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PAULO

Mi sedetti sulla sedia accanto al suo lettino e le afferrai la mano. C' era silenzio, sentivo il rumore che provocava quella macchina attaccata al suo petto e che la teneva in vita.

[La palla venne bloccata dal piede di qualcuno, che interruppe il solito allenamento mattutino. Alzai il mio sguardo e la vidi per la prima volta, la prima volta che uscii pazzo per lei. Ci avvicinammo tutti a lei e dopo che sciolse l' abbraccio con Alvaro allungai la mano verso di lei, presentandomi. "Paulo Dybala" Dissi "La joya" Disse sorridendo, evidentemente mi aveva studiato durante il viaggio. "Benvenuto alla juventus" Ammise.]

Incominciai a sbattere più volte le palpebre mandando via le lacrime. Era ferma sul lettino ed io non potevo fare più niente, se non starle accanto.

["Ciao" Dissi entrando nella sua stanza, era seduta nel suo letto e quando mi vide entrare si alzò domandandomi subito di Alvaro. "Ho regalo per te, posso entrare?" Domandai "Certo" Ammise lei. Mi sedetti nel suo letto e lei era accanto a me e sentivo il suo profumo, la sua stanza odorava di lei. Aprì la busta e sul suo viso spuntò un sorriso. "Era di Antonella lei non viene più" Ammisi quasi nostalgico. Si avvinghiò nel mio collo e mi abbracciò forse a sè. ]

Le sue mani erano fredde, proprio come i pensieri. Le sue palpebre erano chiuse e mi mancavano i suoi occhi, il mio riflesso nei suoi occhi.

["Vieni con me" Le dissi prendendole le mani e salendo sopra lo yatch. Era impaziente, lo capii dalle sue mani che non smettevano di toccarsi. Dopo qualche secondo arrivammo nella grotta e lei rimase abbagliata da tutta quella bellezza, proprio come lo ero io di lei. Afferrai la sua mano facendola uscire dal ponte di comando e ci sedemmo nella punta dello yatch osservando il mare e le rocce bagnate. Le sfiorai la guancia e lei chiuse gli occhi. "Mi fai impazzire" Ammisi "Hai bevuto" Disse lei "No, mi piaci" Ammisi. Mi avvicinai appoggiando le mie labbra sulle sue e quando lei la aprì leggermente, feci la stessa cosa io approfondendo il bacio. Il suo orologio incominciò a suonare e ciò significava che era mezzanotte, era il suo compleanno. "Auguri" Sussurrai. ]

Questa volta il mio orologio suonò ripetutamente e con la mano opposta ammaccai un bottone facendo smettere quel rumore assordante. Quella notte ero pazzo di lei, ma forse non era la cosa giusta da fare.

"Paulo" Disse una voce e mi girai osservando l' immagine dello spagnolo sulla soglia della porta. "Non dovresti essere qui" Ammisi osservandolo. "Se fosse sveglia ti ammazzerebbe" Continuai. "Siete molto felici di vedermi" Ammise "Alva non puoi presentarti qui, adesso dopo cinque anni che non la vedi." Sbottai alzandomi.

[Mi girai verso la porta del giardino e li vidi nella panchina. Alvaro seduto e lei sulle sue gambe, parlavano e mancava davvero poco per baciarsi. Uscii in giardino. "Che avete tanto da dirvi di privato?" Sbottai "Vi alzate dal tavolo e venite qui fuori e quando mi giro vi trovo un cm dalle sue labbra?" Continuai. "Calmati Paulo" Ammise Alvaro "Siamo amici" Ammise Ara. "Non so che tipo di amicizia hai con lui" Sbottai per poi lasciarli lì fuori. ]

"Avrei dovuto farlo tanto tempo fa" Ammisi avvicinandomi a lui e gli diedi un pugno nel naso. "Ma sei scemo?" Sbottò tenendosi il naso. "Sei già in ospedale, vai a farti curare" Dissi per poi chiudergli la porta in faccia. Mi sedetti di nuovo su quella sedia e mi portai i capelli indietro. Alzai lo sguardo e la osservai. La porta si aprì e mi alzai osservando la figura di Paul e per mano Diaz. "La mamma" Disse correndo verso di me "E' qui" Dissi prendendolo in braccio. "Sembra morta" Ammise "Non lo è" Ammisi "Guarda" Dissi, lo feci sedere nel lettino e gli feci sentire il cuore di Ara. "La mamma è viva" Ammisi "Papà ma non apre gli occhi" Ammise "Sta dormendo" Ammisi guardandola. "Ho un idea" Disse entusiasta "Che idea" Dissi facendolo scendere dal lettino "Bacia la mamma come fanno nelle favole, forse si sveglierà" Ammise. "Diaz io non credo che la mamma si " Dissi "Dai papà" Disse Diaz. Sospirai e mi avvicinai al suo viso, appoggiai la mia mano sul suo viso e avvicinai le mie labbra alle sue.

Nuestra joyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora