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"E' tuo figlio?" Domandai con un nodo alla gola. "Si" Disse facendolo scendere dalle sue braccia. "Chi è il padre?" Domandai con un vuoto nello stomaco. "Amore" Disse Simone alle spalle di Ara. "Papà" Disse il bambino correndo tra le braccia di Simone. "Campione mio" Disse prendendolo in braccio. Il mondo mi cadde addosso e passai accanto ad Ara facendo scontrare le nostre spalle. "Paulo" Disse la sua voce e anche se il suo nome pronunciato da lei sembrava dolce anche quando era arrabbiata, la rabbia che provai in quel momento non mi permise di farmi dare delle spiegazioni. Inutile negare l' evidenza, si era creata una famiglia con lui. 

Invidia segno d' ammirazione ed era impossibile non provarlo nei confronti di Simone. 

Odio sinonimo di distruzione e per la prima volta odiavo qualcuno così tanto da poterlo uccidere a mani nude. 
Dopo un pò di tempo rientrai in casa. "Paulo" Disse lei venendo verso di me. "Che vuoi?" Sbottai. "Mi dispiace per tutto" Ammise "Siete sposati? devo sapere altro?" Domandai bevendo un bicchiere d' acqua e osservando Simone con in braccio il bambino. "Non siamo sposati, ma ti voglio bene" Ammise lei. "Mi vuoi bene" Ripetei ridendo. "Mi vuoi offrire la tua amicizia?" Domandai. "Una specie" Ammise lei. "Peccato che io provo tutto nei tuoi confronti al di fuori del volerti bene come amico, sto provando anche odio in questo momento" Sbottai non scollandogli gli occhi di addosso. Era sempre la stessa, solo con qualche taglia in più di seno capelli lunghi e i suoi occhi che mi facevano battere il cuore. Le sue braccia mi cinsero il collo e a quel contatto rabbrividii. Eri mia, non sua. Dopo quell' abbraccio si mise nel divano accanto a Simone e a suo figlio, preferivo morire piuttosto che osservare quella scena. 

"Sembra che il mio amore stia crescendo a dismisura, ma tu sparisci e mi offri la tua amicizia senza darmi altra opzione. So che hai un altro uomo che ti ha dato quello a cui io non ho mai dato a te, una casa, una famiglia e un buon futuro. Perdonami per averti fatto del male. E per te vivo annichilito nel dispetto, morendo di gelosia e lo odio anche se ti rende felice. "

Simone avvicinò a sè Ara e incominciò a darle dei baci e potei notare i brividi sul suo corpo. 

"Sto morendo di gelosia, i suoi baci sul tuo corpo e l' invidia si è impossessata così di me e ti voglio qui. Odio quell' uomo perchè sta al tuo fianco. Ho perso il tuo amore sono un povero diavolo e senza il tuo amore io non sono niente"

"Mamma" Disse Diaz. Si vede anche da lontano che è suo figlio, ha lo stesso naso e le stesse mani. "Dimmi amore" Rispose Ara. "Ho sonno" Disse Diaz. "Vado a metterlo a letto" Ammise Simone alzandosi e prendendo in braccio Diaz. "Dai il bacio della buonanotte alla mamma" Disse avvicinando Diaz e quando le piccole labbra toccarono la sua guancia lei sorrise. Sentii i passi di Simone allontanarsi e mi sedetti nella poltrona di Paul. "Mi dispiace" Ammise lei. "Finiscila di dispiacerti. E' giusto così tu hai la tua famiglia ed io presto mi creerò la mia" Sbottai arrabbiato e lei sbarrò gli occhi. "Con Antonella?" Domandò "Si" Sbottai osservando il pavimento. "Diaz non ti ha fatto nulla, non avercela con lui" Ammise quasi supplicandomi. " Ti auguro una buonanotte mammina" Dissi alzandomi "Auguri" Dissi per ultimo. Salii le scale scontrandomi con la spalla di Simone. "Stai attento" Dissi spingendolo. "Che problemi hai?" Disse Simone avvicinandosi. "Sei un pezzo di merda" Sbottai per poi dargli un pugno sul naso. Simone venne verso di me con rabbia e non mi preoccupavo se arrivavamo alle mani, era ciò che volevo buttare tutto il mio odio su di lui. Era un compagno di squadra e basta. "Basta" Urlò Ara venendo in soccorso di Simone. "Tu sai dire solo basta e mi dispiace?" Domandai arrabbiato. Sorrisi e mi chiusi in camera. 


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