4~Finalmente sera

61 2 0
                                    

Raccontai a Melody di essere stata dai miei cugini che abitavano sperduti in un posto di campagna. Lí avevo dato una mano a dar da bere e da mangiare agli animali della loro fattoria, al mattino sistemavo il fieno per i cavalli, una volta avevo anche provato a mungere una mucca. Era stato traumatizzante. Avevo giurato che non ci avrei riprovato mai più in vita mia. Infatti la mucca, non appena mi aveva sentita sfiorarla, ha dato di matto e ha cominciato a scalciare. Per poco non mi prendeva.
Melody, che stava bevendo un bicchiere d'acqua, cominciò a ridere, fino a non riuscire più a trattenersi. Risputò l'acqua nel bicchiere e non la smetteva più di ridere.

Io ero seria, perché per me era stata davvero una scena che mi aveva segnata, ma mi misi a ridere dopo la sua reazione.

-Le solite pazze- si intromise una voce maschile, molto familiare.

-Ace!- esclamai, abbracciandolo.
Anche Melody si alzò per mettergli le braccia al collo, ma l'altro mio migliore amico allungò la mano e le fece segno di fermarsi.

-Perché? Cosa ti ho fatto?- gli chiese interdetta la ragazza.

-Hai ancora la bocca piena di bava-

-Non è bava, è acqua!-

-Fa lo stesso- rise e le diede due colpetti sulla spalla, come per rincuorarla.
Ci sedemmo e finimmo di mangiare, tutti e tre.

Melody aveva raccontato di essere rimasta a casa, di aver dormito tutte le mattine fino a tardi e di aver guardato al computer alcuni episodi della sua serie TV preferita che non aveva fatto in tempo a guardare durante il periodo scolastico.
Ace, invece, era andato a stare da un suo amico di vecchia data che non vedeva da molto tempo. La mattina andavano in bicicletta a fare mountain bike in un posto vicino alla casa e quasi tutte le sere uscivano e si infiltravano a feste di gente che neanche conoscevano. Una volta erano andati ad una discoteca "per fare nuove amicizie" e si erano ritrovati ad una di quelle feste, ma la ragazza che compiva gli anni era appena quattordicenne, così non appena entrarono girarono i tacchi e, delusi, si diressero a casa.

-Eh...la gioventù d'oggi!- esclamò.

Dopo esserci saziati anche con il dessert, decidemmo di andare a fare due passi.

-Devo smaltire il pranzo di oggi. Neanche al cenone di Natale ho mangiato così tanto!- si lamentò Melody.

-E per fortuna che eravamo a dieta!- dissi sarcasticamente, con un po' di malinconia.

-Sul serio? Voi due a dieta?- si stupì invece Ace -Ma se ogni volta che sto con voi ho sempre paura che divoriate pure me!-

-Ma dacci un po' di fiducia! Da stasera ci mettiamo serie, vero?- mi chiese conferma Melody.
Io annuii ridendo: sapevo che non sarebbe stato così. Lei era una ragazza carina fisicamente, secondo me, ma lei si riteneva orribile, solo perché con il tempo aveva accumulato qualche chilo di troppo. Era un po' rotonda, e allora? Aveva pennellate di capelli ricci castani, ma un castano tenue, color nocciola, con riflessi che variavano dal biondo lucente, al grano, al mattone, fino al cioccolato fondente. Ed erano naturali. Li trovavo invidiabili. E poi le accarezzavano dolcemente il viso e glielo inquadravano bene, in modo da darle un carattere più vivace e spensierato, adatto alla sua personalità. Gli occhi non troppo grandi e perfettamente centrati richiamavano il particolare colore dei capelli: principalmente nocciola, ma con qualche sfumatura tendente al colore che ha il grano maturo, con delle rigature scure che sembravano rincorrersi e attorcigliarsi tra di loro per tutta l'iride, fino a quando scomparivano incontrando la pupilla, sempre molto poco dilatata.
Era leggermente più bassa di me, ma trovo che sia giusto che le donne raggiungano solo una certa altezza, altrimenti i tacchi finirebbero nel cestino, ed è ingiusto, sempre secondo me, che noi dovremmo rinunciare ad un simbolo così evidente di femminilità.

Il patto col DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora