Guancia rossa

7 2 0
                                    

Una festa.
Ecco quello che mi serviva, era giunta l'ora della mia prima sbronza.
La settimana scorsa avevo sentito di una festa a casa di un tizio che non conoscevo ma mi bastó  fargli gli occhi dolci per ottenere due inviti : io ed Ella.
Dovevo andare avanti, come mi ero prefissata ma non fu così facile all'inizio. La fase depressiva ormai era passata anche se mi aveva cambiata profondamente,non ero più la stessa ragazza di inizio anno e non volevo più esserlo. Quel caos così tormentato mi aveva temprato.

                                   ***
Sono un'idiota.
Credevo che fosse una festa con gente tranquilla,invece mi ritrovo in mezzo ad ubriachi e fattoni che puzzano di alcol e coppiette appartate negli angoli più bui della casa che... Ah, non voglio pensarci!
"È il momento" penso tra me e me.
Mi tolgo la giacca e subito qualcuno mi piazza davanti un bicchiere di vodka in mano. Lo afferro. Cosa potrebbe mai succedermi?!

                                  ***
Due ore dopo mi ritrovo in bagno a vomitare, Ella mi tiene i capelli. Le chiedo un momento per riprendermi è un attimo dopo sono da sola in bagno.
Sento che la sbronza sta passando quindi decido di uscire e di cercare una giacca o una maglietta pulita o qualsiasi cosa non puzzi di vomito.
Entro  nella prima stanza che trovo, ma poi mi rendo conto che l'alcol che ho in corpo non può spingermi fino al punto di rubare magliette nella stanza di uno sconosciuto. Esco, ma ovviamente non sono abbastanza lucida da guardare dove vado e vado a sbattere contro un ragazzo, Marco.
M:" Ehi,guarda un po' chi si rivede!" impasta le parole e biascica, è palesemente ubriaco, per fortuna sono di nuovo sobria.
" Sei ubriaco" lo guardo stranita ma non troppo, e in quel momento mi riaffiorano ricordi sparsi di un ragazzo ubriaco che tenta di baciarmi e io lo respingo.
M:" Perspicace la ragazza" beve un ultimo sorso e poi continua " vieni, devo parlarti"
" Stiamo già parlando" che idiota.
M:" Qui è troppo affollato dolcezza" sembra sempre più ubriaco e questo mi spaventa, so che non mi farebbe mai del male ma nel suo sguardo non vedo più dolcezza solo un'onda di alcol nei suoi occhi. Mi prende per un braccio ed entriamo in una stanza. Poi lui comincia:
M:" Io lo so, io lo so" farfuglia qualcosa che non capisco.
M:" Io lo so" stavolta lo sento bene ma non so a cosa si riferisca.
"Sai cosa?"
M:" So che lo ami. Ma lui non ama te. Ecco cosa so" il suo tono è freddo e distaccato, il che rende ancora più dolorose quelle parole. Ma infondo lui non ha detto niente che io non sappia già, non fa così male.
" E credi che non lo sappia?" non voglio piangere, non voglio mostrarmi vulnerabile. Si avvicina a me.
M:" Ma tu non lo sai" parla così piano che quasi non lo sento.
"Non so cosa?" dico bruscamente. Poi si allontana, comincia a camminare per la stanza.
M:" Tu non sai che ti amo maledizione! Ma certo che non lo sai, sei stata così stupida da pensare che quel Coglione potesse amarti, ho tentato di proteggerti ma tu sei così ingenua"
" Beh,la ragazza ingenua di cui parli non ti ama e non ti amerà mai" mi avvicino a lui pronta a sferrare l'ultimo colpo "tu non potrai mai baciarmi, toccarmi, avermi. Non sarò mai tua, ricordalo"
Cammina velocemente verso di me un attimo dopo sento un forte bruciore alla guancia, sono a terra con il labbro sanguinante e le lacrime agli occhi.

Inner chaosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora