Malefica tornò a farle visita all'alba. Era vestita soltanto di una leggerissima vestaglia di lino, che a malapena copriva le sue forme, tanto che Regina si chiese come potesse non avere freddo vestita a quel modo. Si diede della stupida un secondo dopo aver pensato quella domanda, quando l'immagine del drago riempì la sua memoria.
I capelli erano sciolti, e cadevano selvaggi intorno al suo viso, fin sotto le spalle. Gli occhi cerulei sembravano brillare nella luce ovattata del mattino. L'avrebbe definita bella, se solo la situazione fosse stata diversa.Regina era ancora legata al muro, ma la donna doveva aver compiuto una qualche sorta di incantesimo, perché i polsi non le dolevano, né mancava il sangue nelle sue mani. Tra l'altro, né la fame né la sete l'avevano mai tormentata. Solo un tremendo mal di schiena la torturava ormai dal giorno precedente.
Malefica si fermò a pochi passi da lei. Le due si scrutarono a lungo. Sembrava che la Strega esitasse.
"Non voglio farti male." ripeté. La voce arrochita allarmò Regina.
Malefica riprese ad avvicinarsi. A meno di un passo da lei sciolse la cintura che teneva la vestaglia chiusa, e lasciò scivolare il tessuto a terra. Non alzò mai lo sguardo su Regina, la quale, stranamente imbarazzata, distolse il suo a sua volta.
La donna accostò il corpo al suo, aderendo a lei con delicatezza. Prese a baciarla, prima sulla guancia, poi sul collo, dando dei lievi morsi, non dolorosi, ma che fecero sussultare comunque la giovane regina.
"Lasciati andare..." mormorò bollente sul suo collo la Strega, scatenando l'ennesima ondata di furia.
"Ti conviene spostarti se non vuoi che te lo stacchi questa volta l'orecchio." disse Regina in un sussurro rabbioso, gli occhi che fiammeggiavano ad un centimetro da quelli della Strega.
La bionda sorrise, e le accarezzò il viso con la mano nonostante Regina tentasse di ritrarsi.
"Sei ancora più bella quando ti arrabbi..."
Regina tentò di morderle la mano, senza esito.
Malefica rise sommessamente, quindi le bloccò la testa con la magia, lasciandole il collo scoperto, facendola sentire ancora più vulnerabile.
Vi passò quindi sopra la lingua, facendo scendere un brivido di disgusto lungo la spina dorsale della ragazza.
Si riaccostò a lei quindi, accarezzandole il corpo con le mani. La destra scese lungo il ventre, facendo accelerare il battito cardiaco di Regina. Riuscì a trattenere le lacrime, ma il respiro si fece irregolare, rapido.
"Shhh, tranquilla..." mormorò morbida la Strega "...questa volta ti piacerà..." disse mentre le accarezzava l'interno coscia, risalendone la lunghezza per giungere alla sua meta.
La stimolò lentamente, delicata, con pazienza. Continuò a lungo, finché il corpo di Regina non cedette e l'orgasmo la travolse, insieme al pianto. La baciò sentendo sulle sue labbra il sale delle sue lacrime. Solo a quel punto la liberò, sia dalla magia che dalle catene, lasciandola sola e piangente sul pavimento, una coperta di lana e un materasso di paglia apparsi improvvisamente accanto a lei da un lampo verde acceso.
Il castello era in vista. L'alta torre di pietre consumate dal tempo occhieggiava tra le cime degli abeti più vecchi.
Il piccolo drappello di soldati era fermo da quasi un'ora, tentando di decidere sul da farsi. Attaccare in pieno giorno non sembrava a nessuno un'idea geniale, tranne che al generale, che non voleva aspettare neanche il tramonto per salvare la regina. Per questo stavano fermi in mezzo alla Foresta Infinita a sussurrare rabbiosi, quattro contro una.
"Generale, moriremo se attaccheremo ora!" sussurrò Matthew, implorandola con il tono e con lo sguardo.
"Da quando i miei ordini non valgono più niente per voi?" sbottò alla fine Emma, esasperata.
Gli uomini si scambiarono delle occhiate mortificate. Tutti gli occhi si posarono infine su Lucas, che sospirò e fece un passo avanti verso il suo generale, la sua amica.
"Emma..." disse, posandole una mano sulla spalla. "Io, noi tutti, ti stimiamo e rispettiamo, e ti seguiremo fino alla morte se necessario." Emma sentì le lacrime salirle agli occhi, ma le ricacciò indietro, testarda. "Ma sei accecata, amica mia. Vogliamo tutti salvarla, ma se moriremo ancor prima di scoprire dove la tiene, non potremo farlo."
La donna sospirò, suo malgrado colpita dalle parole del commilitone. Annuì, abbassando lo sguardo e accogliendo nel cuore i sospiri di sollievo dei suoi compagni.
"E va bene." capitolò "Attaccheremo al crepuscolo, quando la luce ci favorirà e il potere della Strega sarà meno letale. Fino ad allora, turni di due ore e riposo assoluto. Mangiate. Abbiamo bisogno di tutte le forze che possediamo."
Il sole scese verso occidente con una lentezza mai vista. Sellarono i cavalli e ripartirono nel silenzio più assoluto, raggiungendo in breve la radura che precedeva il fossato intorno al castello.
L'edificio sembrava morto. Nessuna luce filtrava dalle finestre, nessun movimento, nessun suono d'allarme. Solo un corvo gracchiava insistente sul pennacchio del tetto a cono della torre più alta, facendo risuonare il suo richiamo tra le mura diroccate del vecchio castello di re Stefan. Il suo scheletro sventolava ancora da una picca, sopra il grande portone chiodato. La corona fusa sulla sua testa luccicava nella luce morente del giorno.
Il ponte levatoio era abbassato.
"Ci sta aspettando." disse cupo Lucas, scambiando un'occhiata preoccupata con suo generale.
Emma si abbassò la celata dell'elmo e scese da cavallo, sguainando la spada di riserva prestatale da Matthew.
"Allontanate i cavalli. Non voglio che li uccida." ordinò, la voce ovattata dal metallo che le ricopriva il volto. Accarezzò un'ultima volta il muso di Bucaneve, quindi lo spronò con una pacca verso la foresta, al sicuro, sperava.
Avanzarono lentamente sul legno marcio, attenti ad ogni scricchiolio.
D'un tratto, mentre erano nel mezzo del ponte, dal battente sfondato del portone si levò un grido lacerante, inumano. Quindi una figura nera, scheletrica, si avventò su di loro, urlando tra i denti aguzzi. Qualcosa brillava sul suo petto, ma Emma non poté realizzare la natura dell'oggetto poiché la bestia gli si era avventata addosso. La respinse con un fendente, ma la creatura lo evitò, urlando nuovamente, perforandoli i timpani. Alexander la attaccò da un lato, schivando le sue zampate e tentando di colpirla con la spada. Emma accorse in suo aiuto, tentando anche lei di ferire la creatura, che tuttavia era straordinariamente veloce, tanto da riuscire a sfiorarla con un artiglio nonostante l'attacco combinato.
Quando tuttavia anche Lucas e Matthew si unirono allo scontrò, la creatura non poté competere con tutte quelle lame, e infine la spada di Matthew riuscì a mozzarle la testa mentre quella di Alexander gli perforava il fianco.
I guerrieri non esultarono, tuttavia. Avevano infine riconosciuto il ciondolo d'argento che la creatura portava al collo. Era lo stesso che ognuno di loro indossava, escluso il generale: lei ne portava uno d'oro.
A forma di scudo, con lo stemma di Leopold inciso su un lato e il suo nome sull'altro. Il simbolo della Guardia Reale. E su quello della creatura, c'era scritto Philip.
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Tutti amano Regina
FanfictionSwanQueen AU. Emma è un cavaliere che serve sotto il comando di Re Leopold. Regina, sposa del re, è una giovane sovrana benvoluta dal popolo, per quanto detesti quel ruolo e ciò che comporta. Il suo regno tuttavia è costantemente minacciato dalla St...