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Erano appena arrivati al cimitero; Luke e la sua famiglia stavano aspettando gli altri, mentre Becky approfittò di quei pochi minuti che aveva ancora per sé, per avvicinarsi da sola alla tomba.

"Sarah Moretz"

Non pianse, Becky. In effetti, aveva pianto solamente il giorno del funerale, poi non aveva più versato una lacrima.

Certo, le mancava terribilmente, ma come sua sorella, era forte. Sapeva bene che le lacrime non l'avrebbero riportata indietro.

"Hey Becky." si sentì chiamare, e si girò ritrovandosi subito tra le braccia della sua migliore amica.

"Baily, grazie per essere qui, come ogni anno." le sorrise.

"Tu lo sai, non devi neanche dirlo. Dove sei tu, sono io. A parte quando sei a letto con il tuo ragazzo." fece una smorfia di disgusto e Becky rise.

Questo era forse quello che le piaceva di più di lei. A molti avrebbe potuto dare fastidio, il fatto che si facessero delle battute in un cimitero, o nei momenti tristi. Ma a Becky no, lei non voleva essere triste, per questo ogni volta che qualcuno cercava di tirarle su il morale, lei si sentiva meglio.

"Ti prego, non dirlo davanti a mia madre." risero tutte e due, appena prima che gli altri arrivassero.

C'erano anche Colton, Zayn e Alex. Non li sentiva da un po' in effetti, ma non avevano mai smesso di rimanere in contatto.

Anche se per Colton era un po' più difficile; avrebbe voluto raccontarle tutto ciò che gli diceva Chloe, ma così facendo avrebbe dovuto rompere la promessa di non dirle nulla. E poi mancava poco perché uscisse.

Dopo poco, stavano tutti intorno alla tomba in silenzio. La ragazza aveva comprato un fiore e lo stava poggiando sulla sua tomba. Lasciò un bacio, con la mano, sulla foto della madre, e poi tutti tornarono a casa propria.

Will riuscì a raggiungerla solamente la sera, ma era meglio di niente. Rimasero a casa loro due, insieme alla piccola Chloe, visto che Luke sarebbe uscito.

Becky amava quella bambina. In qualche modo le ricordava sua sorella, o almeno quello che ricordava di lei, e non era solo per il nome.

Tutte e due erano testarde, determinate, e anche coraggiose. Questa era forse la prima bambina che non aveva paura quando le si nominava il lupo cattivo, o quando doveva saltare dal trampolino della piscina.

"Becky?" la chiamò, e subito la prese in braccio, facendola sedere sul divano vicino a lei e Will.

"Dimmi, piccola."

"Oggi papà ha detto che io mi chiamo Chloe perché questo è il nome che hanno tutte le belle ragazze. È vero?"

"Certo." sorrise, e sentì Will stringerle la mano "Conoscevo una Chloe, una volta, sai? Ed era la ragazza più bella del mondo."

"E le volevi bene?"

"Si. Fino alla luna." sentì una stretta al cuore, ma era una bella sensazione.

"Papino ha detto che anche lui le voleva tanto tanto bene, così!" allargò le braccia, per indicare quanto grande fosse l'affetto del padre.

"Si, è vero." annuì la ragazza.

"E tu, Will, la conoscevi?"

"Purtroppo no. Ma posso dirti che a prescindere dal nome, tu sei la ragazza più bella che io abbia mai visto." le fece l'occhiolino,

Becky si finse offesa e gli diede un leggero schiaffo sul braccio, provocando una risata da parte di Chloe.

"Anche più bella di Becky?"

"Anche più bella di Becky." confermò, facendo ridere la bambina ancora più forte.

"Ma lei è super bellissima!" gridò abbracciandola forte "Becky," disse seriamente "anche se Will dice che io sono più bella, lui è tutto tuo, io ho già un fidanzatino!"

I due ragazzi scoppiarono a ridere, anche se Becky era quasi commossa per le sue parole.

"E chi è questo fidanzatino?" domandò lei, curiosa.

"Si chiama Jared. Però non dirlo a papi, lui non vuole che abbia un fidanzato fino ai miei 40 anni." rispose seriamente.

"Okay, non lo diremo a nessuno, vero?" disse Will, porgendo il mignolo, che le altre due strinsero.

Luke, invece, era dall'altra parte di New York al momento. Come al solito provava e riprovava, senza concludere mai niente.

Anche questa volta andò, ovviamente senza forti speranze, ma non voleva arrendersi.

Entrò nella prigione della città, e dopo aver fatto il controllo, chiese ai poliziotti se c'era la possibilità di incontrare Chloe.

"Mi dispiace, non è sulla lista." rispose l'uomo, alzando poi lo sguardo dal foglio.

"Senta, è importante. Può provare a chiederglielo?" insistette, lui.

"Luke, vieni qui ogni anno, ogni volta che ne hai l'occasione. Ora, non so quali rapporti ci sono tra voi due, ma se lei non vuole vederti, io purtroppo non posso fare nulla."

Luke lo sapeva bene, quindi annuì e si allontanò. Aveva già imparato che fare storie non sarebbe servito a nulla.

"Hey, aspetta." lo chiamò, prima che potesse uscire "Senti, tra pochi mesi lei sarà fuori, e poi potrai parlarle quando vuoi. E sono sicuro che non tornerà qui, perché è in gamba. Non farà cavolate una volta via di qui."

Il poliziotto gli sorrise, per infondergli speranza e Luke cercò di ricambiare. Lo salutò con un cenno e poi uscì, sentendo il vento sbattergli contro.

Non aveva mai saputo perché lei non volesse vederlo. Non riusciva nemmeno a capirlo, ma sapeva bene che non lo odiava.

Lui non l'aveva mai costretta a fare cioè che aveva fatto. Anzi, in realtà all'inizio si odiava da solo per averle permesso di difenderlo, ma la paura lo aveva paralizzato. Ed era in qualche modo affascinato dal coraggio e dalla forza che aveva Chloe in quel momento; nell'ultimo giorno in cui l'aveva vista.

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