10. La partenza di Isaac

18 4 0
                                    

(Aileen)
La settimana passa in fretta e devo dire che è stata la settimana più bella che potessi avere.
Ora siamo al aeroporto con la mamma di Isaac, il fratello più grande Stefan, il padre George, e la sorellina più piccina Camelia.
Saluto tutti con un abbraccio ed una stretta di mano. Prendo in braccio a Camelia, le faccio il solletico e lei ride di gusto.
Mi mancherà questa piccola peste.
Le dò un bacino sulla guancia e la metto a terra.
Poi arriva Isaac con le sue duemila valige e altre cose.
Sento che le lacrime tra un po inizieranno a scendere, le tengo dentro a stento. So che le lascerò andare prima o poi, ma finché non saremo da soli, solo io ed Isaac le trattengo dentro.
Lui posa tutte le sue cose e mi fa cenno di seguirlo.
Mi porta non tanto lontano, ma siamo 'nascosti' da un muretto.
Lui mi prende per i fianchi mi tira a se è mi bacia con passione.
Lui mi guarda e mi passa un dito sotto gli occhi.
Non mi sono resa conto che ho iniziato a piangere.
Lui mi guarda con occhi dolci, mi abbraccia forte e dice "Ti amerò anche se sarò in Svezia, ma promettiamo ci una cosa..." si stacca da me e mi prende per le spalle.
" Se uno di noi due si innamora di qualcun altro o altra...se lo dice subito, senza giri di parole o misteri.
Promettimelo" mi guarda con occhi pieni di .... serietà? Non saprei definirlo. È così importante per lui questa cosa che ha detto, altrimenti non avrebbe questo sguardo. Non ho mai visto questo suo sguardo. Glaciale. Freddo. Distaccato, dice tutto e nulla allo stesso tempo. La bocca ridotta ad una linea, occhi gelidi e ridotti ad una fessura, le mani sulle mie spalle con presa forte e decisa, voce uguale...forte,decisa e seria.
Ho quasi paura di questa parte di carattere. Sembra che stia decidendo la tua fine è mi fa paura.
Io faccio solo un segno con la testa e lui mi abbraccia, ponendo fine a quel suo lato che tanto mi spaventa.
Mi dà un ultimo bacio e andiamo via.
Per mano. Come facciamo di solito. Ma la consapevolezza che sta per andarsene e che quella sarà l'ultima volta che la stringerò per poi non stringerla più per chissà quanto tempo fa male.
Arrivati al aereo(ancora) lui mi guarda e intravedo delle lacrime, che poi mi riconferma facendone uscire una. Poi un altra. Poi a fiumi.
Lascia le valige cadere e mi corre in contro prendendomi in braccio e baciandomi, abbandonandoci ancora un ultima volta a questo piacere che per chissà quanto tempo non sentiremo più.
Lui mi lascia e ritorna alle valige con la sua famiglia che li aspetta.
Ci salutiamo ancora una volta, solo che questa volta ci salutiamo definitivamente. L' aereo parte con Isaac al interno e io sto li, a fissarlo dal basso, fino a che non li vedo più.

----------

Ritornata a casa con un taxi, mi spalmo nel letto e inizio a piangere come una forsennata.
Scalcio e mi dimeno, tiro pugni sul cuscino e urlo. Urlo forte. Tanto. Solo che nessuno può sentirmi. Li soffoco dentro al cuscino, che porta via con sé anche le molte lacrime piene di dolore sgorgate copiosamente dal mio viso
La quinta .
La quinta persona che perdo.
La quinta volta che provo un dolore lancinante al cuore.
Prima la mia adorata gemellina Caroline, per quel maledetto gioco ingerito quando avevamo entrambe tre anni. Poi mia cugina Kenny per quel incidente stupido ma vitale. È successo tutto veloce mente. Lei che prende la rincorsa nel trampolino, salta, prende male le misure e si scaraventa di testa nel pavimento duro e ruvido delle mattonelle della piscina.
Collo spezzato e frattura al cranio grave.
Morte imminente.
Poi il mio adorato nonno, per quel suo maledetto tumore al fegato.
Ed in fine mio padre. Quello stupido incidente di lavoro, costatogli la vita.
Mia mamma c'era dieci mesi fa, ha visto tutto. Mio padre stava in un ristorante con il presidente inglese, mia madre al tavolo affianco a quello del presidente e mio padre vicino a lei. Le luci si spensero e si riaccesero fulminee, facendo comparire tre delinquenti armati di mitra e pistole di tutti i tipi. Iniziarono a sparare. L'unico colpo che doveva andare a segno del presidente lo ricevette mio padre mettendosi tra lui e la pallottola. Colpito al cuore.
Riuscirono a far scappare il presidente e a chiamare la polizia. Per mio padre non c'era nulla da fare. Non più. Mamma al suo fianco con le lacrime agli occhi che lo pregava di alzarsi e svegliarsi, urlando e sbattendo violentemente le mani sul suo petto.
Lui giaceva li a terra, inerme. Attorniato dal suo stesso sangue.
Io ero da mia nonna.
Quando mamma ci chiamò e ci spiegò l' accaduto io mi misi a ridere perché non ci credetti , poi ascoltai maglio la voce di mia madre. C'era sofferenza in essa, dolore, terrore di non farcela, di rimanere sotterrata dal immenso dolore e dalla rabbia.
Il mio sorriso scomparve subito e si tramutò in uno sguardo di disgusto, misto a terrore,dolore e rabbia.
Era morto sul serio.
Mio padre. Il mio eroe.
Ora Isaac. Lui non è morto ma so che non lo rivedrò più per molto tempo.
È come una quinta morte.
Finalmente mi calmo dopo un ora Buona di urli soffocati,lacrime, pugni e calci.
Ho ripreso a respirare normalmente.
Mi asciugo le ultime lacrime e vado verso la grandissima vetrata.
Guardo lontano e intravedo delle colline verdi,spettacolari con il sole che le tramonta dietro. I raggi caldi che filtrano dalla vetrata e il colore roseo e aranciato del cielo, che sfuma quelle nuvole chiare e soffici alla vista. È tutto così perfetto e stupendo.
Ogni cosa al proprio posto con una perfezione praticamente impeccabile.
C'è solo una cosa che stona molto in quella visione perfetta.
Io.
Il mio dolore davanti a tutto questo panorama da mozzare il fiato.
Ormai il sole e quasi del tutto tramontato, ed io sono ancora qui a fissare il vuoto più assoluto. Quello che sto guardando ora rispecchia perfettamente quello che ho dentro.
Il nulla più assoluto.
Solo che c'è una piccola cosa che cambia; la fuori e tutto messo alla perfezione, perfettamente, mentre io sono solo un ammasso di dolore e tristezza.
Sento dei passi dirigersi verso la mia stanza e poi un lieve rumore che io interpreto come un bussare alla porta.
"Aileen, posso entrare? ti ho portato qualcosa da mangiare" Dice mia madre lievemente.
Io la faccio entrare e lei posa un vassoio pieno di cose deliziose.
La mia pancia brontola.
Mamma mi guarda un secondo e poi mi da un bacio sulla guancia e esce dalla mia camera.
Dopo mangiato mi infilo il pigiama, giro il televisore e piano piano entro nel immenso mondo dei sogni.

---------

La mattina dopo, la TV è ancora lì che parla,parla,parla e parla.
Fortuna che è domenica.
Scendo al piano di sotto e vedo, con mio immenso dispiacere, che c'è quel Max.
Lui mi lancia un occhiata e sorride mielosamente.
Dio quanto lo odio!
" Buongiorno" biascica.
Io mi giro verso di lui e lo guardo con sguardo fulmineo.
Vado in cerca di mia madre, ma di lei nemmeno l'ombra.
" Tua madre non c'è, ritorna oggi alle due, ti ha affidato a me" dice lui.
No ok, così è davvero troppo.
"Non ti aspettare che sia dolce e carina con te perché ti sbagli di grosso...te lo dico subito, su due piedi.
Resta fuori da camera mia e chiamami solo in caso di pranzo o se succede una disgrazia." Lui spalanca gli occhi.
Prendo il succo e lui ricomincia a parlare. Ma questo non è capace di starsi zitto due secondi? Ha qualche problema nel comprendere? Penso.
" Allora....Alina giusto?" Scherziamo!? Come pretende di parlarmi se non sa nemmeno il mio nome!?
"Ma guarda un pò,il nonnetto si è ricordato il mio nome!" Dico sarcastica "Non hai preso manco mezza lettera. È Aileen nonnetto. A-I-L-E-E-N." Sputo, scendendo bene il mio nome.
Dio, prevedo che questa sarà una lunga giornata.
Troppo lunga.

// My space //

Allora, volevo dirvi due cose importanti.

La prima.

Scusate se non sono riuscita a pubblicare la settimana scorsa, ma, essendo al ultimo periodo scolastico, sono stata sommersa da compiti in classe ed interrogazioni una dietro l' altra, e ancora non è nemmeno finita la tortura, perché avrò altri cinque giorni consecutivi ( saltata la domenica ovviamente) di verifica a tappeto.

La seconda, molto più importante della prima, è che cambio un solo giorno di pubblicazione. Dalla prossima settimana sarà di mercoledì. So che non cambia molto, ma lo sport capita proprio di giovedì e almeno tra il sabato e il mercoledì c'è una distanza equa. Magari se mi gira bene pubblico anche più capitoli dentro alla settimana.
Ora vi saluto e ci rivediamo sabato con un nuovo capitolo.

AME♡

Infinity. Perfect LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora