13. senzatetto

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(Aileen)

Non sono ancora sicura di quello che voglio fare davvero. Ho bisogno di schiarire le idee, prendere una boccata d'aria e capire quello che voglio davvero.
Ormai sono le dieci e mezzo della Sera, e tardi, ma mi sento soffocata.
Decido di scendere a prendere una boccata d'aria.
In cucina sento delle voci e mi metto ad origliare.
"Non posso farci nulla Max,dovremo farle conoscere" "lo so, ma ho paura che non andranno d'accordo e a quel punto? Che succederà?" "Nulla, andremo avanti, non importa se si stanno antipatiche, se non si sopportano, io convincerò mia figlia!"
"Non lo so Margaret,dobbiamo valutare." "No Max, non c'è nulla da valutare, se loro non si accetteranno noi continueremo a vederci, anche se loro non vorranno, sarà un nostro piccolo segreto."
Ora ne ho la certezza.
Se io, per mia madre, non sono tanto importante come dice, allora me ne andrò. Che si tenga Max e le figlie!
Scappo in camera con passo felpato ed inizio a preparare tutte le mie cose.
Prendo una sacca della Nike e ci metto vestiti, felpe, libri, soldi, delle barrette di cioccolato dentro ad un mobiletto in camera mia, tramezzini presi dalla dispensa in cantina, acqua, succo e un cappellino rosso con la scritta The Day of The bad Hair nera e le Adidas nere e bianche.
Mi vesto velocemente mettendo dei pantaloncini a vita alta,una maglia grigia, convers basse, il cappellino rosso ed un grosso giubbotto beje, di mio padre, così mi potrà coprire da tutti quelli che mi vorranno ostacolare.
Non sento più le voci in cucina, probabilmente mamma è andata a letto e Max a casa sua.
Sono in sala e apro la portafinestra che dà al giardino.
La richiudo senza far rumore e corro alla staccionata, la scavalco con difficoltà e inizio a correre al garage per prendere la bici.
Le chiavi!
Oddio, e vero, le chiavi! Non posso entrare più ormai, la portafinestra si apre solo da dentro e ormai io sono fuori, come faccio ora?
Fai come gli antichi, vai a piedi.
Scappo a piedi?
Sai, tutte le persone che sono scappate, mi risulta che siano andate via senza bicicletta.
Vabe, Vabe, mi hai convinto.
Inizio a correre, ovunque mi porti il mio istinto.
È fatta, sono scappata.

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Sono le tre, fa freddo e io non so dove andare.
Ormai sto camminando a fatica e il giubbotto non aiuta.
Non mi sento più le gambe, sono stanca e davvero molto accaldata.
Sento che non resistero a lungo.
Le gambe mi cedono e io casco a faccia avanti, sul marciapiede.
Il nero più totale mi riempe gli occhi e i suoni delle poche auto che passano a quel ora, mi risuonano in testa, come qualcuno che urla.

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(Anonimo)

Non trovo nulla nei bidoni, dovrò andare da altre parti.
Appena imbocco il viale, trovo una ragazza,distesa a terra.
Mi guardo intorno, per assicurarmi che nessuno mi stia guardando.
Le strade di New York sono pericolose di sera.
La prendo e me la carico in spalla, la porto al piccolo rifugio che noi senzatetto ci siamo costruiti nel arco di questi anni.
"Hey Lucas, chi è quella ragazza con te?" Mi chiede Thomas "Non so, l'ho trovata distesa sul marciapiede, incoscente, sembrava stanca e innocente, quindi me la sono caricata in spalla. Non potevo lasciarla la Thom! L'avrebbero uccisa quei ragazzacci!" Mi giustifico.
Lui sospira affranto dal pensiero di quei tre maledetti, e conclude "Sì, hai ragione, non possiamo permetterlo."
Madison e Ethan mi guardano.
Madison mi sorride e dice dolcemente " Hai fatto la cosa giusta Lucas, non preoccuparti." Io le sorrido e sussurro un lieve Grazie.
Ethan mi sorride e mi da una pacca sulla spalla.

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Tre giorni dopo

"Cavolo Thom! Ma non ne combini una giusta! Adesso dove li troviamo altri soldi per mangiare? Hai buttato i fagioli e ora?!" Madison, Thomas e Ethan ridono.
Io sono furioso, Thomas e riuscito a buttare a terra gli ultimi bocconi di fagioli che siamo riusciti a procurarci in una settimana, altrimenti andiamo avanti col cibo che troviamo nei bidoni del umido.
"Dai sta tranquillo, vedrai che ne prenderemo altri!"
Sto per rispondere quando un rumore attira la mia attenzione.
Mi giro, dove vedo la ragazza che sta mugugnando qualcosa di incomprensibile, sempre nel sonno.
Corro verso di lei e mi accascio nella speranza che si svegli in quel momento.
E così fa, apre gli occhi proprio mentre io la sto guardando.
"Ciao" sussurro.
Lei si strofina gli occhi per poi aprirli del tutto.
Finalmente è sveglia.

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