La giornata a scuola passa in fretta, non vedo l'ora di vederlo tra un'oretta.
Scendiamo a piedi, è una bella giornata e abbiamo tutto il tempo per scendere.
Arriviamo alla stazione che ormai sono le quattro. Lascio andare la Sabri al suo bar e mi siedo sulle panchine del binario uno, si avvicina un ragazzo e mi chiede un accendino, ma io non fumando non ce l'ho, non contento si siede vicino a me e appena vedo Gabriel uscire dalla sala d'attesa mi precipito da lui. Prima guarda me e poi il ragazzo che era seduto vicino a me <<Tutto bene?>> << Si, tranquillo. Com'è andata oggi? Cosa avete fatto di bello?>> gli ritorna il sorriso, tira fuori il telefono e mi fa vedere le foto di quello che hanno fatto nel cantiere, mi spiega tutto nei dettagli, qualcosa capisco e gli faccio qualche domanda.
Quando ha finito di farmi vedere le foto mi chiede cosa voglio fare. Insieme a lui qualsiasi cosa va bene, ma mi sembra troppo sdolcinato da dire al nostro primo "appuntamento". <<Potremmo prendere lo yogurt lì alla Yogurteria e poi fare un giro.>> accetta e andiamo a comprare lo yogurt che mi offre lui nonostante io gli abbia detto chiaramente di lasciar pagare a me. Facciamo un giro per il centro di Sondrio e poi ci sediamo su delle panchine in un parco. Per tutto il tempo gli ho raccontato di me della mia vita, dei miei famigliari, delle mie passioni, ma ora sono io che voglio sapere di lui. <<Be ora raccontami un po' di te! Ho parlato sempre io fino adesso.>> abbassa lo sguardo, sembra preoccupato <<Ho detto qualcosa di sbagliato? Scusami.>> <<No, non sei stata tu. Mi è solo venuta in mente mia mamma e niente sono solo un po' triste tutto qua.>> <<Posso sapere come mai ti rende triste pensare a tua mamma?>> si gira verso di me e mi guarda, ha gli occhi lucidi. <<Okay, te lo dico. Ma promettimi che non lo dirai a nessuno va bene?>> annuisco con la testa e lui ritorna a guardarsi i piedi <<Ieri mia mamma è stata picchiata da un uomo che voleva rubagli la borsa, è caduta e ha picchiato la testa. Ora è in coma, i medici dicono di aver avuto casi più gravi e di essere riusciti a salvarli, ma non lo so è così fragile...>> lascia la frase sospesa, gli scendono due lacrime e l'unica cosa che mi viene in mente è di abbracciarlo, lo bacio sulla guancia e lui mi stringe forte a sé. << Non ne avevo ancora parlato con nessuno. Sto così male, è tutta colpa mia, se fossi andato con lei al posto di restare in macchina non sarebbe successo niente.>> continuo a abbracciarlo e gli sussurro che andrà tutto bene, che deve per forza andare tutto bene. È lui il primo a sciogliere l'abbraccio, si asciuga le lacrime e si alza <<Sarà meglio se ci avviamo alla stazione altrimenti perdo il treno.>> ora è freddo e distaccato con me, non capisco. Un attimo prima siamo abbracciati e l'attimo dopo si alza, cammina due passi davanti a me e non mi rivolge la parola. Arriviamo alla stazione proprio mentre arriva il suo treno, mi saluta con la mano e sale. Lo guardo finché il treno è ormai sparito e torno al binario due per aspettare il mio, stava andando così bene e poi non so cosa sia successo ma lui è diventato freddo e distaccato. Metto le cuffiette e mi scappano due lacrime che asciugo subito con le mani. Arriva il mio treno e in un batter d'occhio sono a casa. Mia mamma mi chiede com'è andata e gli rispondo faticando a trattenere le lacrime, vado a fare la doccia e piango come non avevo fatto mai, perché deve sempre andarmi tutto così male?
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Domani Sarà Amore
RomanceLa scuola, gli amici, le serate a far festa, le cazzate e poi ci sono lui e lei...terribilmente innamorati ma così distanti