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"Allora, Lukey, sei sicuro di non volerci dire con chi passerai la serata?" chiese Baily, mentre lo aiutava ad apparecchiare la tavola.

"No. Scordatelo." sbuffò lui, cercando di allontanarla.

"Andiamo. Devi farlo." disse lei, mettendo il broncio "Sono la tua cuginetta preferita."

"Già, appunto. Ma non dovevi uscire con Becky, perché sei ancora qui?" si allontanò dalla cucina "Becky! Baily ti aspetta."

"Eccomi sono pronta!" Becky uscì dalla sua camera, finendo di mettere le ultime cose in borsa. Si fermò non appena notò la tavola apparecchiata per due.

"Che mi sono persa?" domandò, indicando la cucina.

"Niente." rispose fermamente Luke.

"Non è vero." replicò Baily, andando verso la sua migliore amica "Luke ha invitato una ragazza a cena, ma non vuole dirci chi è."

"Luke! Cavolo, devi farlo!"

"No. Siete voi che dovete andarvene. È casa mia questa, e tu Becky dovresti essere al college." disse lui, spingendo le due ragazze verso l'ascensore.

"Mi assicurerò di tornare a casa tra un'ora, e di conoscere la nuova arrivata." Becky e Baily risero.

"Ti rovino la vita. Tu provaci e io ti rovinerò la vita. Stessa cosa vale per te, Baily."

"Come ti pare. Buona fortuna Lukey." sua cugina gli fece un occhiolino malizioso, appena prima che le porte si chiusero.

Luke era già esausto. Eppure non era la prima volta che succedeva una cosa del genere. Anzi, facevano così ogni volta che lui usciva con una ragazza.

Non appena finì di mettere in ordine la casa, si sistemò i capelli, si cambiò la maglia con una camicia, e finalmente sentì il citofono suonare. Eccola.

La face entrare subito, e poco dopo si aprirono le porte dell'ascensore. Chloe Moretz a casa Hemmings. Dopo dodici anni. Non più con la stessa faccia da adolescente.

"Ciao Luke." lo salutò entrando, con in mano una bottiglia di vino.

"Hey, puoi dare a me il giubbino." disse lui, prendendole le cose dalle mani.

"Non è cambiato molto dall'ultima volta." osservò la donna, guardandosi attorno "Vivi ancora qui?"

"No no. Ho, o meglio, avevo un appartamento con Amanda, ma con il divorzio, ci vivrò solo con Chloe. Cioè mia figlia." si corresse lui, facendola ridere.

"Perché l'hai chiamata come me?" domandò Chloe, sedendosi a tavola; Luke era di fronte.

"Perché tu mi hai salvato la vita. Se non ti fossi messa in mezzo, a quest'ora lei non esisterebbe nemmeno."

La bionda annuì, sforzando un sorriso; non le piaceva molto parlare di quella cosa "Già, mi piacerebbe conoscerla."

"Certo." rispose Luke, come se fosse la cosa più ovvia del mondo "Comunque dico davvero. Chloe, per quanto io ti sia grato, non saresti mai dovuta intervenire. Ammetto che è stata una pazzia venire lì da solo, senza aiuti..." fece una pausa, per trovare le parole "Ma cazzo, era una mia stronzata e tu ne hai pagato le conseguenze."

"Luke, no. Non è vero. Ti avevo sempre detto che dovevi stare lontano, e anche io ti sono grata per essere venuto a cercarmi." al momento lui fissava il piatto "Luke, guardami. Se non fossi venuto, io sarei potuta morire, lo capisci? Sei tu che hai salvato la vita a me."

Chloe era sull'orlo delle lacrime. Aveva gli occhi lucidi, ma riuscì a non piangere. Non era più una bambina. E poi pensava davvero ciò che aveva detto.

E le faceva male da morire sapere che Luke si fosse sentito in colpa per tutti questi anni. È quasi rimpianse il fatto che non gli avesse mai permesso di vederla. Ma ormai era acqua passata, e ora doveva finalmente capire che Luke non aveva fatto nulla di sbagliato.

"E, cosa più importante," continuò Chloe "ti sei preso cura di Becky. Dio, Luke l'ho vista oggi e sembrava così felice! E sai benissimo che è la mia priorità. Quindi, sono io che ti sarò grata per tutta la vita."

Finalmente Luke la guardò negli occhi. Blu contro blu.

"Mi sei mancata." ammise, facendola sorridere spontaneamente.

"Mi sei mancato anche tu. E giuro che questa volta non vado da nessuna parte. Ho un lavoro, sto cercando di mettere da parte dei soldi e spero che almeno il prossimo anno sarò in grado di avere una casa mia." disse, fiera di se stessa.

"Dove stai ora?" domandò Luke.

"Da Colton. Mi ha aiutato molto da quando sono uscita."

"Lo sai che se vuoi io posso darti una mano, vero?"

Chloe rise alla sua proposta, ma era una risata dolce "Non sei cambiato di una virgola, Hemmings. Sempre disposto ad aiutarmi, nonostante tutto. Ti ringrazio, ma voglio farcela da sola."

"Ed ecco la prova che neanche tu sei cambiata." rise anche lui.

Mangiarono e parlarono del più e del meno. Scherzarono parecchio, specialmente quando Luke le raccontava delle cose più stupide e divertenti che avesse fatto Becky.

Verso le undici, Chloe aiutò a sparecchiare e a portare tutto in cucina. Si accorse solo ora che non c'erano domestiche in casa. Erano solamente loro due.

"Credo che questa sia la prima volta che mi sposto da una stanza all'altra della tua casa, senza aver paura di beccare mia madre." disse, ridendo al ricordo.

"Già. Sarah era ovunque." concordò.

"Mi dispiace non averle potuto dire addio. Era venuta a trovarmi qualche volta, e non mi aveva mai detto che era malata. Poi di punto in bianco era semplicemente scomparsa, Colton diceva di non saperne niente, e dopo qualche mese ecco la lettera che mi diceva di poter assistere al suo funerale."

"Mi dispiace."

Chloe alzò le spalle. Ormai era storia vecchia. Certo, le mancava tanto, ed era andata già a trovarla al cimitero un paio di volte da quando era tornata, ma doveva guardare avanti.

"Si sta facendo tardi." disse lei "Sarà meglio che vada."

"Si, certo." Luke andò a prendere il suo giubbino e la borsa per poi darglieli.

"Ci vediamo presto, vero?" domandò lei, mentre stavano aspettando l'ascensore.

"Sicuramente. Ti chiamo io."

"Perfetto. Grazie ancora, Luke. Buonanotte."

"Buonanotte, Chloe." la salutò con la mano, poco prima che si chiudessero le porte.

E proprio in quel momento, i due si accorsero che durante tutta la serata, non c'era stato il minimo contatto tra di loro. Neanche una sfiorata di mani per sbaglio. Niente. Assolutamente niente.

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