Chapter 19.

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Jacob's point of view.

Correva, correva, continuava a correre.

E adesso?

Ero stato davvero uno stronzo, sì, l'avevo detto a Rebecca.

E la cosa buffa, era che non ne sapevo neanche il motivo.

Vidi Madison uscire dalla scuola.

La inseguii, urlando il suo nome più volte, senza nessun risultato.

Fece per attraversare la strada, piangeva e si vedeva.

Una macchina.

Una macchina stava arrivando a tutta velocità.

"MADISON"
Urlai con tutta l'aria ancora presente nei miei polmoni.

Scattai verso di lei e con tutta la forza possibile la spinsi in avanti.

Non avrei dovuto farlo, si era sicuramente fatta male, ma sempre meglio che essere investita.

Ero steso a terra, un braccio ancora sotto la macchina, l'altro teneva stretto Madison, sdraiata accanto a me, gli occhi chiusi e tanti tagli, sparsi qua e là.

Il mio braccio si era rotto, non riuscivo più a muoverlo e sentivo un dolore lancinante verso la spalla.

Feci per alzarmi, quando vidi la persona al volante.

Rimasi per un'attimo paralizzato.

Ci fu uno sguardo di intesa tra noi, quando lui fece retromarcia e se andò, sfrecciando per le strade, come se non fosse appena successo nulla.

La gente si fermava e guardava.

Qualcuno se ne andava, qualcuno chiamava l'ambulanza.

Ero in uno stato di 'trance', gli occhi socchiusi, la bocca semiaperta.

Ma la mia unica preoccupazione era Madison, sembrava fosse svenuta.

Finalmente sentii il rumore delle sirene dell'ambulanza.

Ci caricarono su delle barelle, non volevo staccare la mia mano da quella di Madison, doveva sentire che c'ero per lei.

Ma fui obbligato.

Ci misero delle mascherine, che coprirono la bocca ed il naso, incominciò così ad uscire un gas anestetizzante.

Cercavo di restare sveglio.

Dovevo restare sveglio.

Capii solo in quel momento in quale guaio mi fossi cacciato.

Mille pensieri incominciarono a frullarmi nella testa.

Quell'uomo sulla macchina.

Era lui, ne ero certo.

Dov'era Madison adesso?

E come avrei fatto a farmi perd-

Mi sentii improvvisamente gli occhi pesanti, li chiusi, sprofondando in un sonno profondo.

You make me shine||Jacob Sartorius. (#Wattys2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora