Solito bar, solita sera, solita situazione da tre giorni. 00:40. Una siringa penzola dal mio braccio, mentre il liquido che passa nel mio sangue mi fa bruciare. Stessa sensazione. Corpo addormentato e poi la testa in fiamme. Cinque minuti e la droga fa effetto. Nessuna concezione del tempo. Vado dal signore che mi vendette la droga e lo pagai e presi le solite pillole messe in una bustina trasparente e mi diressi verso casa. Arrivata a casa mi butto nel letto cadendo in sonno profondo.
Otto di mattina. Mi stupisco come abbia fatto ad alzarmi presto. Scendo in cucina dove preparo la colazione per Diaz che dormiva con Paulo, senza Antonella che era a casa con la madre di Paulo. "Ciao" Disse la sua voce "Ciao" Dissi fredda. Erano tre giorni che non parlavo con Paulo. "Come stai?"Domandai "Bene" Sbottò sedendosi. "Non chiedo lo stesso a te, per via delle occhiaie" Ammise soffocando una risate. Si, mi erano spuntate delle occhiaie terribili ed erano causate dalla troppo assunzione di droga negli ultimi tre giorni. "Sei divertente" Sbottai chiudendo il panino con la nutella sbattendolo. "Quello arrabbiato dovrei esserlo io" Ammise. "Ah non lo sei più?" Domandai ironica "Certo che lo sono" Ammise "Non si direbbe dal verbo che hai utilizzato" Ammisi io. Ormai era diventato normale battibeccarci. "Mi hai nascosto mio figlio" Disse e respirai lentamente per non perdere la pazienza. "Ho perso i suoi primi passi, tutto" Sbottò. Uscii dalla tasca il cellulare e per sbaglio uscii anche le pillole che misi subito in tasca. Andai nella galleria e presi i video di Diaz per poi porgerglieli davanti. La mia mano destra stringeva quella bustina trasparente e cercavo in tutti i modi di mandare via la voglia di prenderne una e sentirmi sotto effetto dell' estasi. I suoi occhi incominciarono a brillare vedendo suo figlio camminare per la prima volta, ma il sorriso non comparve aveva le labbra ben serrate. Bloccò il cellulare prima che il video potesse finire. "Perchè hai bloccato?" Domandai "Perchè odio vedere mio figlio chiamare papà, uno che non lo è" Sbottò alzandosi.
PAULO
Avrei tanto voluto spaccare tutto ciò che si trovava in quella stanza e soprattutto distruggere la vita di Simone, perchè in fondo l' aveva fatto lui stesso con me. Salii non ascoltando le grida di Ara che fece svegliare Simone. "Che ha?" Domandò ed io non risposi, chiusi la porta della mia camera in faccia a Simone. "Ciao papà" Disse Diaz seduto nel mio letto. "Ciao piccolo" Ammisi sedendomi accanto a lui. "Che ha mamma?" Domandò. "E' cretina" Sbottai "Tanto" Disse il piccolo sorridendo era innamorato della sua mamma proprio come un tempo lo ero anche io. "Ti va oggi di uscire?" Domandai "Si" Disse saltellando. "Con mamma?" Domandò sorridendo ancora di più. "No, con Antonella" Ammisi sperando che non smettesse di saltellare. "E' bella e simpatica" Continuò Diaz. "Allora corri a vestirti" Ammisi ridendo. Dopo alcuni secondi ero pronto e come me Diaz, che mi imitava in quello che facevo. Aprii la porta e scesi le scale. "Dove lo stai portando?" Domandò Ara "Sto uscendo con lui" Ammisi "Andiamo da Antonella" Sbottò Diaz "E' vero?" Domandò Ara ed io annuii. "Tu non lo porti da lei" Sbottò scagliandosi contro Diaz. "Hai tenuto nascosto che ero suo padre. Ora fatti da parte e fammi fare il padre o forse pensavi che non ero capace?" Sbottai arrabbiato vedendo la figura di Simone dietro Ara con i pugni ben saldati. Uscii dirigendomi al bar, dove avevamo appuntamento con Antonella, che una volta entrati fù felice di vedere Diaz. "Ciao amore" Disse dandomi un bacio a stampo "Ciao" Ammisi. Ci sedemmo e Diaz andò a giocare negli scivoli che si trovavano fuori al bar ed io potevo osservarlo benissimo dalla finestra posta al mio fianco. "Non mi piace che stai in casa con sua madre" Sbottò Antonella ed io serrai gli occhi. "Cosa vuoi dire?" Domandai. "Ci hai fatto un figlio, evidentemente eri tanto voglioso di farlo con lei che ti sei anche dimenticato delle precauzioni, mentre con me stai sempre attento" Sbottò. "Mi hai tradito con lei ed ora hai anche un figlio, non pensi che la mia preoccupazione sia anche giusta?" Continuò. "Si, ma è sua madre" Sbottai. "Ti ha nascosto che era tuo figlio, l' ha cresciuto Simone e Diaz ha sempre pensato che quello fosse suo padre. Quando andrà all' asilo anzichè parlare di te, parlerà di Simone. Non pensi sia giusto chiedere l' affidamento?" Domandò. Spalancai i miei occhi. "Ti rendi conto di quello che mi stai dicendo?" Domandai. "Ti sto dicendo che quella non è in grado di fare la madre" Ammise. "Antonella è assurdo" Ammisi. La vidi aprire la borsa e porgermi una penna con un foglio che parlava dell' affidamento. "Come sai mio padre è un avvocato e mi ha dato questo" Ammise. "Firma Paulo" Disse quasi imponendomelo e nel mentre Diaz tornò dai noi. "Tesoro devi essere sincero" Disse Antonella prendendolo in braccio. "A te andrebbe di vivere con me e Paulo?" Domandò "Si" Disse. "Sicuro?" Domandai e quando lui annuì, firmai il foglio. "Devi farlo firmare ad Ara" Ammise Antonella e dopo averla salutata tornai a casa con Diaz. Diaz corse subito tra le braccia di Ara. "Mamma mamma vado a vivere con papà e Antonella" Disse euforico ed Ara si alzò di scatto. "Che sta dicendo?" Domandò con voce tremante. "Tieni" Mi limitai a dirle porgendogli il foglio da firmare e quando alzai il mio sguardo verso il suo la vidi in lacrime.
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Nuestra joya
RandomSequel di La mi joya Consiglio di non leggerlo, se non avete letto il primo libro. Non scrivo nulla per non rovinarvi le sorprese e per non fare spoiler. 1° La mi joyas 2° Nuestra Joyas 3° Mi Joyas (trovate il terzo ed ultimo libro nel mio profilo)