Capitolo 6

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Geremy

Erano passate cinque notti dall'arrivo del lupo in città. Il compagno tanto atteso dal nostro Alpha. Esso risiedeva ancora incosciente su di un letto sporco di sangue e pieno di erbe curative che sembravano non potere nulla contro quelle ferite che ben presto capii non essere solo fisiche.

Solo dopo un paio di giorni le condizioni fisiche migliorarono, ma non sembrava si potesse dire lo stesso della sua anima. Non era stato ancora possibile portarlo alla forma umana e le mie esperienze sul campo mi fecero sospettare di un possibile trauma ben insediato nella sua anima. Sospettavo inoltre che il suo mancato e prolungato risveglio fossero dovuti ad una condizione mentale per cui esso non volesse mostrarsi, esporsi.

Purtroppo, attualmente, non mi è possibile affermare nulla con assoluta certezza, in quanto il paziente non si è ancora ridestato dal suo stato di coma indotto. Sono un medico e come tale devo trattare con lui, ma nonostante ciò vedere l'Alpha così distrutto mi colpì nel profondo. Le ferite che il lupo riportava erano gravi e profonde, sospettavo ci potessero essere anche cicatrici del passato, ma non avevo avuto modo di appurarlo con certezza. Il suo compagno lo osservava e vigilava su di lui in ogni istante, non lasciandolo mai solo. Convinto a forza, a fare almeno il minimo indispensabile per il suo corpo. Il suo animo è inquieto, trema dalla paura, lo percepiscono tutti. Ha paura che il suo compagno non si risvegli mai più, paura che una volta svegliatosi possano esserci conseguenze gravi a seguito delle ferite ricevute. Tutti, nel branco, temiamo per lui, per entrambi. Possiamo solo aspettare, è ciò che ci ripetevamo giorno dopo giorno, dentro noi. 

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