Passò un pò di tempo e l' unica persona che vidi oltre a Simone fù Alvaro, che si affezionò anche lui a Diaz Scegliemmo questo nome io e Simone, più io che Simone, perchè ha qualcosa di spagnolo e allo stesso tempo di italiano. Dia, in spagnolo significa giorno, mentre in italiano congiuntivo presente voce del verbo dare. Dare ogni giorno l' amore e tutto se stesso. La z finale è appartenente al cognome di Simone, Zaza, perchè per mio figlio sarà come un padre anche se non è quello naturale. Simone è affettuosissimo con Bruno, che già lo chiama papà e a me mamma, la gioia più grande. Tra tre giorni sarebbe stato il suo terzo compleanno e non vedevo l' ora di addobbare tutta la casa di palloncini e fargli una torta enorme al cioccolato. Simone ogni notte si alzava e lo prendeva in braccio per farlo addormentare, è un ottimo padre. Questa volta mi alzai per prenderlo e metterlo a dormire con me e Simone. Mi svegliai di botto quando sentii il rumore del vetro rompersi. Mi sedetti assicurandomi che il bambino fosse nel letto e Simone si svegliò. "Che succede?" Domandò "Non lo so, forse ci sono i ladri" Ammisi spaventata. "Non scendete fino a quando non ve lo dico io" Ammise Simone. Presi tra le braccia Diaz e lo strinsi forte a me, era tutto strano avere una famiglia e soprattutto un bambino. I rumori al piano di sotto si fecero più forti e decisi di scendere, ma di lasciare a letto Diaz che dormiva. Scesi e vidi Simone fare a botte con un uomo, mentre un altro che teneva un braccio stretto nel suo collo. Scesi correndo e lo colpii alla testa con il telecomando della televisione. "Ara sali" Urlò Simone. Il ragazzo si tolse il cappuccio nero e mi lanciò uno schiaffo. "Fino a quando non mi darai il resto dei soldi non ti lascerò in pace" Ammise rompendo il resto dei vetri e non poteva che essere Matt. "Ti ho detto di salire" Urlò Simone. Il ragazzo riuscì a liberarsi e dopo aver raggiunto Matt continuare a rompere i vetri delle finestra da fuori di casa, colpendo quello della stanza da letto dove si trovava Diaz. Corsi sopra assicurandomi che stesse bene. "Prepara le valigie che andiamo a casa Juve" Sbottò Simone. "Cosa?" Disse prendendo Diaz in braccio. "Non possiamo rimanere qua, Ara" Ammise e dopo aver lasciato Diaz tra le braccia di Simone, infilai tutti i vestiti miei e di Simone in due borsoni e quelli di Diaz in un altro. Dopo aver finito ci dirigemmo verso casa Juve. Ero nervosa, perchè dopo tre anni che non vedevo i ragazzi, mi presentavo a casa Juve con un bambino di quasi tre anni che cammina per casa e che è una stampa al padre. Prima di suonare respirai profondamente e guardai Simone. "Sono le tre di notte, non pensi che stiano dormendo?" Domandai "Non è meglio andare in un hotel?" Chiesi con la speranza che Simone la trovasse un ottima idea, ma senza darmi ascolto bussò e ci aprì Alvaro. "Simone mi ha detto" Ammise. "Amore dello zio" Disse Alvaro prendendo il bambino in braccio. "Paulo dorme" Ammise Alvaro chiudendo la porta. "Non mi importa, perchè me l' hai detto?" Domandai. "Non sa del bambino e penso che dovremmo chiamare un ambulanza appena vedrà te e soprattutto questo bellissimo bambino" Disse riempiendolo di baci e facendomi sorridere. "Sei stupido" Sbottai ridendo, presi Diaz in braccio ed entrai in camera di Simone, dove dopo essermi buttata nel letto mi addormentai.
PAULO
Mi svegliai con il profumo di casa, che non sentii da un pò di tempo. Scesi e trovai Paul seduto che stava facendo colazione. Mi sedetti accanto a lui e afferrai una mela che incominciai a mangiare, mentre scherzavo con Paul. Mi voltai verso le scale e vidi un bambino piccolo che si teneva alla ringhiera scendendo le scale e risi alla scena. "Chi è?" Domandai ridendo a Paul. "Bu" Disse continuando ad osservare il bambino che riuscì a scendere le scale e venne verso di noi. "Ciao piccolino" Dissi scompigliandogli i capelli. La sua piccola testa si alzò e quando scontrai i miei occhi con i suoi avvertii una sensazione strana. "E' tuo figlio?" Domandò Paul ridendo. Afferrai il piccolino mettendolo seduto sul tavolo. "Ma che dici, Antonella prende la pillola" Ammisi ridendo e spingendolo. "Come ti chiami?" Domandai al piccolino. "Diaz" Ammise con la vocina piccola. "Quanti anni hai?" Domandai " Tue" Disse facendomi ridere. "Sai giocare a calcio?" Domandai. "L' ho visto fare al mio papà" Ammise il bambino mangiandosi qualche consonante. "Andiamo a giocare che dici?" Domandai. "Si" Urlò entusiasta. Lo afferrai da sotto le bracci e lo misi a terra e rabbrividii quando la sua piccola manina si unì alla mia, aveva qualcosa di familiare quel bambino, ma non so cosa. Paul mi afferrò l' altra mano e incominciò a saltellare come un cretino. "Sei cretino" Ammisi ridendo "Non dire le parolacce davanti al bambino" Sbottò Paul ridendo. Aprimmo la porta e andammo in giardino. "Che cosa vuol dire cretino?" Domandò il bambino, guardai Paul e incominciai a ridere. "Vuol dire essere belli" Mentii ridendo. "Quindi la mia mamma è cretina" Ammise il bambino. "Si, ma non dirglielo" Ammisi ridendo. Prendemmo la palla e incominciammo a giocare a calcio con Diaz, quando delle urla mi fecero bloccare la palla. "Diaz, Diaz" Urlò una voce femminile e quando scese dalle scale non potevo credere di averla davanti. "Mamma" Urlò Diaz correndo fra le sue braccia. "Mamma?" Domandai "E' tuo figlio?"
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Nuestra joya
RandomSequel di La mi joya Consiglio di non leggerlo, se non avete letto il primo libro. Non scrivo nulla per non rovinarvi le sorprese e per non fare spoiler. 1° La mi joyas 2° Nuestra Joyas 3° Mi Joyas (trovate il terzo ed ultimo libro nel mio profilo)