Capitolo 7

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Da quel giorno, è passata una settimana, mi sento strana. Vorrei mollare tutto e fuggire ma poi penso a mia figlia, non potrei farle una cosa del genere.
Scaccio questi pensieri e ritorno a fare il letto. Gabe è uscito per andare non so dove, ultimamente non ci sto con la testa.
Cambio il pannolino a Brook e poi giochiamo un po' insieme.
Si fanno presto le 12, non me ne ero accorta, preparo qualcosa di veloce per me e Brook e lascio qualcosa per Gabe sul tavolo.
Torna verso le 14, appena entra in casa gli chiedo:
-Dice sei stato?-
-A lavoro, lo sai-
Mi bacia e poi va a pranzare presumo. Aspetto che finisce di mangiare e poi lavo i piatti
-Voglio il divorzio-
Mi è uscito così, spontaneo, ma non riesco a sopportare tutto. Non ce la faccio più
-Come? Ho sentito bene?-
-Si-
Si alza e mi fa girare
-Siediti-
Faccio come mi dice e mi siedo sulla sedia intorno al tavolo,poi inizia a parlare
-Dopo tutto quello che ho fatto per te, dopo tutte le difficoltà che abbiamo superato, vorresti il divorzio? Non mi ami più?-
-Non è questo, lo sai benissimo. Non c'è un vero e proprio motivo ma mi sento oppressa. Non ce la faccio-
-Okay, visto che la metti così, non accetto ma staremo distanti per un po', se il problema sono io perché ti senti oppressa da me allora ti darò il divorzio, in caso contrario no. Accetti?-
-Gabe, lo sai che non è per te, non ti farei mai una cosa del genere, non sono un mostro, le cose che ci siamo detti e tutto quello che abbiamo passato, era reale. Le cose che ti dicevo erano reali e lo sono tutt'ora. Lo sai- sto piangendo ma non mi interessa, deve capire che non è colpa sua ma mia
-Crystal, lo sai che ti amo non più della mia stessa vita, perché la mia vita sei tu, te l'ho dimostrato un sacco di volte mi sembra, ma stare distanti, ci aiuterà a capire cosa vogliamo veramente. Abbiamo fatto tutto di corsa. Ci serve un'attimo di pausa-
-Va bene. Ti chiedo solo una cosa. Fino a stasera, dobbiamo essere una cosa sola, dobbiamo stare appiccicati sotto le coperte come delle calamite magari davanti ad un film o ad un videogioco. Stasera si vedrà. Accetti?-
-Accetto. Porto Brook da tua madre?-
-No vado io-
-Okay, ti aspetto-
Mi vesto, sembra che faccia caldo, ma in realtà siamo a Gennaio, i nostri rispettivi compleanni, sono alle porte ma probabilmente non li festeggeremo insieme..
Vesto anche Brook, prendo due cambi e la porto dalla nonna, appena suono al campanello, le spiego tutto velocemente e corro alla macchina, accendo il motore e con la testa fra le nuvole, torno a casa. Sono ferma al semaforo, è rosso. Appena diventa verde schiaccio l'acceleratore e parto, cado talmente piano che non vedo il tir venire da destra che mi prende in pieno.

P.o.v. Gabriel
È passata un'ora da quando è uscita, la sto chiamando da 10 minuti quando finalmente mi risponde
-Pronto?!-
-Salve, chi è lei?-
-Sono il marito della proprietaria del telefono, chi è lei invece!?-
-Deve venire subito in ospedale-
Mi spiega quale ospedale, mi infilo le scarpe e corro, nel frattempo chiamo Alexa e le dico di chiamare la madre
Cerco di arrivare integro in ospedale, sto cercando di trattenermi e di non piangere o peggio spaccare tutto.
Appena arrivo chiedo subito di lei
-È un parente stretto?-
-Sono il marito. Le basta?-
-Okay, ha subito un incidente, non grave, il peggio è superato ma credo che se non si sveglia entro 3 giorni, potrebbe non farcela. È in coma-
Porca puttana troia. Ma perché tutta la sfiga di sto mondo a noi?
Perché?
-Posso vederla?-
-Stanza 207-
Vado nella sua stanza, entro e la vedo lì, stesa in un lettino d'ospedale, bella come sempre
Mi avvicino, le accarezzo il viso un po' tu me fatto facendo attenzione alle garze, ai cerotti e le cazzate varie.
Poi al limite della sopportazione, piango silenziosamente.
Non sono uno da emozioni tranne che con Crystal, oggi quando mi ha detto del divorzio volevo piangere e basta.
Le racconto di come mi sono sentito, ho letto da qualche parte che le persone in coma, sentono tutto
-Crystal, so che puoi sentirmi.
Oggi quando sono tornato a casa e mi hai parlato del divorzio, volevo piangere, urlare e spaccare tutto. Non potevo perderti. Poi ho pensato a come si comportano e persone normali, ovviamente noi non lo siamo, siamo un gruppo a parte, ma di questo te ne parlerò dopo.
Dicevo, che non posso perderti. Sei la mia unica ragione di vita, ma se vuoi il divorzio io non ci posso fare nulla, devo solo accettarlo, con la consapevolezza di non essere abbastanza per te, ma io questo lo accetto.
Adesso mi crederai un rammollito, ma è così che mi sento con te. Con te sono me stesso, solo con te.
Se dovessimo divorziare, non so come farei, certo, potremmo sentirci comunque ma non è la stessa cosa so che non lo sarà più.
Il matrimonio per me è una certezza in più, questo non te l'ho mai detto, ma è una certezza in più per me per far capire agli altri morti di figa che tu sei mia. Solo mia.
Quando eravamo ancora fidanzati, c'erano talmente tanti ragazzi che ti ronzavano intorno che non sapevo come gestirti, temevo che da un giorno all'altro, tu potessi lasciarmi, questo incubo si sta avverando. Se non ti sveglierai entro 3 giorni secondo i medici non ce la farai, ma so che tu ce la farai. Tu sei forte. Faccio entrare gli altri che saranno arrivati sicuramente. Ricorda solo che ti amo, il resto è superfluo. Ti amo, nana. A dopo-
Esco dalla stanza e faccio entrare gli altri, nel frattempo mi siedo sulle sedie che ci sono lì.

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