Mentre mi giro vedo quel bellissimo ragazzo col ciuffo che inizia a picchiare l'altro ragazzo, mi avvicino al ragazzo che mi piace e lo convinco a lasciarlo andare, che non ne vale la pena. Mi da ascolto, si alza e mi guarda, ha uno zigomo rosso e gonfio, punta il dito verso quel ragazzo e urla << Non mettere mai più le tue luride mani su di lei, hai capito? Stronzo!>> mi prende per un braccio e mi allontana, non so come ma arriviamo a un parco giochi, non ci abbiamo impiegato molto, per tutta la strada ho guardato il suo viso deformato dal pungo che quel maledetto gli dato. È così bello, anche così, arrabbiato e sudato.
Mi fa sedere su una panchina e mi guarda, non riesco a ricambiare lo sguardo, mi vergogno troppo per quello che è successo, abbasso lo sguardo e mi guardo i piedi. << Stai bene? >> mi dice solo quello, alzo lo sguardo, ora è lui che si guarda la punta dei piedi, ci impiego un attimo a rispondergli, mi suona così famigliare quella voce, anche se non l'avevo mai sentita <<Si, tutto bene. Ti fa male? Sono proprio una cogliona, non sai quanto mi dispiace.>> l'aria fredda mi da quel poco di lucidità per colloquiare con lui, non capisco cosa provi in questo momento, mi sembra così abbattuto, stanco. <<Si tutto bene. Credo proprio che tu abbia fatto un po' di cazzate questa sera.>> ho la tentazione così forte di toccarlo, baciarlo, digli quanto avrei voluto parlargli e che me lo ero immaginata diversamente, ma non ci riesco, non mi sembra il momento << Si, hai proprio ragione, posso fare qualcosa per te? Non so portare qualcosa di freddo da mettere sulla botta?>> alza lo sguardo anche lui, mi guarda e gli brillano gli occhi, dentro di me spero che mi baci, invece si limita a scuotere la testa <<No, non ti preoccupare, tra poco vado a casa e metto il ghiaccio, non fa poi così tanto male.>>. Rimaniamo così, seduti sulla panchina per cinque minuti poi si gira verso di me, mi viene da piangere, ho paura di aver rovinato tutto. <<Ma li conoscevi quelli?>> <<Si, solo uno però, è mio cugino.>> sospira, e si lascia andare sulla panchina. <<Ah, scusa se sono stato un po' brusco, ma mi sembrava volesse farti del male.>> inizio a piangere, non so se per colpa dell'alcol, della tensione o del fatto che lui è li a un passo da me che si preoccupa per la mia incolumità. Mi prende le mani tra le sue e mi fa alzare la testa, mi guarda dritto degli occhi, sembra triste ora << Hey, cosa c'è? Ti ha fatto del male? Dimmelo che così ritorno e finisco quello che ho iniziato!>>
<<No, oddio no, non voglio che ti faccia del male ancora. Sono solo stanca e spaventata...e anche un po' felice, se non ci fossi stato tu, io...>> non riesco a terminare la frase che ricomincio a piangere, lui si avvicina e mi abbraccia, il suo profumo è così buono e rassicurante, le sue braccia forti mi stringono tutta e io mi sento protetta e felice, vorrei stare così tutta la vita, ma dopo un bel po' si stacca e mi fa alzare.
Iniziamo a camminare lungo una strada deserta, entrambi abbiamo le mani in tasca e guardiamo per terra, il mio cellulare vibra ma faccio finta di niente, sto troppo bene con lui, non voglio interrompere il momento per una telefonata.
<< Non so ancora come ti chiami.>> è vero, con tutto questo trambusto non ci siamo nemmeno presentati << Ilenia, e tu come ti chiami?>>
<<Gabriel>> non so perché ma mi sembra un nome perfetto per lui, lo guardo e lui ricambia, mi sento arrossare. << Allora Ilenia, dove abiti?>> <<Si, io ecco abito a Morbegno.>> non so perché quando l'alcol inizia a svanire io ritorno timida e impacciata.
<< Anch'io!>> di nuovo ride e con la coda dell'occhio vedo che mi guarda << Si, be come primo incontro non è andato molto bene.>> rido anch'io. <<Ti riaccompagno dalla tua amica?>> annuisco con la testa, mi prende per mano e mi fa girare.
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Domani Sarà Amore
RomanceLa scuola, gli amici, le serate a far festa, le cazzate e poi ci sono lui e lei...terribilmente innamorati ma così distanti