Favola nera

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Mi sentivo come se qualcuno mi avesse strappato il cuore dal petto senza sconti sul dolore fisico.
Mi aveva colpita con così tanta forza che mi sembrava di essere sorda e di sentire solo un rumore metallico,avevo la vista appannata a causa delle lacrime che continuavano a defluire ricordandomi di essere ancora viva, che qualcosa di me era ancora rimasto e che lui non mi aveva uccisa del tutto.
Pochi secondi dopo lui se ne era andato, avevo contato i secondi, mi sembrava di impazzire, pensavo che il tempo in quella stanza si fosse fermato mentre fuori gli altri continuavano a vivere ignorando la mia esistenza come avevano sempre fatto.
Poi sentii la porta aprirsi, un rumore di passi venire verso di me, delle mani che mi sollevavano da terra tenendomi stretta; non avevo il coraggio di alzare la testa, immaginavo solo che ci fosse il mio principe azzurro venuto a salvarmi dal drago sputa fuoco, un principe che mi amasse veramente e a cui importasse qualcosa di me, ma sapevo che probabilmente era solo un passante occasionale entrato per caso e costretto a soccorrermi per pena.
Ricordo vagamente cosa successe dopo, fu come un incubo dal cui mi svegliai di scatto in una camera...ma non la mia camera. Purtroppo però non era un incubo, speravo che lo fosse così lo avrei dimenticato in pochi minuti, mi alzai e subito dopo vidi entrare nella stanza...Riccardo con un asciugamano in vita e a torso nudo.
Quando lo vidi, senza rendermene conto stavo già piangendo, tutta la mia dignità sparita per qualche stupida lacrima; anche se ero più forte nessuno si sarebbe ripreso così facilmente da un trauma del genere.
Mi copro il viso con le mani e porto le ginocchia al petto, non voglio farmi vedere da lui in questo stato, ma lui si avvicina e mi abbraccia.
"Sta tranquilla, ci sono io con te" in quel momento mi dimenticai di tutto quello che avevamo passato.
"Ho paura" ero terrorizzata, un strana forma di terrore, quello che ti gela il sangue nelle vene, ti fa tremare e ti fa dimenticare di essere viva. Le persone sono mostri, tutti ci usiamo per qualcosa e primo o poi, in un modo o nell'altro tutti lo capiamo: purtroppo io l'avevo capito troppo tardi e nel peggiore dei modi.
Mi prese il viso tra le mani.
"Non devi, io non ti farei mai del male" non ne ero sicura, mi scostai da lui velocemente e molto arrabbiata.
"E chi lo dice, potresti perdere il controllo come Marco, e colpirmi come ha fatto Marco e farmi sentire come se qualcuno mi avesse piantato uno stiletto nel cuore come Marco" ecco le lacrime "Tu non sai cosa ho passato in quella stanza e non puoi assicurarmi che non mi faresti del male perché sei un uomo e sei irrazionale, quale uomo non lo è?!"
"Si hai ragione,non so cosa hai provato in quella stanza, ma tu non sai cosa si prova a vedere la ragazza che ami a terra, sanguinante, come se qualcuno ti strappasse il cuore dal petto."
" Cosa hai provato tu, sul serio?! Non sei tu che sei stato colpito a sangue dal tuo migliore amico!"
"Ma sono io quello che gli ha dato una lezione e credimi anche se lo odio per quello che ha fatto, non è stato facile"
"D'accordo, TU hai sofferto, per TE è stato difficile: il mondo non gira intorno a te! Basta me ne vado"
"Aspetta!"
"No! Lasciami stare, non parlarmi, non guardarmi, dimentica quello che è successo e non parlarne con nessuno, riuscirò a dimenticarvi entrambi ma non il dolore che mi avete inflitto, quello mai" uscii asciugandomi le ultime lacrime, ultime perché non avrei più versato lacrime per chi non le meritasse e nessuno dei due meritava me ne le mie lacrime, l'unica cosa che nel momento peggiore della mia vita mi aveva ricordato di essere viva, il più prezioso dei beni, non avrei sprecato più lacrime come avevo sprecato il tempo della mia vita a soffrire per amore. Amore, che cosa stupida!

Inner chaosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora