•7

59 9 2
                                    

Alessandro Pov
Sof parcheggia l'auto.
Davanti a noi c'è un edificio bianco e squadrato, in stile vittoriano con delle edere in fioritura attorcigliate come serpenti sulle due colonne davanti all'entrata. Il portone è aperto. Davanti ai piccoli scalini bianchi, posti parallelamente, ci sono due spogli alberi di ciliegio.
Entriamo.
L'interno della biblioteca è pressoché magnifico, sembra di essere in un'altra epoca. L'immensa stanza è piena di oggetti antichi di tutte le nazioni, vasi cinesi di porcellana, quadri, oggetti antiquariati, mobili barocchi e un piccolo lampadario di cristallo. Se non fosse stato per la moltitudine di scaffali presenti nella stanza non avrei mai pensato che questa fosse una biblioteca. Un silenzio inquietante alloggia tra le mura azzurre della camera, nell'aria aleggia un intenso odore di carta.
"Perché mi hai portato qui?" chiedo.

Sofia Pov
Speravo mi facesse questa domanda. Da quando ho lasciato casa mia è questo il mio posto segreto. Prima mi rifugiavo sul tetto, ora vengo qui. È una biblioteca abbandonata da anni, nessuno sa della sua esistenza. Qui posso stare in pace e leggere. Quando mi rintanavo sul tetto piangevo e urlavo quasi tutte le volte, qui invece no. Non ho più niente e nessuno per cui piangere. Mi è rimasto solo mio fratello, e lui non è qui.
"Questo è il mio rifugio"
"Io e te non abbiamo niente in comune" mi risponde acido.
"Ora fai tu l'antipatico"
"Hai iniziato tu"
"Non fare il bambino ti prego"
"Perché sei così bipolare?" sbotta.
"Non sono abituata ad essere dolce e carina" faccio un sorriso, il più falso possibile.
"Allora non possiamo andare d'accordo" esamina i libri sugli scaffali.
"Ma io voglio andare d'accordo con te" mormoro cercando di non farmi sentire anche se vorrei tanto che mi sentisse.
Si gira verso di me e sorride. Ha sentito, credo.
Sfoglia After. Cinque anni fa quel libro andava forte, l'ho letto tantissime volte. Ogni tanto ancora lo leggo. È tutto sottolineato.
"L'hai sottolineato tu?"
"Si... Adoravo quel libro"
"Adoravi?"
"Ora leggo cose diverse"
"Tipo Città di carta oppure Colpa delle stelle?" sfiora con i polpastrelli i libri accanto alla serie di After.
"Ti piace leggere?" cambio argomento.
"Si"
"Libro preferito"
"Quando avevo 14 anni il mio libro preferito era Cercando Alaska poi ho iniziato a scrivere libri"
"Scrivi?"
"Si ma nessuno ha mai voluto pubblicare un mio libro" fa spallucce.
"Quanti nei hai scritti fin ora?"
"Due, entrambi rimandati perché non adatti, ora ne sto scrivendo un altro"
"Hai iniziato a scrivere a 14 anni?" mi siedo ad uno dei piccoli tavolini posizionati tra gli scaffali.
"Anche prima, ma non scrivevo proprio libri, scrivevo frasi"
"Hai un talento"
"Non credo"
"Voglio leggere il primo libro che hai scritto"
"Okay..."

Sofia Pov
"Di cosa parla?" perché queste domande?
"Di... Emh... Di una ragazza..." non posso dirle che parla di lei. Tanto se ne accorgerà leggendo il tuo libro.
"Storia inventata o reale?"
"È la versione di come avrei voluto che fosse la relazione con l'unica persona che ho amato" in questo libro ho immaginato la mia vita con Sof resettando dalla mia vita la partenza per Milano. È finito tutto con un matrimonio, troppo classico dal mio punto di vista. Forse per questo non è stato accettato dalle case editrici ma quel libro per me era come uno sfogo. Mille volte ho sognato Sofia che compra il mio libro e lo legge pensando a me come io lo scritto pensando a lei. Ma il libro non è stato mai pubblicato quindi...
Sono ridicolo. Sono un coglione. Sembro una ragazzina adolescente.
"Oii... Stai bene?" mi sventola una mano davanti alla faccia.
"Scusa che hai detto?"
"Niente" sorride.


N/A wow! Due capitoli in un giorno. Credo di aver recuperato il pasticcio di ieri. Oggi sono felice, non so mi sento ispirata... Cosa ne pensate? Vi voglio tanto benee🌸🍌

•Il Giorno e La Notte||2•   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora