Capitolo 4

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Geremy sospirò e poi parlò.

<<Non puoi alzarti, né andare da lui. Sei debole e non saresti d'aiuto. Né a lui, né a te stesso. Per favore, resta qui>> mi rispose con sguardo stanco mentre apriva le finestre per far arieggiare gli spazi.

<<Devo vederlo. Non puoi impedirmelo. Non metterti in mezzo>> dissi con un chiaro tono d'avvertimento nella voce.

Lui è mio. Mio.

<<Non è questo ciò che voglio dire e lo sai bene. Lui...>> si bloccò, come se fosse indeciso tra il dirmi qualcosa o fingere di non saperne nulla.

<<Lui cosa?>> lo guardai supplichevole. Mi guardò ancora un istante, indeciso. Gemetti frustrato.

<<Lui... Beh, se mi prometti di non fare gesti azzardati, ti ci porto. Così potrai vedere con i tuoi stessi occhi>>

Con un groppo in gola, annuii. Avevo paura. Una paura viscerale che stesse male, tanto male e che soffra. Avevo paura di non poter incrociare più i suoi magnifici occhi. Avevo paura di restare solo, senza lui. Ancora una volta, solo. Questa paura mi strinse la gola, pronta a soffocarmi. Avevo bisogno di vederlo. Ora. Aprii di scatto la porta e mi lasciai guidare dal suo odore, per capire dove fosse. Poi mi accorsi che il suo odore era dappertutto e un forte ringhio fuoriuscì dalla mia bocca e sentii i canini allungarsi, ma venni fermato da Geremy che mi appoggiò una mano sulla spalla e mi spinse leggermente indicandomi una direzione. Lo guardai e gli intimai con lo sguardo di spiegarmi il perché; prima che potessi fare una strage.

<<Ho avuto bisogno di molti uomini e donne per riuscire a...>> si bloccò esitante.

<<Calmarlo, per poi cercare di curarlo. Vieni>> aggiunse. Mi condusse poi, nella stanza degli ospiti e sentii il suo odore farsi più forte. Un ringhio di felicità proruppe dalla mia gola, poggiai la mano sulla maniglia con ritrovata speranza, ma prima che potessi aprirla, Geremy, mi fermò nuovamente, poggiandomi la sua mano sulla mia.

<<Che c'è ora?>> sbuffai altamente contrariato.

Ora che ero così vicino al vederlo nuovamente, non volevo attendere oltre.

<<Ciò che vedrai, non ti piacerà>>

Non c'era esitazione nel suo sguardo. La faccia seria, le spalle dure e il tono con cui pronunciò la frase, mi fecero correre un brivido freddo su per la schiena. Deglutii, ancora. Mi girai. Tirai un profondo respiro, ed entrai.  

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