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"Ce la fai, Cigno! Sei abbastanza cresciuta per sopportare un po' di dolorini!"
" "Dolorini"? Ho un buco nella pancia da parte a parte, Lucas!"
"E dai, quanto ti lamenti, che dopo tre settimane si è richiuso per bene di sicuro!"
Il generale fulminò il sottoposto con lo sguardo. "Vorrei vedere te..." borbottò, riuscendo finalmente a fare un passo. Si sentiva le gambe imbalsamate, come se l'immobilità forzata le avesse fatte diventare di legno. "Non riuscirò mai a fare un ballo in queste condizioni..."
"Hai tre giorni per riprenderti, non preoccuparti."
Lucas la sostenne mentre muoveva dei primi passi incerti in direzione della porta.
"E per lavarti..." aggiunse l'uomo, beccandosi uno scappellotto.
"Io almeno ho una ragione per puzzare, a differenza tua!"
Lucas le rivolse uno sguardo oltraggiato. "Ma se profumo come una rosa!"
"Sì, marcia!"
"Quanto sei antipatica..."
I due si diressero lentamente vero i piani inferiori, negli alloggi desolatamente vuoti della Guardia Reale. Durante il ballo in onore di Emma e per la commemorazione dei caduti sarebbero state nominate le nuove Guardie. Fino ad allora, le brande sarebbero rimaste vuote per ordine del Re.
Emma si sedette pesantemente sul suo letto, stanca e dolorante. "Hai detto a Gretel che deve stringere il..."
"Sì." la interruppe Lucas con un sospiro esasperato, sedendosi sul letto accanto al suo. "Il corsetto del vestito ti starà a pennello, non preoccuparti."
Emma gli rivolse uno sguardo di scuse. "Lo so che sono insopportabile in questi giorni, scusami."
L'uomo alzò le mani. "Hey, succede a tutte una volta al mese!"

Il Generale gli schiaffeggiò un braccio. "Non è per quello, idiota!"
Risero entrambi, ma il dolore al fianco costrinse la donna a smettere in fretta.
Lucas le posò una mano sulla spalla con fare fraterno. "Dai, vado a dire a Gretel di portarti il vestito così te lo provi." disse, alzandosi.
"Grazie." sorrise lei.
Il soldato stava per andarsene, quando si voltò di colpo, quasi si fosse appena ricordato qualcosa.

"Oh, e, quando avrai indossato il vestito, guarda nella tasca destra della gonna."
Emma lo guardò con aria interrogativa, confusa, ma lui le fece l'occhiolino e salì le scale di corsa.
Gretel non si fece attendere poi molto. In poco tempo scendeva le scale di fretta, impacciata dall'ampio abito di broccato e velluto verde e crema, decorato di fili d'oro che luccicavano persino nella debole luce del piano inferiore.
La ragazzina, appena dodicenne, ma già abilissima sarta, le porse l'abito con un gran sorriso sul viso lentigginoso.
"Ora dovrebbe starti di nuovo, Emma. Ma se non ti sta non ti preoccupare, lo aggiustiamo subito." aggiunse subito, parlando ad una velocita che al generale sembrava sempre incredibile.
Conosceva la famiglia di Gretel da sempre. La madre era la sarta del castello, ed aveva insegnato il mestiere alla figlia. Il padre ed il fratello, invece, lavoravano come cacciatori.
"Scommetto che non ce ne sarà bisogno." sorrise la donna, scompigliando i capelli selvaggi della bambina.
Aiutata da lei, si infilò l'abito. Era pesante, rigido e scomodo, ma era bellissimo. Un regalo di sua madre. Non a caso era della stessa tonalità dei suoi occhi.
"Te li acconci i capelli, vero?" le chiese la ragazzina con gli occhi spalancati. Un "no" come risposta non sarebbe stato accettato.
"Ma certo." la rassicurò Emma. "È perfetto, Gretel. Grazie."
La bambina scosse le spalle. "Era un lavoro da niente. Ti aiuto a toglierlo."
"Aspetta!" quasi urlò Emma, ricordatasi improvvisamente delle parole dell'amico. Infilò la mano nella tasca, e le sue dita incontrarono un piccolo foglietto di carta. Lo nascose nel palmo e sorrise alla bambina, che la stava osservando con sospetto. "Mi sembrava ci fosse qualcosa in tasca, ma niente." le disse, iniziando poi a svestirsi.
Aspettò che Gretel salisse tutti i gradini prima di voltare le spalle all'ingresso ed aprire il pugno. Sul suo palmo c'era un piccolo pezzo di carta strappata, piegata. Lo aprì con cautela. Ai suoi occhi si rivelò una scritta, leggera ed elegante.
"Al calare del sole, nel bosco ad Est." diceva la calligrafia di Regina.
Il cuore di Emma fece una capriola. Finalmente l'avrebbe rivista.

Tutti amano ReginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora