7~Si aprono le danze

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Il solito buio mi circondava.
Ormai lo consideravo mio amico.
Ed ecco che in torno a me il mondo cominciava a prendere forma.
Ero in un bosco. Si sentiva anche uno scroscio insistente.
Probabilmente il piccolo torrente non era molto lontano da dove mi trovavo.
Il cielo si fece buio.
Sentivo gufi, civette, insetti vari e altri animali camminare e cantare tutt'intorno a me.
Una brezza fresca si era sollevata e mi stuzzicava la pelle.
All'improvviso vidi una luce rossastra, debole e fioca, accendersi.
Era di nuovo quell'ombra.
Aveva acceso un fiammifero, ma la folata di vento l'aveva subito spento.
Nonostante fosse buio riuscivo a distinguere una sagoma, più scura della notte.
Quando fu certa di avere la mia attenzione cominciò a muoversi lungo un sentiero.
Voleva che la seguissi, così mi mossi anch'io.
Mi portò sulla sponda del corso d'acqua, di cui prima ne sentivo il rumore.
Non era un piccolo torrente. Era un fiume. Ed era più grande di quanto potessi immaginare.
L'ombra in quel momento, dopo avermi studia un po', si diresse verso l'acqua.
Non guardava più indietro per assicurarsi che la stessi seguendo. Si immergeva con noncuranza sempre di più.
Quando il livello dell'acqua le arrivò fino alle spalle, o almeno quelle che credevo che fossero, si voltò a fissarmi, come se si aspettasse che la raggiungessi.
Quindi infilai prima uno poi l'altro piede nel fiume.
Mi avvicinai sempre di più a lei.
Non sembrava essere intimorita da me.
E per qualche strana ragione non lo ero neppure io.
Mi trovavo a un metro da lei.
Decisi quindi di proseguire con più cautela.
Il livello dell'acqua continuava a salire. Ormai mi arrivava sotto il seno.
Ero quasi completamente bagnata.
Feci un passetto in avanti.
Poi un altro.
Mi ritrovai così a faccia a faccia con l'ombra.
Nessuno si mosse.
Nessuno disse una parola.
Mi feci prendere dalla curiosità, così provai ad allungare una mano sott'acqua e toccarle un braccio.
Quando fui ad una distanza minima mi sentii afferrare per le spalle improvvisamente e venni spinta sott'acqua.
Mi dimenai. Provai a far allentare la presa, ma ogni mio tentativo fu inutile.
Così sprecavo solo che ossigeno prezioso.
Volevo urlare, chiedere aiuto, ma mi trovavo sott'acqua.
Nessuno mi avrebbe sentita.
Nessuno avrebbe saputo.
Presa così dalla rabbia e dall'adrenalina del momento cominciai a scalciare, a graffiare, a strattonare, ma fu tutto vano.
Sentii il fondale sotto i miei piedi cedere.
Non sapevo più a cosa aggrapparmi.
Dalla bocca digrignata imbarcavo acqua.
La sentivo scendere in gola, a togliermi il fiato, a dilagnarmi la faringe.
Non avevo più ossigeno nei polmoni.
Le mie membra si muovevano appena.
Le cellule morivano.
Cominciai per disperazione a respirare con il naso, ma tutto quello che ottenni fu far entrare ancora più acqua nel mio corpo.
Chiusi gli occhi.
Sentivo l'esofago, le narici e i polmoni bruciarmi, mentre braccia e gambe erano tutte intorpidite.
Mi lasciai andare.
Non opposi più alcuna resistenza.
Le mie forze erano finite.
Inghiottii l'ultimo sorso d'acqua.
E mi svegliai.
Mi misi immediatamente a sedere e cominciai a tossire.
Sentivo il cuore battermi talmente forte nel petto che credevo potesse scoppiare da un momento all'altro.
Mi cinsi la gola dolorante con le mani e provai a massaggiarla.
Quasi senza fiato, inalai un profondo respiro.
Vidi Melody entrare in camera preoccupata. Mi porse un bicchiere d'acqua che rifiutai malamente gettandolo sul letto.
-Ma che diavolo ti prende?!- era sconvolta.

-Scusa, era solo un incubo, scusa- le spiegai massaggiandomi ancora il collo.
Poi mi guardò negli occhi e per poco non cadde dal letto per lo spavento.

-Che succede?- chiesi allarmata.
Lei mi guardò in viso seriamente preoccupata e mi disse amareggiata: -Hai due occhiaie da fare invidia ai panda!-
La guardai scioccata: -Ma fai sul serio?! Ho appena rischiato di morire soffocata! Secondo te me ne frega qualcosa se ho le occhiaie?-

Il patto col DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora