1;

1K 59 35
                                    

-Rin? Sei sicura di volerlo fare? Lo so che sei brava e tutto, ma non ti sei mai spinta così in là!- Esclamò Chow, guardandomi con aria preoccupata.
Mia sorella si angosciava sempre per nulla, non capendo che avevo tutto sotto controllo.
Sapevo benissimo cosa ero in grado di fare, e infiltrarmi in una finale di Champions League senza biglietto era proprio una delle cose di cui ero capace.

-Se non ci provo, non saprò mai se ne sono capace. Tu non angosciarti, non ti chiamerò da una cella umida della prigione di Berlino.- La rassicurai, ma sul suo viso c'era sempre un velo di preoccupazione.
Lei era sempre stata la più calma e la più diligente, mentre io amavo ficcarmi nei guai.
Dicevo sempre che erano loro a trovarmi, ma in realtà ci trovavo gusto perché io, Rin Wang, ero completamente folle.

Non era la prima volta che mi infiltravo in una partita di calcio. Ero già stata nel duemila undici alla DFB-Pokal, quando lo Schalke 04 aveva vinto con ben cinque goal di scarto.
Ero riuscita a scattarmi delle foto con qualche giocatore, ma adesso avevo deciso di puntare decisamente più in alto, aumentando la difficoltà della mia missione.
La Champions League a Berlino era un'occasione troppo ghiotta da perdere.
Questa volta, però, non si sarebbe trattata di una passeggiata.

-Io non voglio finire in prigione con te!- Piagnucoló mia sorella al telefono, mentre scendevo dalla macchina.
Abitavo vicino a Berlino, ma per arrivare allo stadio avevo dovuto destreggiarmi tra numerose macchine, e perciò era arrivata a destinazione con due minuti di ritardo secondo il mio itinerario.

-Non ti voglio, preferirei la morte. Ora ti lascio, ho una missione da compiere.-
Amavo fare tutto da sola, ero dell'idea che avere aiuti esterni avrebbe solo complicato il mio piano.

Mi guardai attentamente nello specchietto che avevo in mano, e sorrisi.
Avevo speso una cifra per comprarmi quel completo elegante nero, e quei tacchi vertiginosi, ma ne era valsa la pena. Se volevo entrare in tribuna presidenziale, non potevo affatto presentarmi con abiti sportivi e poco adatti.
Avevo raccolto i capelli in una coda alta, e avevo calcato con il trucco, in modo di evidenziare i miei zigomi alti.
Ripassai le labbra con Ruby Woo, il mio rossetto rosso preferito, e dopo aver accertato di aver messo il pass tarocco al collo sotto la giacca, feci un profondo respiro.
E-bay è davvero una delle più grandi invenzioni del secolo.
Era stato un gioco da ragazzi ordinare un porta Badge con il logo della Champions League.
Ora non mi toccava altro che mettere sul mio viso il sorriso più grande che riuscivo a fare, e munirmi di sicurezza.
Non potevo e non dovevo fallire.

Avevo studiato lo stadio e le varie entrate, e sapevo che la mia unica difficoltà rimanente era parlare con le guardie.
Solitamente più grande era lo stadio e meno la sicurezza era delle migliori. Sembra assurdo, ma le mie più grandi difficoltà le ho avute infiltrandomi in stadi piccoli e di squadre di fondo classifica.

Quando arrivai davanti alla sicurezza, raddrizzai la schiena e sorrisi.
Dovevo sembrare di buona famiglia, precisamente dovevo passare per la figlia di qualche dirigente cinese che c'era in tribuna.
Spesso gli occidentali facevano fatica a riconoscerci, perciò dovevo solo affidarmi alla fortuna.

-Buonasera!- Cominciai rivolgendomi all'uomo tracagnotto che avevo di fronte.
Lui sembrò osservarmi, e sotto il suo sguardo penetrante, mi mostrai sicura e a mio agio.

-Biglietto prego.- Chiese, e io alzai le spalle, leggermente contrariata.
Quello era il momento che tutti quelli che si cimentavano in queste operazioni crollavano, ma non io.

-A me lo chiedi? Ma per favore. Non sa di chi sono figlia io.-Sbuffai, atteggiandomi proprio come una snob.
L'uomo davanti a me scoppió in una sonora risata, piuttosto stridula e angosciata, come se temesse di aver fatto un'eresia chiedendomi il biglietto.

Eisblume « Marc-André Ter Stegen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora