CAPITOLO 11

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Digitai in fretta il numero di Carl e brevemente gli spiegai la situazione, pregandolo di spostare la visita. Non fece problemi, quindi in meno di cinque minuti mi trovavo in macchina. La mia prima tappa fu al supermarket dove ci recavamo sempre per fare la spesa. Ok, non penso che Matt si trovi lì, ma c'è una cassiera molto amica di lui che potrebbe aiutarmi nelle ricerche. E infatti, mi indirizzò verso il suo club, dove a quanto pare si divertiva a trovare delle donne per la serata. Mi infastidì non poco il fatto che dovessi andare là, ma volevo aiutarlo. Spesi molto tempo in cerca di questo posto: dopo mezz'ora giravo per la quarta volta attorno alla rotatoria, quando un auto si avvicinò alla mia. Abbassò il finestrino e una faccia simpatica mi domandò se ero in difficoltà. Risultò molto cortese e per una seconda volta mi fidai di un estraneo. Gli presentai la situazione e in pochi minuti entrai nel club. La sala mi ricordava qualcosa. Era come quella... Basta angustiarsi di qualcosa che ora non rappresentava un pericolo. Matt, invece, chissà dove si trovava. Poi, un lampo di genio mi riportò in macchina.

Un'ora dopo...

"Finalmente!" esclamai vedendo dinanzi a me i grossi salici piangenti. Era un panorama stupendo quello che si trovava di fronte a me. Maestosi alberi giocavano con il fresco venticello di Agosto. Le foglie verde chiaro brillavano alla fioca luce della luna. Avanzai cercando di evitare un'altra caduta. D'un tratto apparve un piccolo lago. Un pontile lo attraversava per metà, dando la possibilità ai coraggiosi di buttarsi nelle gelide acque. Tutt'attorno una fitta vegetazione era punteggiata da fiori di qualunque colore. Vicino alla riva, lo vidi. Feci uscire l'aria che senza accorgermene avevo trattenuto, un po' per la bellezza del paesaggio e un po' per l'ansia. Ridacchiai piano pensando che Matt era tutto tranne uno stronzo, come lo avevo reputato per i primi tempi. Il mio orgoglio però mi impedì di ammettere che era una brava persona, a differenza della sua facciata che mostra agli altri.

Mi nasconde qualcosa di importante, riflettei.

Sempre in silenzio, presi posizione accanto a lui. Dovetti faticare un po' perché la pancia rendeva un po' goffi tutti i miei movimenti.

Si sentivano solo cicale e qualche grillo solitario. Era strano il fatto che non avessero già deciso di abusare di questo luogo per costruire altre ville. Non che io volessi! Avrei preferito che lasciassero questo posto così com'è...

Decisi di rompere il silenzio che si era creato tra di noi, ma lui mi anticipò.

"Come hai fatto a trovarmi?"

"Una volta siamo passati qua vicino e tu mi hai raccontato di quando ci venivo da piccino. Avevi un'aria per metà triste e metà adorante. Dopo aver fatto qualche giro mi sono rammentata di quel discorso ed... eccomi qua."

Si voltò a guardarmi e solo in quel momento mi accorsi dei suoi occhi rossi. Mon dieu! Lo abbracciai e gli accarezzai i capelli, sentivo le sue lacrime che bagnavano la mia maglia. Lacrime che si tramutarono poi in singhiozzi.

Quando si calmò mi tirai indietro e guardando dritto davanti a me dissi:"Parlare ti farà solo bene, dovresti sfogarti, invece che tenerti tutto dentro."

"Se vuoi, hai ancora una domanda da farmi... me ne hai fatte solo due, ricordi dell'accordo?"

"Certo!" affermai entusiasta.

"Cosa è successo in passato che ora ti sta torturando?"

"Non vale: con questa domanda sono costretto a raccontarti tutto!" si lamentò.

Gli dedicai un sorriso a trentadue denti e dissi semplicemente:" Sono astuta io, sai!?!"

Mi sorrise di rimando poi cominciò a raccontare.

***

Siamo arrivati al punto in cui si conoscerà di più sul conto di Matt.

Dovrete solo aspettare l'altro capitolo. 😊

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