Un sorriso segnava di felicità il suo volto mentre Emma camminava verso Sud, percorrendo le scale che l'avrebbero presto portata al suo alloggio. Il ricordo dei momenti appena passati con Regina riempiva il suo cuore di gioia, rendendola incauta, distratta. Per questo non fece caso alle tre guardie che salivano le scale. Essi, invece che dirigersi al bastione Nord come credeva, tuttavia, la accerchiarono e la colpirono alla testa con il pomolo di una spada, facendole perdere i sensi.
Mia carissima Biancaneve, figlia mia,
è con terribile dolore che devo informarti della dipartita di tua figlia, Emma, mia adorata nipote. Porgo a te e a tuo marito le mie più sincere condoglianze, e tutto il mio dolore.
Lasciate che vi dica, in verità, che Emma è morta con onore, difendendo il suo regno. Partita per una missione insieme al suo capitano ed alcuni uomini per difenderci dai recenti attacchi degli orchi, non è più tornata. Il suo cavallo e l'unico superstite, un soldato di nome Peter, tuttavia, ci hanno riportato la sua spada e il suo mantello insanguinato, come prova del suo immortale coraggio.
Spero che queste mie parole ti siano di qualche conforto, figlia mia.
Quando vorrai venire a trovare il tuo vecchio, sarai sempre la benvenuta, e con te tuo marito e il vostro secondogenito, che sono sicuro colmerà in parte il vuoto lasciato da Emma.
Attendo tue notizie.
Con amore
Leopold
Biancaneve crollò tra le braccia del marito, singhiozzando disperata. James la strinse a sé mentre lacrime di dolore, un dolore che non aveva mai provato, gli rigavano il volto. Rabbia, frustrazione, e ancora, dolore, immenso, insopportabile. Emma, sua figlia, la figlia che avevano cresciuto, e che avevano dovuto lasciar andare. Erano anni che non la vedevano. Com'era diventata, in quegli anni? Era forte, di questo era sempre stato sicuro. E bellissima, anche più di sua madre. E tormentata. Dal futuro che non aveva potuto avere, che non aveva potuto scegliere. E ora, l'avevano persa per sempre. Un orco. Uno stupido, pericoloso orco. Perché era morta? Stanchezza? Per salvare i suoi compagni? Sembrava una cosa che avrebbe fatto. Sorrise tra le lacrime al pensiero. Era coraggiosa, era forte, era altruista, ma niente di tutto ciò l'aveva salvata. Lui non l'aveva salvata. Avrebbe dovuto opporsi all'epoca alla sua decisione di diventare un soldato, avrebbe dovuto farla andare via, lontano, a vivere un'altra vita, più povera, più umile forse, ma a vivere. E invece l'aveva mandata a morire. Pianse tutte le sue lacrime, ma il dolore non svanì. Mai.
Regina si avventò sulla porta di quercia e ferro, sbattendo i pungi contro lo spesso pannello di legno. Urlò poi di frustrazione, voltandogli le spalle.
Era chiusa dentro da un'ora, da quando Leopold l'aveva informata della morte di Emma. Ma Emma non era morta, ne era sicura. Era scomparsa, sì, ma non morta. E non era stata inviata in nessuna dannata missione. Sicuramente Leopold le aveva scoperte, in qualche modo, e ora la teneva prigioniera. Ma come poteva fare a dimostrarlo? Lei non sapeva combattere, e non sarebbe mai riuscita ad introdursi nelle segrete. Quelle erano cose che sapeva fare Emma, non lei. Ma ora era proprio Emma ad avere bisogno di lei. Come poteva aiutarla, quando era sempre stata lei a risolvere situazioni del genere? Era riuscita a salvarla persino da Malefica, e lei non riusciva nemmeno a salvarla dal suo stesso marito. Emise un altro urlo di frustrazione. Aprì di colpo la finestra, cercando di calmarsi con l'aiuto dell'aria fredda contro il viso. Poi, di colpo, spalancò gli occhi. Guardò giù. Era alto, altissimo, impossibile scendere da lì. Eppure c'era qualcuno che poteva farla uscire da lì senza conseguenze. Un uomo, solo uno. Non si fidava di lui, ma non aveva scelta. La sua unica possibilità di salvare Emma era chiedere l'aiuto dei genitori della ragazza, del loro esercito. Ogni messaggio sarebbe stato intercettato e distrutto. Ma lei sapeva cavalcare, e anche bene, nonostante i rimproveri di sua madre. Doveva solo arrivare alle stalle.
Si voltò e si diresse a grandi passi di fronte allo specchio. Prese un respiro. Sapeva che il Genio non aveva perso la sua magia, come Leopold si ostinava ad affermare. Povero idiota. Credeva davvero di ingannare qualcuno con quella menzogna?
"Genio, mi senti? Mi serve il tuo aiuto..." disse osservando il suo riflesso. Era pallida, spettinata, un disastro. Sua madre l'avrebbe rimproverata se fosse stata lì. Un sorriso triste le attraversò il volto a quel pensiero, il quale tuttavia fu presto interrotto da un'increspatura sulla superficie liscia del grande specchio ovale. Regina fece un passo indietro, e quasi contemporaneamente il Genio emerse dalle acque argentate dello specchio, chinando poi cortesemente il capo dinanzi a lei."Mia signora.... Mi avete chiamato?" chiese, guardandola con apprensione.
Regina gli si fece dappresso. Si sforzò di posargli una mano sulla spalla, guardandolo negli occhi scuri. Vide un lampo di stupore in essi.
"Sì. Ho bisogno che tu mi faccia uscire di qui, senza domande. Ti spiegherò quando tutto questo sarà finito." disse tutto d'un fiato, pregando che le dicerie e le sue sensazioni riguardo alla sua infatuazione per lei fossero veritiere. L'uomo sorrise, un sorriso sincero, e annuì.
"Capisco, Altezza, tuttavia Re Leopold ha espressamente richiesto che voi restiate nelle vostre nuove stanze..."
"Lo so, ma Leopold non è in sé. Genio, ti prego..." compì uno sforzo immenso per dirlo, e fu altrettanto grande lo sforzo di continuare a guardarlo negli occhi. "...Fammi uscire di qui."
Il Genio la fissò a lungo, facendo fremere il suo cuore, mozzandole il respiro con la paura del rifiuto. Infine, tuttavia, annuì.
"Come sua Maestà desidera. Dove devo portarvi, mia signora?"Regina non poté esimersi dal sorridere, gli occhi lucidi di sollievo. Vide uno scintillio in quelli dell'uomo.
"Basterà che riesca a raggiungere le stalle. Da lì posso cavarmela da sola."
"Le stalle?! Ma, Maestà..."
"Tornerò!" lo interruppe subito. " Ma non da sola."
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Tutti amano Regina
FanfictionSwanQueen AU. Emma è un cavaliere che serve sotto il comando di Re Leopold. Regina, sposa del re, è una giovane sovrana benvoluta dal popolo, per quanto detesti quel ruolo e ciò che comporta. Il suo regno tuttavia è costantemente minacciato dalla St...