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Paulo era lì fermo sulla soglia della porta che vide lo schiaffo che mi diede Simone e sapevo che tra un paio di secondi sarebbe scoppiata una guerra tra i due. Alzai il mio sguardo scontrandolo con quello arrabbiato di Paulo. "Paulo potresti portare sopra Diaz" Dissi trattenendo le lacrime e quando chiusi i miei occhi sgorgarono fuori una dopo l' altra. Diaz era ancora lì e dal suo viso riconobbi la paura nei suoi occhi e non doveva mai provarla nei confronti dell' uomo che l' ha cresciuto e che sa non essere il suo padre naturale. Diaz si alzò andando verso Paulo e vidi il suo pugno ben saldo sciogliersi per prendere la piccola e tenera mano di suo figlio. "Tu a mio figlio non lo tocchi" Sbottò Simone. "Simone non davanti a Diaz" Dissi pregandolo di non fare scenate. Paulo lasciò la mano del piccolo che si posizionò dietro di lui, ma quando avanzò il piccolo si mise dietro un mobile e con la punta dei piedi riuscì a vedere ciò che stava accadendo. Paulo prese il braccio di Simone che dalla presa possente diventò quasi bianco. "Le donne non si toccano" Disse con rabbia e giuro di non aver mai sentito la sua voce così dura. "Ara non si tocca" Ammise un altra volta. "Tu non sei nessuno" Sbottò Simone liberandosi della presa di Paulo. "Paulo porta sopra Diaz" Dissi quasi imponendoglielo. "Portalo sopra tu, lascia che queste cose le sbrighi io" Continuò non distogliendo lo sguardo da Simone.  Mi allontanai prendendo Diaz in braccio e salendo le scale con velocità, prima che mio figlio possa vedere i due che si picchiano a sangue e se accadeva ciò, non potevo che lasciarli fare. Entrai in camera di Simone, dove presi i giocattoli di Diaz per portarli in quella che una volta era camera mia. "Dai Diaz gioca con la mamma" Ammisi sedendomi dietro la porta, aprendo le gambe e lasciare che la palle sbatti nel muro di fronte a me. "Perchè Simone fatto bua a mamma?" Domandò il piccolino preoccupandosi di me e mangiandosi alcune consonanti. "Amore Simone non ha fatto male a mamma, ha fatto una carezza un pò forte" Mentii abbassando lo sguardo. "Io voglio a papà" Ammise Diaz "Ora Simone sale" Ammisi "No, papà vero" Ammise Diaz facendomi alzare lo sguardo. "Senti amore, questa cosa non fartela scappare con nessuno" Ammisi accarezzandolo e lui annuì per acconsentire. "Aspetta qui" Ammisi alzandomi. Aprii la porta e vidi Simone e Paulo continuare a discutere. "Simone" Urlai per farmi sentire e lui si girò. "Vai da Diaz, vuole stare con te" Ammisi e lui salì le scale, mi passò d' accanto ed entrò in camera prendendo Diaz. Scesi le scale e mi sedetti seguita da Paulo. "Ti brucia?" Domandò sfiorandomi la guancia e per via del bruciore non provai nulla. "No" Mentii. " Hai la guancia rossa" Ammise. "Sto bene, domani è il compleanno di Diaz e voglio che lo passi qui dopo troverò un posto dove stare" Ammisi. "Te ne vai?" Domandò preoccupato. "Si" Ammisi. Il suo sguardo riprese a guardare il pavimento. "Che ha detto?" Domandai. "Era ubriaco, ha sparato tante cazzate" Ammise Paulo. "Vado a dormire" Ammisi alzandomi. "Notte" Si limitò a dire e salii le scale per poi dormire buttarmi nel letto, ripercorrendo le nottate passate sotto le coperte con Paulo, in particolare la notte in cui concepii Diaz. 

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