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La Sala del Trono era colma di persone, giunte da ogni angolo del regno per assistere alla cerimonia. Il corridoio ed il piano rialzato su cui poggiava l'alto scranno erano le uniche superfici vuote della stanza.
Paesani e dignitari si inginocchiarono all'unisono quando il Re fece il suo ingresso nella sala, oltrepassando la porta a lato del trono, aperta da uno dei suoi servitori. Il mantello di velluto rosso sfiorava le sue caviglie, fasciate da un paio di stivali di cuoio scuro, alti al ginocchio. Un giustacuore di broccato porpora si increspava appena sulla vita, stretto dalla cinta d'arme, appesantita dalla grande spada d'oro da cerimonia. La pesante corona, impreziosita dai colori delle gemme che l'adornavano, scintillava alla luce delle alte finestre mentre il Re camminava sicuro verso il trono.
Appena l'uomo si fu posizionato dinanzi allo scranno, il ciambellano fece risuonare la sua voce tra le spesse mura di granito.
"Re Leopold omaggia il Suo popolo della Sua illustre presenza!"
"Onore al Re!" rispose unanime la folla, senza staccare le ginocchia da terra.
La porta alla destra del Re si aprì, ed una giovane, affusolata gamba, coperta da una preziosa veste del colore del ghiaccio, fece il suo timido ingresso nella sala.
"La Regina, Sua consorte!" la presentò il ciambellano, e la folla chinò il capo in segno di rispetto.
La giovane donna si avventurò sullo spalto, tenendo leggermente sollevata la lunga gonna con la mano destra. Il Re tese la mano destra verso di lei, che la accolse nella sua, fermandosi in piedi accanto a Re Leopold. Quando l'uomo si sedette, le loro mani restarono unite.
Leopold fece un vago gesto con la mano libera, e il ciambellano lo tradusse a beneficio del popolo.
"Alzatevi." disse, sbrigativo, volgendo lo sguardo all'imponente portone in fondo alla sala, trenta passi più in là. " Oggi Sua Maestà il Re onora il popolo della Sua presenza per celebrare l'investitura a Cavaliere della Corona e Guardia Reale del generale, nonché Sua illustre nipote, Lady Emma."
Il ciambellano fece un cenno con il capo, e il pesante portone si aprì lentamente, con un rumore sordo, spinto da quattro uomini, rivelando la grigia figura metallica di una donna in armatura completa. I suoi passi risuonarono nell'ampia sala mentre l'attraversava, seguiti da mormorii di meraviglia ed eccitazione che percorsero il corridoio insieme a lei, fino allo spalto. Davanti ad esso si fermò, la testa alta, lo sguardo fisso sul Re, com'era stato durante tutto il percorso, una mano poggiata sull'elsa della spada. Lady Emma alzò la mano guantata e sciolse il nodo che teneva l'elmo fermo sulla sua testa, sollevò la celata e quindi lo sfilò. La lunga treccia bionda ondeggiò accarezzando l'acciaio che le proteggeva la schiena.
Fece un passo avanti, sollevandosi sullo spalto, quindi in un solo movimento sfoderò la spada e si inginocchiò, posando l'arma e l'elmo a terra, ai suoi lati, lo sguardo basso.
"Vostra Maestà Re Leopold, Vi porgo i miei saluti." intonò, stentorea. Alzò appena lo sguardo, furtiva, verso il trono. Alla destra del trono.
Il Re non parve notarlo, ma abbandonò la mano della moglie per posarla sul bracciolo dello scranno.
"Perché sei qui, Lady Emma?" chiese, secondo tradizione.
Un'altra occhiata sfuggì al controllo del generale. "Per farVi dono della mia lealtà, del mio onore e della mia vita." rispose, recitando le parole del giuramento. "Che Voi la spezziate se non sarò capace di adempiere al mio compito."
Leopold si alzò, sfoderando la pesante spada. Fece un passo avanti, i muscoli del collo tesi per lo sforzo di reggere l'oro massiccio nella mano. Posò la punta della lama sulla spalla destra della nipote.
"Generale Emma del Regno del Nord, nipote, per esserti distinta sul campo di battaglia, per aver dimostrato il tuo valore più di chiunque altro, per il sangue che ci unisce e per aver ufficialmente rinunciato al tuo titolo al fine di poter servire il tuo regno al meglio, nel giorno del tuo diciannovesimo compleanno io..." spostò la spada sull'altra spalla della ragazza "... Re Leopold del Regno del Nord..." la spada si posò sul capo del generale "...ti dichiaro ufficialmente Cavaliere della Corona..." Leopold poggiò delicatamente la punta della spada sul pettorale dell'armatura, all'altezza del cuore "... e Guardia Reale." Il Re rinfoderò la spada. Emma si alzò in piedi, e il nonno le posò una mano sulla spalla, sorridendo. "Dalla tua spada ora dipende la mia vita."
Emma finse di ricambiare il sorriso mentre la folla esplodeva in visibilio. Leopold non si accorse mai che, invece di essere fissi su di lui, gli occhi verdi della ragazza erano piantati sulla solitaria figura di donna alle sue spalle.

Tutti amano ReginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora