Mi staccai dalle sue e labbra e si svegliarono i miei sentimenti e non lei. Osservai quelle labbra che speravo si muovessero, invece erano ferme proprio come i suoi occhi. "Non ha funzionato" Dovetti ammettere a Diaz. Sentii un colpo di tosse e mi girai, Antonella era sulla soglia della porta. Ero pazzo di quella ragazza, ma di più di quella sdraiata nel lettino. Antonella si girò, ma la fermai. Chiusi la porta alle mie spalle e mi soffermai davanti a lei, che mi diede uno schiaffo. "Anto ascoltami"Dissi "Sei uno stronzo" Sbottò arrabbiata. "E' mio figlio e quella è sua madre, sta male a causa mia" Ammisi "Non me ne frega un cazzo. Ami lei o me?" Domandò "Non posso scegliere tra lei e te, è suo figlio e sarò costretto a vederla ogni giorno." Ammisi "L' hai baciata" Ammise asciugandosi le lacrime. "Avrei dovuto dire di no a mio figlio?" Domandai. "Si, avresti dovuto dirglielo." Ammise. Rimasi fermo davanti la porta, mentre lei entrò. La seguii quando vidi che si avvicinò ad Ara. "Rimani con lei fino a quando il suo cuore non smetterà di battere. " Il mio sguardo cadde sul suo piede che si attorcigliò alla spina che manteneva in vita Ara. Camminò e inciampò, fece finta di inciampare facendo staccare la spina. Un allarme assordante chiamò tutti i dottori nelle vicinanze in quella stanza e dovette prendere di forza Diaz e portarlo fuori con me. Fino a quando avevo mio figlio tra le braccia non potevo far nulla. Spinsi Diaz tra le braccia di Simone, che si trovava insieme agli altri. "Sei per caso pazza?" Sbottai spingendola. Non avevo mai alzato le mani ad una ragazza e non ho l' intenzione di farlo, ma la rabbia mi oscurò la vista. Per qualche secondo Ara ha smesso di vivere e tutto per colpa sua. "Perchè non te la prendi con me anzichè con mio figlio?" Sbottai urlando. "Sei uno" "Vattene Antonella" Sbottai e lei girò e se ne andò. Diaz piangeva tra le braccia di Simone, Alvaro mi osservava con una borsa di ghiaccio sopra il naso ed io speravo con tutto me stesso che Ara incominciasse a vivere di nuovo.
Passarono due giorni e i dottori riuscirono a far battere il cuore di Ara, che però continuava ad essere in coma per overdose. Antonella non la sentii da quando staccò la spina ad Ara. In questi due giorni senza Ara, incominciai a fare il padre a tutti gli effetti. La mattina mi svegliavo presto, preparavo la colazione a Diaz e ogni volta che si sedeva osservavo il posto di Ara vuoto, che molto spesso veniva occupato da Simone, vestivo Diaz e lo portavo all' asilo. Al ritorno andavamo da Ara e lui si sedeva sul lettino e le raccontava tutto, come se lei lo stesse ascoltando.
"Diaz vieni ho un regalo per te" Disse Simone richiamando l' attenzione di Diaz. Lo feci scendere e corse da lui, Simone stava facendo di tutto per non fargli sentire la mancanza della madre anche se era del tutto impossibile. Accarezzai la guancia di Ara e dopo quattro anni ebbi il coraggio di ridirglielo. "Ti amo" Le sussurrai. "Torna" Ammisi. "Papà guarda che bella" Disse Diaz e mi girai osservando la macchinina che gli regalò Simone. "Andiamo a casa?" Domandai a Diaz e lui annuì sbadigliando. Arrivavamo a casa quasi sempre dopo le undici di sera e Diaz si addormentava in macchina ed ogni volta che lo prendevo per metterlo nel lettino diceva mamma e quasi ogni sera io piangevo.La mia camera non la vedevo quasi più, dormivo nel suo letto, nella sua stanza. "Semmai un giorno si sveglierà, la sposerò" Dissi lasciandomi cullare dal suo morbido lenzuolo e crollando nel sonno.
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Nuestra joya
RandomSequel di La mi joya Consiglio di non leggerlo, se non avete letto il primo libro. Non scrivo nulla per non rovinarvi le sorprese e per non fare spoiler. 1° La mi joyas 2° Nuestra Joyas 3° Mi Joyas (trovate il terzo ed ultimo libro nel mio profilo)