2~Una mattinata rumorosa

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Quando mi risvegliai il sole era già splendente in cielo e riscaldava l'ambiente con i
suoi raggi. Inizialmente non riuscivo a distinguere forme e colori, vedevo solo ed
esclusivamente un rigoroso bianco accecante. Cercai a tastoni il mio cellulare sul
materasso che mi circondava. Ad un certo punto toccai col mignolo qualcosa di duro
e freddo. Lo afferrai. Era di forma rettangolare e con la superficie liscia. Riconobbi
subito il tasto d'accensione e la luce emessa dallo schermo mi accecò
momentaneamente ancora una volta.

Erano le 6.07.

Una ventata d'aria fresca mi accarezzò le guance. "Forse ho dimenticato la finestra
aperta ieri sera", pensai.

Mi guardai intorno, cercando di alzare la testa il più possibile senza dovermi
sollevare completamente, e mi accorsi che i due poliziotti avevano passato la notte a
casa mia: una era sdraiata sulla poltrona larga e comoda, mentre l'altro era seduto
per terra ai piedi del sofà, con la schiena appoggiata allo schienale e la testa a
penzoloni che ricadeva sulla spalla destra.
Chissà che torcicollo gli sarebbe venuto poi!

Cercai di alzarmi senza fare troppo rumore, ma le molle sotto il materasso
facevano le dispettose.

Credevo che questo lamentio potesse svegliare i russatori, ma mi sbagliavo.
Così ripresi l'equilibrio, raggiunsi la cucina e mi versai del latte freddo in una tazza.

Avevo un forte mal di testa che mi martellava nelle tempie, così decisi di prendere
qualcosa che potesse alleviare il dolore. Mi spostai di fronte al mobile in cui
tenevo i medicinali e aprii l'anta. C'erano un sacco di scatole e scatolette, ma frugando riuscii ad individuare ciò che stavo cercando. Si trovava nella parte più
alta, dove non ci arrivavo. Così decisi di prendere una sedia per salirci sopra, solo
che nel farlo ebbi un momento di mancamento e persi l'equilibrio, cadendo
rumorosamente a terra. E insieme a me la sedia. Un suono assordante raggiunse
anche le zone più remote della casa.

Mi rialzai velocemente e corsi in camera mia a vedere se i poliziotti si fossero
svegliati.
Ero sbalordita. Stavano ancora dormendo come dei sassi. Ma come cavolo
facevano?! Io non sarei riuscita ad addormentarmi così profondamente neanche
dopo essere stata sedata!

Allora decisi che potevo tranquillamente tornare a ciò che stavo facendo. In cucina
trovai la sedia ancora ribaltata e qualche confezione sparsa sul pavimento. Mi
chinai per raccogliere tutto e fortunatamente ritrovai anche gli antidolorifici che
stavo cercando. Aprii la scatola di cartone, l'appoggiai sul ripiano vicino al
lavandino ed estrassi uno dei due fogli di alluminio al suo interno. Presi una delle
tre pastiglie rimaste e mi riempii un bicchiere d'acqua. Mandai giù velocemente
l'antidolorifico. Riappoggiai poi il bicchiere nel lavello e mi voltai per rimette via le
pastiglie che avevo lasciato fuori.

Erano sparite.

Forse le avevo già messe via sovrappensiero. Ma ero quasi completamente sicura di
non averlo fatto, così riaprii l'anta e cercai la scatoletta allungando il braccio per
arrivare anche fin dove non vedevo.

-Antidolorifici, eh?!- una voce femminile mi colse di sorpresa alle spalle.

-Gesù!- esclamai, voltandomi di scatto.

-Hai già le visioni?- mi chiese la poliziotta.

-Cosa? No! Io...io credevo stessi dormendo!-

-Oh andiamo! Credevi sul serio che non ti avrei sentita mentre aprivi il rubinetto
dell'acqua per riempirti quel bicchiere- indicò quello che avevo poggiato nel lavello -
per rimpinzarti di questi?!- concluse, mostrandomi la scatola di antidolorifici.

-Ma cos..? Il rubinetto?!- mi stupii -Non è come credi! Io avevo mal di testa e ho
preso qualcosa perché mi passasse!- mi difesi poi.

-Mh, sai che non mi piacciono le bugie-

Il patto col DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora