Si sono abbracciati come non avevano mai fatto, nel breve, ma cosi infinito tempo in cui avevano avuto la possibilità di farlo.
Sembrava fossero tornati a respirare dopo mesi di agonia.
Non parlavano nella stretta potente di quell'abbraccio, non ce n'era bisogno, i loro silenzi erano i discorsi migliori che abbiano mai fatto in tutta la loro fottuta vita.
La testa di Ian era seppellita nella spalla di Mickey, la mano di Mickey teneva la testa di Ian, in una stretta che quasi faceva male.
Se si fossero stretti di più, probabilmente avrebbero indossato gli stessi vestiti.
Non c'era bisogno nemmeno di dirsi quanto si fossero mancati in quelle settimane che sembrarono anni.
In quei giorni che non passavano mai, l'uno senza l'altro.Fu Ian a rompere il silenzio per primo.
Mickey sospirò, sapeva cosa stava per dire, lo sapeva per certo.
"Come hai fatto a convincerlo?"
Non poteva rispondere, non poteva dirgli ciò che aveva scoperto, e gli pesava da morire, non voleva mentirgli, non voleva mentire all'unica persona che era stata in grado di renderlo felice.
Lo aveva promesso.
Più che altro, lo aveva pattuito."Lo lascerò tornare solo se giurerai di non dire nulla, sarò io a farlo, nel momento giusto."
E tutto si poteva dire di Mickey Milkovich, meno che non fosse un uomo di parola.
E in ogni caso, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riavere Ian con sé."L'importante è che tu ora sia qui"
Disse solo, tirandolo poi dalla maglietta, cosi verde da confondersi quasi con i suoi occhi, per attirarlo in un bacio lento, uno di quelli che dicono, sono felice che tu sia qui, non voglio nient'altro, voglio solo questo, potrei baciarti fino a morire soffocato.Fu un attimo, prima che si ritrovarono nudi, stesi sul divano, ad accarezzare i loro corpi.
Era passato troppo tempo dall'ultima volta. Veramente troppo tempo.
I baci che Ian faceva scorrere lungo il suo collo, il suo petto, e le sue cosce, erano musica per Mickey, che gemeva sotto di lui come mai aveva fatto prima di allora.
"Sei bellissimo"
"Sei così sexy cazzo"
Non aveva mai avuto paura di esternare ciò che pensava del suo ragazzo.
Al contrario di Mickey, che aveva sempre preferito i gesti alle parole.
Ad Ian, andava bene così.
Lo amava. Si amavano.
Anche se ancora nessuno dei due aveva ancora avuto il coraggio di dirlo ad alta voce.
Fecero l'amore, per tutta la notte.
Si addormentarono quando il sole stava per sorgere l'uno nella braccia dell'altro.
L'uno respirando l'altro.
Non serviva nient'altro."Buongiorno cenerentola"
Disse Mickey sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori, o almeno per quanto riguardava Ian, era uno dei suoi sorrisi migliori."Sai cosa ho notato Mick"
Ridacchiò alla vista dell'altro che faceva scattare le sopracciglia sulla sua ampia fronte.
Adorava letteralmente quando lo faceva.
"Cosa?" "Sentiamo questa stronzata""Hai cinque diversi sorrisi"
"Che cazzo stai dicendo?"
"Si, davvero, li ho esaminati nella mia testa per tutto il tempo mentre ero in quel posto del cazzo".
Mickey scosse la testa in segno di resa.
Avrebbe voluto chiedere di cosa esattamente stesse parlando Ian.
Non lo fece. Non ce ne fu nemmeno bisogno in realtà.
Ian non chiudeva mai quella fottuta boccaccia."Uno quando stai sfottendo qualcuno, emetti tipo un ghigno e metti l'indice davanti la bocca, mi fai ridere, uno quando sei nervoso, il lato sinistro della bocca scatta in su e ti mordi l'interno della guancia, uno quando sei contento ma non vuoi darlo a vedere, non ti si vedono i denti, ma ti compaiono due piccole fossette ai lati della bocca, lo adoro"
Mickey a quel punto era davvero perplesso. Come poteva essersi accorto di tutto questo?
In realtà, lui stesso di certo non ci aveva mai fatto caso.
"Uno quando sei felice e non lo nascondi, ti si vedono tutti i denti""Ian ma che cazz-"
"E poi ce quello che preferisco, quando mi baci o quando mi guardi, gli occhi ti si illuminano e sembrano più blu, quando sorridi con gli occhi è il momento più bello della giornata"
STAI LEGGENDO
Il Destino Ha La Sua Puntualità
FanfictionMickey comincia una nuova vita lontano dal south side, Incontra Ian, figlio di un reverendo rigido e metodico che non ha idea di quale sia in realtà l'orientamento sessuale del figlio. Il destino, ci metterà lo zampino.