorrei dire qualcosa,ma non so con quale tono rivolgermi... Ma per fortuna a questo ci pensa lui:
«Non andartene,Janelle!»
Sentire il mio nome uscire dalle sue labbra mi fa venire i brividi...
«Parla Yacob,dimmi cosa succede.»
«Non voglio coinvolgerti nei miei problemi,è l'ultima cosa che ti meriti in questo periodo. Promettimi solo che non mi abbandonerai,che cercherai in qualche modo di proteggermi,anche solo tra le tue braccia in queste notti.»
Resto in silenzio e annuendo lo faccio sdraiare,adagiandomi vicino a lui. Non sposto la testa dal suo petto,potendo ancora sentire il battito del suo cuore.
Dopo alcuni interminabili minuti sento il suo respiro farsi pesante,segno che si è addormentato.

La porta di casa si apre e sento una bottiglia cadere per terra: è tornata la donna che mi ha creata.
Mi vergogno ad averla come madre,non vorrei neanche conoscerla.
Torna sempre a notte fonda a casa ubriaca,tanto che non riesce neanche a salire le scale per arrivare in camera da letto. Quel buon uomo di mio padre puntualmente si alza e la aspetta sul divano del salone per poi aiutarla a salire le scale.
Io non so più se arrabbiarmi con lei,o con papà che potrebbe benissimo evitare tutto questo.
Cerco di non pensarci e di non ascoltare i rumori provenire da sotto nascondendomi tra le braccia di Yacob,finché le grida provenienti lo svegliano.
Io ormai ci ho fatto l'abitudine e non mi alzo neanche più per assistere alle solite litigate,ma Yacob dopo cinque minuti incomincia a preoccuparsi per me:
«Stai tranquilla,ci sono qua io»
«Io sono tranquilla»
«Perché lo fanno?»
«Non voglio parlare con nessuno di quella donna,non l'ho mai fatto e non lo farò di certo con te»
«Scusami...»
«No. Scusami tu...»
Sento le sue labbra sulla mia fronte,incomincio a sentire caldo e a pensare che se mi bacia proprio ora non è il momento adatto. Il primo bacio tra noi non vorrei mai ricordarlo così,non vorrei proprio ricordarlo. Mi sposto immediatamente suscitando in lui imbarazzo.
Sento altri piatti rompersi: ormai sta rompendo tutti i servizi ricevuti al suo matrimonio e sembra non dispiacerle affatto.
Cerco di controllare la rabbia e di non scendere andandole contro... Finché perdo la pazienza e faccio per alzarmi dal letto,ma vengo bloccata da Yacob:
«Non andare,ho paura io per te.»
«Ci sono abituata,non sentirò il dolore.»
«Resta qua.»
«Lasciami,cazzo!» e spingendolo apro la porta per scendere di sotto.
Sento delle parole confuse e non capisco bene il discorso,ma capisco che stanno parlando di droga.
Di nuovo? L'ha fatto di nuovo? Dopo tutto il tempo che ha passato in clinica per uscirne? Non ne ha avuto abbastanza?
Scoppio a piangere,perché nonostante l'odio che provo per lei non potrei sopportare di perdere un'altra persona.
Capisco che mi ha sentita quando la trovo al fondo delle scale che mi guarda:
«Scendi subito»
«Mi fai schifo,non ti voglio manco guardare in faccia!»
Capisco che avrei dovuto tenermi queste parole dentro quando la vedo salire le scale velocemente prendendomi per i capelli e trascinandomi di sotto.
Ormai il dolore che provo è minimo,ho una rabbia dentro che vorrei poterle mettere le mani addosso io per una buona volta,ma non ne ho mai avuto il coraggio.
Vengo buttata per terra e riempita di calci e pugni,non si ferma neanche quando vede il sangue uscirmi dalla bocca e dal naso. Continua,gridandomi che questo è per farmi capire che non bisogna mai origliare,ma non mi pare che tutti gli amici che ho avuto siano mai stati educati con calci e pugni.
Papà prova a fermarla,ma alla vista di tutto quel sangue non riesce a stare lì ed esce di casa con il telefono in mano per chiamare aiuto,almeno spero.
Non volevo che finisse così con Yacob,proprio per questo volevo tenerlo lontano da me. Non aveva sentito nulla la prima notte,ma ciò non voleva dire che poteva andare bene,avrebbe sentito prima o poi. Non potrebbe mai capire e l'unica cosa che devo fare è allontanarlo.
Chissà se sta sentendo,chissà cosa starà facendo...
Cerco di gridare aiuto,provo a farmi sentire da lui sperando che corra giù ad aiutarmi,ma la mia voce è sempre più bassa.
Non ho più le forze di lottare,credo che sto per crollare.
Un ultimo calcio mi distrugge,chiudo gli occhi non capendo più nulla e crollo.

I have lost myself again - Mi sono persa di nuovo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora