Capitolo 05

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Capitolo 05.


Il giorno seguente, Hermione si svegliò praticamente all'alba. Scendendo la lunga scala si rese conto che anche le sue zie erano già in piedi e la colazione per lei era già pronta. Dopo aver mormorato un buongiorno, afferrò la tazza di caffè e addentò una fetta di torta. La colazione si svolse nel silenzio più totale.

"Avete qualcosa da dirmi?" chiese la ragazza, molto turbata da quel silenzio innaturale.

"Tesoro, devi essere sincera con loro, non potrai nasconderglielo per sempre" le disse zia Frances.

"Sì, lo so zia Frances, ma ora non me la sento".

"È per Jillian?"

"Mi manca troppo, zia Jet!" disse mentre le lacrime minacciavano di nuovo di uscire.

"Lo sappiamo tesoro, manca molto anche a noi!"dissero e la abbracciarono dolcemente.


Una volta che si fu ripresa, la ragazza andò da Harry e Ron per iniziare così il loro giro. Dal canto loro i ragazzi eranogià svegli e avevano già fatto colazione. La stavano aspettando e,nell'attesa, avevano deciso di accantonare il discorso avuto la sera prima e comportarsi normalmente; secondo Harry, avrebbe poi parlato quando se la sarebbe sentita e che era inutile insistere, avrebbero solo peggiorato la situazione. Ron, rassegnato all'idea, decise che aveva ragione e che era giusto così.

"Hermione, eccoci qui! Ti abbiamo fatta aspettare?"chiese Harry.

"No, sono appena uscita di casa dopo l'abbondante colazione con le zie" rispose ella: dopo essersi sfogata con le zie e parlato delle sue preoccupazioni, si sentiva meglio e poteva affrontarli meglio.

Tutti insieme, così si avviarono verso la cittadina. La casa delle zie di Hermione distava parecchio dal centro abitato.C'erano almeno venti minuti buoni di camminata su una stradina sterrata che costeggiava il bosco lì vicino.

"Come mai abitate così fuori mano?" chiese il rosso.

"La casa apparteneva alle nostre antenate e quindi non abbiamo mai sentito il bisogno di spostarci. Oltretutto, la gente del paese non vuole avere a che fare con noi" confidò ella.

"E perchè?" continuò lui.

"Sanno tutti in paese che siamo streghe e ci hanno sempre dato la colpa di ogni cosa negativa che accade qui" rivelò loro.

"Vi odiano così tanto?" disse Harry.

"Sì, vedete è come i molti maghi e streghe odiano i babbani, questo vale anche per loro. Per chi è a conoscenza della nostra esistenza, non è facile accettare qualcuno che abbia dei poteri e ci ritengono delle creature devote al male. Ognuno, col tempo, ha costruito un immagine diversa di noi streghe anche a seconda delle credenze popolari. È per via di questi stereotipi che noi qui siamo odiate. Chiedete a chiunque, vi rispanderanno che siamo creature devote al diavolo" spiegò la ragazza.

"Non pensavo che potesse essere così" ammise Ron,forse era per questo che le sembrava così strana, ma perchè rimanere in posto del genere allora, si chiedeva!

"Ecco siamo arrivati" avvisò la ragazza.

Davanti a loro un mare di gente era intenta a fare la spesa e varie commissioni, una vita normale insomma.

I ragazzi si mescolarono nella folla e commentarono le varie cose che trovavano, mentre Hermione aveva deciso do prendere qualcosa e passare dall'ufficio postale per controllare la posta,dato che il giorno prima, un inconveniente glielo aveva impedito.

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