Io non mi tiro indietro.
Il concerto termina tra le voci urlanti delle Rusher, c'è della gente che tenta addirittura di raggiungere il palcoscenico. Fosse così facile...
Devo dire che sono stati davvero bravi.
-Grazie mille- dice Kendall con un adorabile accento americano.
Mi giro verso mia madre e le sorrido: non so perché l'abbia fatto, ma sento di doverla perdonare, ovviamente non prima di avermi rivelato tutta la verità.
Il teatro comincia a svuotarsi. Alcune Rushers sono in lacrime, altre sorridono, altre ancora fissano il palco nella speranza di veder uscire i loro idoli. Per loro è stato un semplice concerto che porteranno nel cuore, per me è stato un concerto che mi cambierà la vita e, non so se sarà un cambiamento positivo.
Passa una mezz'ora abbondante: io, Giada e mia madre stiamo aspettando che i ragazzi si cambino, nel frattempo raggiungiamo una delle entrate per il backstage.
-Salve, noi dovremmo entrare...- dice mia madre ad una delle "guardie".
- Avete il pass?- domanda l'uomo con tono severo.
- No, ma devo assolutamente parlare con Logan Henderson, la prego, è urgente.- spiego io.
La guardia si rifiuta di farci entrare, naturalmente pensa che le nostre siano solo scuse.... Magari lo fossero.
- Senta- inizia Giada -la mia amica deve parlare con Logan. Per caso vuole essere la causa di una disputa familiare?-
-Disputa familiare?- dice alzando il soppraciglio destro.
-Esatto. La mia amica è la cugina di Logan.-
L'uomo scoppia in una fragorosa risata. Si guarda intorno e poi ci consiglia di allontanarci e di non creare altri problemi.
- È libero di non credermi...- aggiungo io -Ma stia attento, non tutti mentono.- Sospiro; tanta fatica per niente, probabilmente i ragazzi hanno pensato che non io abbia il coraggio di affrontare la realtà. Beh in un certo senso hanno ragione, non voglio affrontare la realtà, semplicemente devo. Attiva il cervello Maya. Come posso entrare? Ad un certo punto scorgo Carlos all'interno del backstage, appena si gira ne approfitto e gli faccio segno di raggiungermi. Il ragazzo si avvicina riconoscendomi:
- Hey!- esclama con il suo solito entusiasmo.
Lo ammetto, è un ragazzo particolare; ha un sorriso contagioso e un'allegria unica nel suo genere. Saluto Carlos con la mano, mentre mia madre si limita ad un "ciao" e Giada, ancora incredula, sorride.
Mi piacerebbe fermarmi a chiacchierare con lui, ma devo assolutamente vedere Logan:
- Possiamo entrare?- domando io cautamente.
- Certo! Mi chiedo perchè non siate ancora entrate...-
Con lo sguardo indico il simpatico omino intento a squadrarci da testa a piedi.
Il moro abbozza un sorriso divertito e ci proprone di seguirlo; mentre passiamo lancio un'occhiataccia soddisfatta alla guardia.
Raggiungiamo i ragazzi. Ma dov'è Logan?
Mi guardo intorno ma di mio cugino non c'è traccia, così decido di chiedere a Kendall:
- Kendall, se ne è andato?- domando io con voce tremante.
- Sì.- risponde il biondo.
- ...Grazie.-
Abbasso il capo, mè come se avessi ricevuto una pugnalata alle spalle, evidentemente non era pronto, ma cavolo non doveva andarsene! "Traditore" penso tra me e me.
- Io non lo sapevo, mi dispiace.- sussurra Carlos.
Mi avvicino e poggio il mio braccio sulla sua spalla -Non preoccuparti.- aggiungo mesta. James nel frattempo mi porge una busta:
- Questa è per te.- mi comunica.
La prendo e mi siedo sul divano rosso posto al centro della "sala"; è una lettera di Logan. Dove ha trovato il tempo di scriverla? Non importa, devo assolutamente leggerla.
- Se vuoi puoi andare nel mio camerino.- mi suggerisce Kendall.
Accetto la sua offerta: in questo momento ho bisogno di privacy e lì, la privacy, nemmeno si può nominare, visto il gran trambusto provocato da gente che cammina frettolosamente avanti e indietro, dai tecnici che parlano a voce alta nonostante non sia affatto necessario, per non parlare dei giornalisti e delle telecamere perennemente tra i piedi.
Mi siedo su una piccola seggiolina posta in un angolo del camerino. Respiro profondamente e inizio a leggere:
"Cara Maya, o meglio, cara cugina,
sono io, Logan. Ti scrivo perchè probabilmente ti sarai accorta che me ne sono andato. Non prendermi per un codardo, non arrabbiarti con me: quello non era nè il luogo nè il momento adatto.
Sembrerà strano, ma sento già di volerti bene, sei parte della mia famiglia e anche tua madre lo è. Ti aspetto nella pizzeria "Pane e Mozzarella" che si trova vicino al teatro... spero di averlo scritto giusto! Avvisa anche gli altri e chiedigli di raggiungerci tra mezz'ora, invece di' a tua mamma di accompagnarti. Lei sa quello che ci deve raccontare.
Un abbraccio
Logan Henderson."
Sono riuscita a commuovermi. Ho la lacrima facile, penso si sia capito.
Chiamo subito mia madre e le spiego quello che dobbiamo fare, così ci avviamo verso la pizzeria. Appena entrate un uomo sulla cinquantina ci accoglie e ci chiede se siamo qui con il sig. Henderson. Annuisco. Intanto il mio cuore sta battendo come se avessimo corso una maratona,le mani iniziano a tramare e sento che prima o poi mi cederanno le gambe. Sono emozionata ma allo stesso tempo ho paura: ho paura di quello che scoprirò, ho paura di conoscere Logan, ho paura di sapere chi è mio padre.
Prendiamo posto e restiamo in silenzio per qualche secondo, non ci salutiamo nemmeno, non è necessario, o almeno, non lo è in questo momento.
Mia madre gioca nervosamente con il portachiavi, io fisso Logan e lui fissa me: ci stiamo studiando. Ognuno osserva attentamente le mosse dell'altro, non c'è un secondo in cui i nostri sensi perdano la concentrazione, siamo qui ed è il momento di conoscere l verità.
- Logan - inizia mia madre -tuo zio, ovvero il padre di Maya, è il fratello di tua mamma.-
- Questo lo sapevo già.- risponde il moro con un tono arrogante.
- Maya, tuo padre, come sai, se ne andò quando eri molto piccola...-
- so anche che non fece più ritorno...- aggiungo.
- Non fece ritorno perchè...- si blocca e deglutisce rumorosamente.
Le faccio segno di continuare, la rassicuro, voglio che riesca a parlare e a dirmi tutto quello che sa.
- Tuo padre non fece più ritorno perchè...- si ferma di nuovo, accidenti. Questa volta però è diverso, porta le mani davanti al viso e nonostante cerchi di nasconderlo, inizia a piangere. Piange, piange come una bambina, si sfoga. Io l'abbraccio e la stringo tra le mie braccia.
Ho capito, mio padre non c'è più.
Lascio un attimo mia madre priva della mia consolazione e mi siedo vicino a Logan, anche lui è in lacrime. Appoggio la testa sulla sua spalla e delicatamente gli accarezzo la testa.
- Inizialmente tuo padre era andato in America per trovare la famiglia che non vedeva da una decina di anni, ovvero, da quando si era sposato con me, non fece più ritorno; l'aereo su cui viaggiava non è mai giunto a destinazione. Ho preferito non dirti nulla, ti ho sempre fatto credere che non fosse tornato per sua scelta, ma non è così. Mi dispiace Maya, mi dispiace davvero tanto...- le asciugo una lacrima con un fazzoletto.
Mio padre non lo conoscerò mai. Mio padre, quell'uomo che credevo mi avesse abbandonata era morto. Lascio spazio ad un sorriso rassicurante, un sorriso che purtroppo non ha niente di vero.
STAI LEGGENDO
He's My Cousin (Big Time Rush Fanfiction)
AcakE se bastasse solo uno sguardo per cambiare tutto? Se bastasse solo accorgersi di essere due gocce d'acqua? Maya, una "quasi" diciottenne incontra finalmente i suoi idoli, ovvero i Big Time Rush, basterà quel semplice incontro nel backstage... Solo...