Chapter 16 - Homeless

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Corri,
Corri e non ti fermare.
Non vincerai.

E io corro. Corro con tutte le forze che mi sono rimaste. Le mie gambe non rispondono più, continuano a correre, e io sono stremata. Dove sto andando?

Cosa è quella luce che vedo in fondo a questo tunnel pieno di sofferenza? Se ci arrivo, vincerò?
Ma quanto è lontano? Devo ancora correre per molto?
Forse non sono abbastanza. Forse non vincerò davvero.

Mi fermo.

Ho bisogno di aria.
Mi sembra di non inalare niente.
Non sento ossigeno.
Non sento il mio respiro.
Corro da troppo tempo e non sono sudata.

Sono morta?

O sono morte le mie speranze?

Non sono più esausta.
Ma non voglio ripartire.
E adesso? Cosa mi blocca?
Mi guardo intorno e non vedo niente, nemmeno la mia ombra.
Troppo buio per i miei gusti.
Però ci voglio provare.
Che mi costa? La vita?
Potrei rimanere qui per sempre senza arrivarci mai.
Devo muovermi.

«Rachel.»

Qualcuno? C'è qualcuno?
Provo a parlare. Non sento il rumore della mia voce.

«Sono qui.»

Questa voce, questa voce.
Così familiare ma ignota.
Così vicina ma lontana.

Sono viva?

«Cosa stai facendo, qui?»

Non può essere lui. Non c'entra niente con tutto questo.

«Nel mondo del dolore, della sofferenza. Non è posto per te. Non ti è destinato questo purgatorio infinito.»

Mentre parla, mi giro intorno. Ma è tutto uguale, buio, vuoto.
Mi rifiuto di pensare che sia lui.
No, no e no.

«Parla con me.»

"Non ci riesco, Ed."
Parlo.

Una mesta risata, che mi ricorda troppo la sua. Non è possibile.

«Scappa.»
"Da cosa, da dove? Perché sono qui?"
«Il limbo della vita. Il posto più reale che possa esistere in un sogno.»
"Di cosa stai parlando? Non capisco."
«Non puoi restare qui.»
"E allora fammi uscire."
Rise di nuovo.
Pian piano le sue risa erano sempre più lontane.
Lo sentivo più distante.

«Rachel?»
"Sì?" Urlo sperando riesca a sentirmi.

«Non vincerai.»

La notte era fredda nella Foresta Proibita, ma il sonno agitato di Rachel la fece risvegliare alquanto accaldata.
Cercò di non sbilanciarsi dal ramo e di non perdere l'equilibrio. Pian piano riusciva a fare mente locale, a ricordarsi perché era nella Foresta Proibita, perché non era ad Hogwarts, e perché si trovava sopra un albero.
Una pazzia con una sua logica.
Si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore mentre quell'altra era ben salda sul legno dell'albero. Cercò il suo amico fra le frasche argentee e lo scorse poco più di un metro sotto di lui, profondamente addormentato su un ramo più spesso del suo.
Da lassù riusciva ancora a vedere il piccolo falò che avevano acceso prima di andare a dormire, e un piccolo filo di fumo leggero segnalava che il fuoco non si era spento da molto.
Se alzava lo sguardo invece, e si osservava attorno, Rachel non poteva che guardare migliaia di rami identici a quello su cui era semisdraiata. Stessi alberi, stesso legno, stesse foglie. Fusto alto e scuro che si diramava in molteplici fronde, tanto da intricarsi tra loro nelle punte. Avevano scelto appunto uno spiazzo abbastanza riparato, privo -o quasi- di rischi.
Con molta calma, ancora scossa da ciò che aveva visto in sogno, si alzò in piedi, sempre aggrappata al fusto. Guardò in alto alla ricerca delle stelle e della luna, che dalla sua camera di Hogwarts osservava sempre nelle notti di insonnia, ma sembrava che la fitta rete di rami impedisse ogni accesso alla volta celeste. Decise di salire più in alto. Si aggrappò a un ramo sopra di lei accertandosi che reggesse, e, pian piano, scalò l'alto albero come se fosse una montagna dalla parete rocciosa. Rischiò di cadere un paio di volte a causa di legni secchi o troppo leggeri per sostenerla, ma fortunatamente l'allenamento da Auror di una vita le fu d'aiuto ancora una volta. Con ultimi agili movimenti, si ritrovò sulla punta del tronco. La sua testa rossa sbucò dalla cima tra le foglie più delicate. Inspirò la fresca aria notturna ad occhi chiusi, per poi riaprirli e puntarli verso il desiderato cielo. Mentre saliva, si era immaginata una vista spettacolare, l'estensione infinita di un paesaggio incredibile, e quello che vide, non fu ciò che pensava. Il cielo non era affatto sereno come aveva creduto, ma coperto da un leggero -e un poco inquietante- velo di nebbia, che copriva le timide stelle e sfuocava l'immagine di una luna ancora non totalmente tonda. Solo in lontananza, verso la sua scuola, le deboli nubi cessavano di sovrastare il cielo, lasciando il posto a una notte chiara e nitida. La Foresta Proibita si estendeva in lungo e largo fino ad una piccola collina posta a nord. Oltre essa, Rachel non riusciva a vedere niente. Ed era proprio là che lei ed Harry erano diretti. Sospirò guardando il paesaggio, cercando di captare qualcosa di interessante o anomalo, che la distraesse dalle visioni che le avevano tormentato il riposo, ma niente. Lì dentro sembrava che il tempo non scorresse. Che ansia, che strazio. Non un uccello nel cielo, non un rumore, gli alberi erano immobili e l'aria ferma. La ragazza sperò di trovare al più presto i suoi amici, perché non sopportava quel posto.
Non si trattenne un secondo di più, decise di tornare a dormire. Aveva bisogno di tutte le sue forze per continuare la ricerca. Mentre scendeva, però, non notò che sul suo braccio sinistro qualcosa di oscuro si era illuminato, e che pochi metri più in là, qualcuno la stava fissando.

POSSESSED || L.S. || Ed SheeranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora