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I soldati entrarono nel castello, ritrovandosi in una grande sala scura, polverosa e desolatamente vuota. Non sembrava esserci anima viva, ma tutti loro sapevano che la Strega era in agguato, in attesa del momento migliore per ucciderli.

Avanzarono lentamente nell'enorme atrio, guardandosi continuamente intorno. Si voltarono di scatto verso l'ingresso quando le porte si richiusero magicamente alle loro spalle, i battenti miracolosamente solidi ed integri, le borchie appuntite puntate minacciosamente verso di loro.

Una risata li sorprese alle spalle.

La Strega stava lentamente scendendo una delle due rampe di scale che portavano all'atrio. Teneva un catena in mano. Un uomo, con un grosso collare di ferro al collo, la seguiva curvo su se stesso, a tratti poggiando le mani a terra per aiutarsi a camminare. Era nudo, e il suo viso contratto dal dolore era quasi irriconoscibile. Nonostante la pelle scurita dalla magia, il corpo dimagrito e sofferente, tutti loro riconobbero Kurt nel prigioniero ai piedi della Strega.

Emma strinse la presa sulla spada.

"Ma che bel gruppetto di cadaveri..." commentò sorridendo la Strega. Fissò gli occhi fiammeggianti su Emma, studiandola apparentemente. L'odio era evidente nel suo sguardo incendiato di verde dalla magia. "Emma..." disse, dando l'impressione di volersi mangiare il suo nome.

Il generale non si fece impressionare. "Avanti, Strega. Vieni qui e assaggia la mia spada!" la incalzò, prendendo coraggio dalle sue stesse parole.

La donna sorrise, e diede uno strattone alla catena che imprigionava Kurt, il quale gemette, dolorante.

"Vuoi vederlo morire così in fretta?"

Alle parole della Strega, il fervore di Emma di affievolì.
"Che cosa vuoi?" le chiese, cercando futilmente con la coda dell'occhio un modo per creare un diversivo.

"Te. Morta."

Con quelle parole la Strega si riprese tutta la sua attenzione.

Emma fece un passo avanti. "Allora vieni a prendermi." sorrise feroce, roteando la spada. Diede altre veloci occhiate intorno a sé, ma i due corridoi ai lati della sala non sembravano vie d'uscita, quanto trappole mortali. Fece un lieve cenno con la mano ai suoi uomini, avvertendoli di stare all'erta.

Malefica sorrise, lanciando uno sguardo all'uomo incatenato accanto a lei mentre i suoi uomini si disponevano ad ala intorno al generale.

"Uhm, sì, potrei..." commentò la Strega con noncuranza, giocherellando con la catena. La tirò di scatto poi, rompendo il collo all'uomo.

"No!" urlò Emma, come molti dei suoi compagni. Malefica sorrise, inclinando il capo lateralmente.

"Ops..." esclamò. La sua magia avvolse di luce verde scuro il corpo del soldato, che bruciò e divenne cenere in un battito di ciglia. "Degna sepoltura per un guerriero, nevvero? La pira per chi è morto in battaglia, non è una vostra usanza?"
Emma si scagliò contro di lei mentre parlava, caricando un fendente. Ma la Strega era lontana, abbastanza per permetterle di colpirla al fianco con la pesante catena, usata come una frusta. Emma fu scaraventata a terra dalla forza dell'urto, l'armatura gravemente ammaccata dal colpo. Respirare era improvvisamente diventato impossibile. Recise i lacci che tenevano il metallo sul suo corpo e si sfilò il pettorale, lasciandolo cadere pesantemente a terra. Lucas, accorso al suo fianco, l'aiutò a rialzarsi. Scacciò le lacrime dagli occhi, ignorando il dolore per le costole fratturate.

"È un peccato..." stava continuando nel frattempo la Strega, respingendo con facilità un attacco da parte di Alexander. "...era davvero un bel ragazzo. Sarebbe diventato un ottimo famiglio..."

Le parole della Strega riaccesero la furia nel petto del generale. Mai, neanche per un secondo, aveva smesso di chiedersi cosa ne fosse di Regina. Ma non poteva dar voce alle sue paure, o la donna l'avrebbe potuta usare contro di lei. E se avesse minacciato Regina, Emma si sarebbe arresa. E lei non poteva arrendersi.

"Vuoi me?" le urlò contro, stringendo la spada. "Prendi me!"

Scaraventando Matthew contro il muro, uccidendolo, la Strega si voltò verso di lei mentre le sue fattezze iniziavano a mutare, un sorriso che serpeggiava sul volto.

"Con calma, Principessa..." sibilò mentre il suo volto si allungava, deformandosi. La pelle si scurì mentre si ispessiva, i vestiti si stracciarono, tagliati dalle squame e dalle ali che, enormi, si aprirono sulla schiena irta di protuberanze ossee appuntite. "...Prima devi soffrire." concluse il drago nero. Alexander la stava attaccando alle spalle, caricandola con la lancia. Fece in tempo a scagliarla, ma l'asta si infranse contro le impenetrabili squame del dorso della creatura. Il drago rise, facendo tremare il petto dei soldati con la sua nota bassa. I suoi occhi verdi di magia rimasero fissi in quelli di Emma mentre, fulminea, alzava e riabbassava l'enorme coda, schiacciando Alexander.

Emma strinse i denti, trattenendo le lacrime. La spada era improvvisamente un peso insostenibile nella sua mano. Guardò Lucas, l'ultimo rimasto della Guardia Reale. L'amico ricambiò il suo sguardo disperato, quindi volse gli occhi al drago.

"Salvala, Emma. La distraggo io." sussurrò. Fece appena mezzo passo prima che il generale lo fermasse.

"No." disse con risolutezza, gli occhi sul drago che paziente attendeva le sue vittime. "Vuole me. Vai tu." L'occhiata che si scambiarono fu talmente rapida che Malefica neanche la vide. "Riportala a casa, Luc. Il drago morirà con me."

Si accorsero entrambi delle lacrime dell'altro quando i loro occhi si incontrarono per l'ennesima volta.

"Uccidi quella stronza." disse l'uomo prima di scattare verso la testa del drago, seguito un attimo dopo da Emma, che puntò al collo. Lucas distrasse la Strega abbastanza da permettere ad Emma di avvicinarsi, e di piantare la spada nella giuntura tra spalla e collo, tra le scaglie, facendo gridare il drago. La bestia si impennò, lasciando libero il passaggio per l'uomo, il quale corse come un fulmine su per le scale, sparendo oltre la balaustra.

Emma rimase appesa alla spada, incastrata dall'incommensurabile pressione dei muscoli del drago. Lasciarla significava morire, restare attaccata anche. Quando il drago tornò a terra, facendo tremare il soffitto, perse la presa, rovinando sul pavimento di marmo. Vide la sua stessa spada essere avvolta da nastri di luce verde, che la strapparono dalla spalla della Strega, che ringhiò di dolore. La ferita tuttavia si rimarginò subito, mentre la spada scomparve e riapparve un istante dopo, puntata contro il ventre del generale, sdraiata a terra. Il muso allungato e lucido del drago si voltò verso di lei, paralizzandola col suo sguardo di fuoco verde. Il suo respiro bollente le bruciò gli occhi quando si vece vicina, premendo con la magia la punta della spada contro la casacca di lana che le copriva la parte superiore del corpo, trapassando quella e la pelle, seppur di poco.

"Il tuo soldato non la troverà mai, e i miei famigli lo uccideranno lentamente..." La spada si spostò graffiando il ventre di Emma e le trapassò il fianco sinistro mentre percepiva il sorriso della Strega, facendola urlare. "Regina è mia. E anche la tua vita lo è."

A malapena Emma riuscì a comprendere le sue parole, la mente annebbiata da dolore. Di colpo le sembrava di aver perso tutte le forze, almeno finché la magia della Strega non estrasse lentamente la spada dal suo corpo, inondandolo di dolore, facendo battere il suo cuore ad una velocità folle. Mentre si inarcava, rispondendo al dolore, vide una possibilità, e la colse. La spada, insanguinata, era sospesa a mezz'aria sopra di lei, e puntava alla sua gamba sinistra. Mentre ricadeva a terra, invece che lasciarsi andare, trattenne il fiato e la sofferenza per fermare la caduta con il braccio sinistro, ed impugnare l'arma con la mano destra. La spada si liberò dalla magia della Strega al suo tocco, come riconoscendola. Il fendente tranciò la gola del drago come fosse burro, inondandola di sangue viscido.

Tutti amano ReginaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora