Aprii gli occhi con molta fatica e mi ritrovai in una stanza bianca e vuota. Su un lettino d'ospedale. Col mio capo su una sedia che mi teneva la mano.
"Cazzo!"sussurrai perché tra la sorpresa di vedere Carl accanto a me che cerca di consolarmi e quella di ritrovarmi in una stanza d'ospedale con l'aflebo attaccato al braccio, mi era venuto un mal di testa atroce.
"Carl?"
"Si?"mi rispose con voce dolce.
"Taci!"
"Okok,scusa"disse risentito e staccandosi immediatamente dalla mia mano.
"Scherzo, puoi parlare però a bassa voce che ho mal di testa. Comunque che è successo?"
"Sei svenuta e Matthew ti ha portato da me! Si può sapere cosa ti sta succedendo? Stai dormendo almeno otto ore a notte? E mangi correttamente?"
Tutte queste attenzioni mi fecero venire le lacrime agli occhi. Attenzioni che non avrei dovuto ricevere dal mio capo. Ma dai miei genitori.
"Charlotte? Mi stai ascoltando? Guarda che sono serio! Non puoi farmi prendere tali spaventi!"stava continuando intanto lui.
"Sisi, cert..." e poi come un fiume in piena le lacrime sgorgarono dai miei due grandi occhi azzurri.
"Oh mio dio. Charlotte!" ripeteva incredulo Carl. Si, perché la calma, paziente e indifferente infermiera stava piangendo. Lacrime vere. Perciò non era un'altra delle tante recite messe in scena da me. Passò un po' di tempo, poi qualcuno bussò.
"Permesso?" sentimmo dire dalla parte opposta alla porta e vedemmo spuntare Matthew con al suo seguito dei medici e infermiere.
"Ciao Charlotte."mi salutò lui.
"Ciao Matthew" risposi educatamente, ma gelidamente, affrettandomi a cancellare le ultime tracce del pianto. Non mi sarei mai mostrata tanto vulnerabile dinanzi all'uomo che mi ha rovinato la vita! Ok, forse è un esagerato dire così, però farsi i cazzi suoi, no?
"Sono venuto per scusarmi. Se non avessi insistito magari non ti troveresti in quel letto" si scusò e mi sembrò molto sincero. Teneva lo sguardo basso e aveva portato anche dei fiori...Delle rose bianche. Non era poi così male, in fin dei conti!
"Non ti preoccupare"e addolcii il tono. Ma poi un senso di nausea si impadronii di me e non riuscii a non pensare ad un'eventualità. Nausea,mancamenti... quando è che mi è venuto il ciclo per l'ultima volta? Cercai di ricordare ma mi arresi ben presto e chiesi a Carl di passarmi l'iPhone 5 dalla nuovissima borsa Gucci.
Scorsi tra i mesi... A fine febbraio l'ultimo...
"Merda!"
"Che è successo?"mi chiesero all'unisono i due uomini.
"Non può essere! Carl?"
"Si?"si mise all'attenti. Chi non ci conosce non penserebbe che sia lui il capo, ma io. Perché sin da piccola ero abituata a fare tutto da sola. Sono maturata molto in fretta e a soli 6 anni riuscivo a fare tutti i lavori che avrebbe dovuto fare mia madre. Ma che dovevo fare io! Alt! Mi imposi di non rinvangare nel passato e di pensare solo al presente. Perché se aspettassi un figlio, sarebbe un letterale casino! Mon dieu, che melodrammatica, mi istigai.
"Vai in farmacia e compra un test di gravidanza. Subito!"
"Sei incinta?" urlò tanto che tutti si girano a guardarmi curiosi. Non volli guardare Matt, mi spaventava un po' la sua reazione. Magari avrebbe ricominciato con il discorso di prima!
"Non lo so! Tu vai a prendere questo test per favore!"mi affrettai a rispondere e lo congedai con un veloce cenno della mano.
Nel frattempo nella mia testa si affollarono frammenti della notte trascorsa con i due uomini diversi e sconosciuti, rimorchiati alla festa della mia amica. Quando era stato? Ah, si. Giusto. Il 7 Marzo. Ero proprio nel periodo fertile! Che stupida!
"Charlotte?"mi richiamò Matthew, ormai seduto accanto a me. Con uno sguardo di compassione impresso sul volto. Eh, no. La compassione no! Tutto ma non voglio compassione e pena!
"Che vuoi? Vuoi farmi ancora la predica? O vuoi assillarmi sul fatto che mento? Che, tra parentesi, non è neanche vero!"lo aggredii violentemente. Feci un lungo sospiro e mi scusai per le parole troppo dure.
"Non ti preoccupare. Piuttosto tu come stai? Sei sicura di essere incinta? Ma sapresti dirmi il padre, mettiamo il caso tu aspettassi un bambino? E poi cosa vorresti fare? Darlo in adozione o abort..."
Fu interrotto dall'arrivo di Carl con in mano la chiave che avrebbe aperto lo scrigno dei miei dubbi. Che avrebbe deciso del mio futuro.
Ciò che successe dopo, si svolse in un silenzio tombale.
Dopo tre minuti seppi l'esito.
Positivo. 7 settimane.
Mi si sbarrarono gli occhi e per la seconda volta nella giornata piansi. Un po' per la gioia, un po' per la sorpresa. Ma sopratutto per la paura. Paura di non farcela. Di non riuscire a creare quel focolare materno per il mio bambino. Per la mia creatura. Non mi interessò più nulla del padre, delle conseguenze, e di Matt, che mi stava guardando stupito, sapevo solo una cosa!
"Non so chi è il padre. E no, non abortirò, nè lo darò in adozione. Lo crescerò io stessa!" annunciai determinata. E con una nuova luce negli occhi. Quella della speranza.
Decisi che avrei fatto di tutto per quella piccola creatura che ora si trovava nel mio grembo. Non avevo bisogno di nessuno accanto a me. Quel figlio sarebbe stato l'unica cosa a cui avrei tenuto di più. Mi sentivo già eccitata al pensiero di comprare tutte quelle tutine, la culla, giocattoli e tutte le altre cosette di cui bisognava armarsi per poter crescere un figlioletto. Gli avrei fatto sentire tutto l'amore materno e mai fatto mancare nulla.Di certo, l'idea di cambiare pannolini o di passare notti insonni ad ascoltarlo urlare e piangere non mi allettava, ma a tutto ci sono i pro e i contro. Purtroppo.
***
Ciao! Allora, come è stato quest'ultimo rilascio? Finalmente la nostra storia prende vita!
😊
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Sei sempre nel mio cuore
RomanceCharlotte. 26 anni. Infermiera. Calma e professionale. Tutti requisiti per definirla una persona felice. Ma lei non è felice. Ancora vittima del suo passato, quando scopre di essere incinta, non si lascia prendere dal panico, tutt'altro... Sarà arri...