L'Ignoto

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La prima volta che ci incontrammo fu d'estate. Il 5 agosto ,per essere precisi.
E si sa,d'estate le cose si dipingono di mille colori.
Le cose hanno un profumo simile ai fiori in primavera.
Perfino i sorrisi sembrano veri,d'estate.
Tu avevi la felpa legata alla vita ed il berretto all'incontrario.
Più tardi imparai che d'inverno,con quella felpa,la vita la affrontavi.
Imparai che d'estate,sempre con quella felpa,la vita la indossavi per tenertela stretta.
Perché non si butta vie niente. Nemmeno le emozioni.
Conoscendoti col tempo,imparai che il berretto lo tenevi a rovescio perché niente per te aveva un unico senso.
Le cose le giravi e rigiravi a tuo piacimento perché niente doveva andare per forza per il verso giusto.
Anzi.
"L umanità  incolpa. È l'unica cosa che sà fare. Se prendessimo un uomo che è appena stato rapinato e il ladro,mettendo alle strette quest'ultimo,di sicuro comincerà ad incolpare l' altro per aver lasciato accidentalmente il negozio aperto. Per lavarci le mani siamo capaci di sporcare quelle altrui. Il fatto è che il problema della gente è se stessa,la gente. L'umanità ha questo vizio,quello di lavarsi l'anima,anche senza acqua. E se non si ha nessuno da incolpare,si incolpa l'ignoto. Si incolpa il Destino per ogni sbaglio,sconfitta o perdita. Si incolpa Dio per ogni disgrazia o parola non ascoltata.
Si incolpa quest'ultimi pur non avendo un idea della loro esistenza. Eppure si ha bisogno dell'ignoto. Anche se fa paura. Perché si ha bisogno di credere in qualcosa,per poter superare un ostacolo. Perché l'ignoto è ombra e qualche volta ci nascondiamo da qualcosa o qualcuno. Perché il "perché" c'è lo chiediamo sempre,anche se diamo risposte a qualcosa che risposte non può avere. Rispondiamo ai nostri guai con indifferenza,per non vedere ciò che dobbiamo invece notare. Ci copriamo gli occhi per non far  nuocere al cuore. Ci curiamo con l'Indifferenza,che è la causa di tanto dolore,ma anche il modo per sorpassare e tirare avanti,tirare dritto. Niente va per il verso giusto,ma si tende a far concepire il contrario.".
Questo è il tuo primo pensiero che mi confidasti.
Non sembravi tu,mentre parlavi.
Tiravi in fuori il petto e aprivi il cuore. Non mi guardavi negli occhi,guardavi avanti.
Ti sentivi diverso da tutto il resto. E ne eri felice.
Non sentendo nessuna reazione da parte mia,girasti lo sguardo verso di me,alzando un sopracciglio. "Sono così tanto noioso?" Mi chiesi ridendo.
Non ebbi nessuna reazione,nemmeno a quella battuta. Ti fissavo e basta. Avevi dato voce ad ogni mio pensiero e la mia testa si riempì di niente.
"Se sei stanca ti porto a casa" affermasti convinto,continuando a camminare.

Ero già a casa.

Tuo Angelo

Una lettera per teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora