Erano le nove di mattina e scesi con Diaz a fare colazione. Presi dal frigo uno yogurt che aprii e mentre Diaz era seduto sopra il tavolo lo imboccavo. "Dai Diaz" Ammisi immergendo il cucchiaio nel contenitore. "Basta" Disse girandosi. "Un' ultimo cucchiaio e vai a giocare" Ammisi cercando di fargli passare i capricci. "Ciao" Disse Diaz e non capendo a chi lo avesse detto mi girai scontrandomi con lo sguardo di Paulo appena sveglio. Diaz lo seguiva con lo sguardo, ne sembrava ammirato. Paulo aprì uno scaffale prendendone la nutella e incominciando a spalmarla nel pane. " Io pure voglio" Ammise Diaz girandosi verso Paulo. "No, tu hai lo yogurt" Ammisi girandolo. Paulo rise e immerse un dito nella nutella e poi si avvicinò a noi sporcando il nasino di Diaz che cercò di assaggiarlo con la lingua non riuscendoci e provocando la risata mia e di Paulo. "Mamma sei cretina" Ammise mio figlio. "Diaz chi ti ha insegnato questa cosa?" Domandai scioccata. "Tui" Disse indicando a Paulo seduto. "Amore vai a giocare" Ammisi facendolo scendere dal tavolo ed accompagnandolo in giardino. Chiusi la porta mi avventai su Paulo. "Cosa insegni a mio figlio?" Urlai arrabbiata. " La verità" Sbottò lui alzandosi. Il suo toccò mi fece rabbrividire, la sua mano nella mia guancia scese lungo il mio braccio fino a sfiorare la mia mano. "I brividi che avevi ieri con Simone non erano reali" Ammise non togliendomi gli occhi di dosso. "Questi sono reali" Ammise. Il rumore di un clacson mi fece voltare subito verso il giardino e vidi Diaz a terra. Paulo corse in giardino ed io lo seguii. "Diaz" Urlai. Mi misi in ginocchio prendendolo in braccio. Aveva perso solo l' equilibrio. "Come sta?" Domandò una voce femminile. Riconobbi la voce di Antonella. Mi alzai prendendo la mano di Diaz e ora che cazzo ci faceva lei qua. "Potevi uccidere mio figlio" Sbottai spingendola. "E' sbucato dal nulla" Ammise l' argentina. " Tuo figlio?" Domandò guardandolo bene e la vidi deglutire, forse per la troppa somiglianza al padre. "Educalo bene" Ammise Antonella. "Stai dicendo che non sono una buona madre?" Domandai urlando e lasciando la mano di Diaz che si mise dietro di me abbracciando la mia gamba. Mi stavo per avventare sui suoi capelli, ma Paulo mi fermò. "Ara calmati" Disse mettendosi davanti a me. "Tu levati" Sbottai. "Oh guerra tra donne" Ammise quella che sembrava la voce di Paul. "Ehi Ehi" Urlò Simone tirandomi verso di sè. "Ara basta" Urlò Simone. Le lanciai un ultimo sguardo e rientrai sbattendo la porta del giardino. Salii in camera dove incominciai a piegare i vestiti di Diaz e misi al proprio posto sotto la finestra le sue piccole scarpine. "Amore" Disse Simone entrando. "Dov' è Diaz?" Domandai. "Non voglio che stia nè con Paulo e nè con Antonella soprattutto" Sbottai. "E' con Paul che lo fa divertire tanto" Ammise calmo. " Che è successo?" Domandò. "Che è successo? Menomale che ho fatto la scelta di crescerlo con te, perchè lui come padre sarebbe stato un incapace!" Urlai. "Quindi Diaz non è di Simone?" Urlò Paul entrando in stanza. Mi pietrificai, Paul era molto amico con Paulo e se avesse saputo tutto, molto probabilmente non avrebbe perso a raccontargli la verità. "No, è di Simone" Mi limitai a dire senza guardarlo negli occhi. "Andiamo, occhi verdi, stesso neo, sembra Paulo da piccolo quell' esserino" Ammise sorridendo e alla descrizione sorrisi anche io. Amavo troppo quel ragazzo, ma mio figlio era diventato la priorità e doveva crescere con un padre che gli voleva bene. " No, gli occhi verdi li ha presi da mia nonna" Mentii passandogli accanto. Scesi le scale e andai nel divano dove trovai Paulo, Diaz e Antonella. "Dovete stare lontani da mio figlio" Ammisi strattonandolo dalle sue braccia. "Amore" Urlò Simone dalla camera. "Arrivo" Risposi salendo le scale. "Senti che dici se stasera usciamo?" Chiese Simone. " E Diaz?" Domandai io. "Starà con Paul" Ammise ed io annuii.
Si fece sera e Simone era pronto da un pezzo, tra l' altro nel pomeriggio Antonella se ne era andata e l' aria pesante che si speriva in casa Juve, meglio dire che respiravo, se ne andò. Mi misi un abito lungo con un spacco e scollato davanti, scarpe con il tacco e i capelli arricciati. Scesi le scale, ma anzichè scontrarmi con gli occhi di Simone, mi scontrai con quelli di Paulo. "Fai attenzione a Diaz" Mi limitai a dirgli abbassandomi. "Mamma sei cretina" Ammise Diaz e mi alzai per guardare Paulo. "Involontariamente tuo figlio a sentito che lo dicevo a Paul e gli ho mentito dicendogli che significasse bello." Ammise guardando suo figlio. Paul aveva ragione erano uguali. "Ara sei una cretina" Ammise per poi farmi arrossire. "Grazie, ma penso che sia giusto che queste cose le dica alla tua ragazza. Io già ho una famiglia" Ammisi. Diedi un bacio a Diaz e uscii entrando in macchina da Simone.
PAULO
"Siamo rimasti noi" Ammisi guardando Diaz che sorrideva. "Hai una mamma bellissima" Confessai. "Noi dobbiamo parlare" Ammise Paul. Mi sedetti nel divano aspettando che Paul mi raggiungesse. "Dovresti fare un test del dna" Sbottò Paul. "Diaz che dici vuoi vedere i cartoni?" Domandai "Si" Disse e gli accesi la televisione. "Che stai dicendo Paul?" Domandai. "Ha i tuoi stessi occhi, il tuo stesso sorriso è tuo figlio" Ammise il francese. "Ara me l' avrebbe detto" Ammisi sicuro. "Paulo Cacca" Ammise. "Andiamo a fare la cacca" Ammisi prendendolo e portandolo in bagno. Quando finì scendemmo e ci rimettemmo a guardare i cartoni e dalla mia mente le parole di Paul non se ne vollero andare.
Ara
Quando finimmo di mangiare ritornammo a casa e scesi dalla macchina prima che Simone entrasse nel garage. Entrai in casa e trovai Paulo e Diaz che dormivano nel divano.
"Tale padre tale figlio" Ammisi ad alta voce.
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Nuestra joya
RandomSequel di La mi joya Consiglio di non leggerlo, se non avete letto il primo libro. Non scrivo nulla per non rovinarvi le sorprese e per non fare spoiler. 1° La mi joyas 2° Nuestra Joyas 3° Mi Joyas (trovate il terzo ed ultimo libro nel mio profilo)